Come diventare un buon armonicista!!!


Forse sarebbe meglio dire “Come diventare un buon musicista !!!“.

Personalmente credo che l’armonica non sia altro che un semplice strumento per poter esprimere la nostra musicalità, il mezzo per estendere le nostre corde vocali e non il banale motivo per suonare uno strumento apparentemente semplice.

Infatti, per iniziare a suonare, l’armonica è sicuramente uno tra gli strumenti più semplici, proprio perché l’accordatura non permette, se si soffia “a caso”, di stonare o andare fuori tonalità. Proprio per questo, nei primi periodi di studio, l’armonica da apparenti soddisfazioni,  più di quanto ne possano dare gli altri strumenti musicali.

Molti iniziano perché incoraggiati dalla semplicità dello strumento e purtroppo non si viene sottoposti alla “selezione naturale” che impongono gli altri strumenti musicali. Cioè con una chitarra, un sassofono oppure ancor più una tromba, per poter ottenere le prime cose sensate bisogna impiegare molto tempo e fatica in esercizi e studi, viceversa con l’armonica bastano poche settimane, dopo aver superato il trauma iniziale dei fori “stretti”.

 Mi capita spesso di assistere a delle jam session in cui salgono sul palco dei “soffiatori” di armonica che da un paio di mesi si sono cimentati con lo strumento e che credono già di saperlo suonare. Sono delle scene pietose in cui l’unica cosa che esce fuori è un miscuglio di suoni ottenuti dal bending continuo dei fori 3-4-5 aspirati contemporaneamente. Ma il problema non sta nel povero e inconsapevole “soffiatore” da jam, ma nella gente che ascolta e poi con un sorriso compiaciuto dice : “miiii che bravoooo !!!“.

Si, con l’armonica è facile bleffare, troppo semplice ma scorretto.
Altre volte invece mi è capitato di ascoltare alcuni armonicisti che con la 10 fori rasentavano la perfezione musicale i quali non ricevevano purtroppo neanche un applauso. Forse ciò dipende anche dal fatto che non è facile mostrare il proprio virtuosismo musicale, come per esempio succede ad un chitarrista, e non è neanche semplice far sentire la propria padronanza sullo strumento per via della scarsa cultura del pubblico (molti ancora la confondono con l’ocarina o la fisarmonica). Quello che fa colpo è il suono rumoroso dei “soffiatori” da palco.

Gli unici che spesso “capiscono” qualcosa di tutto ciò sono gli altri musicisti che alla fine arrivano alla conclusione affrettata che l’armonicista è un musicista di secondo ordine. Questo anche perché spesso, chi decide di suonare l’armonica, non si preoccupa di imparare la teoria musicale, ma si accontenta di suonare ad orecchio venendogli così a mancare le basi ed il linguaggio per poter comunicare con gli altri musicisti.

Tutto ciò crea la frustrante consapevolezza che in fondo chi si avvicina allo strumento lo fa solo perché affascinato dal suono o, come qualcuno mi ha detto, dal fatto che è comoda portarla dietro e suonarla magari in spiaggia in una notte d’inverno !!! Che tristezza !!!

Tornando a quello che dicevo all’inizio di questa mia riflessione, l’armonica non dovrebbe quindi essere lo scopo, ma il mezzo per esprimersi musicalmente. Le stesse cose che suoniamo con l’armonica le potremmo fare con qualsiasi altro strumento. Come dice il maestro Howard Levy, “quando chiudo gli occhi e suono l’armonica, mi immagino la tastiera del mio pianoforte“.

Poi non parliamo di tecnica !!! E’ ormai una certezza, soprattutto tra chi suona la diatonica e fa blues, che non si debba mai pronunziare questo termine altrimenti si rischia di essere considerato uno sterile e freddo armonicista. Basta con la retorica e facile frase delle “poche note, ma sentite“. A parte i propri gusti musicali, un armonicista che si rispetti non può certo dire che la tecnica dell’overbending non gli interessi perché in fondo fa blues !!!

Come si può pensare di esprimere un sentimento se nel proprio vocabolario mancano molti termini. In questa maniera ci si vincola inesorabilmente allo strumento ed al modo in cui lo si riesce a suonare. Quindi alla fine ci si esprime sempre alla stessa maniera dicendo spesso e comunque le stesse cose. Quelle “poche note” non sono una scelta musicale, ma solo il fatto che in fondo non si saprebbe fare di più.

Concludo il mio discorso, forse un po’ troppo pessimista, nella sentita e sincera speranza che si riesca a dare la giusta dignità ed importanza ad uno strumento che, altra beffa, non è neanche incluso nella categoria ufficiale degli strumenti musicali !!!!! Tutto e nelle vostre mani, anzi nella vostra bocca….

Leonardo Triassi