Reel irlandese – I° Parte


Una larga parte del repertorio strumentale nella musica tradizionale irlandese nasce per la danza ed è importante che la lettura ritmica della melodia venga eseguita con questa idea, secondo lo stile e le caratteristiche di quella particolare cultura.

Questo significa che si tratta di musica spesso eseguita a tempo veloce ed incalzante, ma è importante non confondere ritmo ed accenti con velocità: ogni tipologia di brano ha un suo tempo legato alla tipologia della forma di danza che prende vita grazie al giusto modo con cui il musicista la esegue.

La velocità, quindi, soprattutto per chi inizia, può essere un obbiettivo a cui puntare, ma è consigliabile che non diventi una priorità assoluta ed è sempre bene raggiungerla gradualmente, preferendo decisamente a questa la comprensione dello stile e delle caratteristiche del brano.

Ci sono celebri esempi di musica tradizionale suonata con una dinamica contenuta assolutamente meravigliosi.

Una delle danze più celebri nella musica irlandese è il reel.

Reel

Antichissima, probabilmente di provenienza scozzese e molto diffusa, si tratta di una danza veloce in tempo binario, di solito scritta in 4/4 e, più raramente, in 2/4.

Solitamente è costituito da note di durata breve, quasi sempre da 1/8 ed a volte da ¼.

La struttura dei reel è spesso ben riconoscibile: si tratta in genere di una parte A, composta da 8 battute, che viene ripetuta 2 volte, seguita da una parte B, composta anch’essa da 8 battute, che viene ripetuta 2 volte.

Esistono eccezioni, come ad esempio reel composti da una sola parte A e da una sola parte B oppure reel composti da un numero di parti maggiore o, ancora, reel nei quali la prima ripetizione di una parte non corrisponde esattamente alla seconda ripetizione (struttura AA’/BB’).

L’esecuzione richiede il rispetto degli accenti forti delle battute, ma avendo coscienza che il ritmo corretto “irlandese” richiede di accentare in maniera particolare il II ed il IV battito.

Tutta la musica tradizionale irlandese deve essere “pensata” in levare e quindi lì devono cadere gli accenti fondamentali che permetteranno al ballerino di poter danzare.

Suonare un reel con l’armonica presenta decisamente una sfida interessante sia per il tempo veloce a cui bisogna suonarlo, sia per la precisione ritmica e melodica che bisogna mantenere: chi proviene da altri generi come il blues o il jazz deve prestare particolare attenzione ad evitare il tipico sincopato, che in alcuni casi può essere comunque un abbellimento, ma non la regola.

Queste caratteristiche rendono particolarmente critico l’utilizzo del bending, quindi, spesso vengono utilizzate soluzioni alternative (accordature speciali, armoniche low, armonica cromatica o tremolo).   

Non tutti i brani di musica tradizionale irlandese sono facilmente riproducibili con una armonica e non in tutti lo strumento ha una resa piacevole (questa è chiaramente una valutazione soggettiva), ma, comunque, nella maggioranza dei casi l’armonica viene concepita ed utilizzata come strumento solista, che produce la melodia. La capacità del nostro strumento di produrre accordi (escludendo chiaramente le armoniche orchestrali) è troppo limitata per consentire un accompagnamento credibile. 

In questo caso, però, “forziamo” un po’ il concetto di accompagnamento e sfruttiamo il carattere modale di molti brani di questa tradizione musicale: l’esercizio che propongo in questa pagina è rivolto non tanto ad imparare già la linea melodica di un reel, ma ad approcciarsi innanzitutto al suo andamento ritmico.

Di seguito si può sentire il brano Crowley’s reel, che è in tonalità di D (RE) maggiore ed ha una struttura AB (una sola A viene seguita da una sola B).

Nell’esempio vengono suonate a tre velocità diverse (70 BPM, 85 BPM e 100 BPM) alcune ripetizioni del brano (nella realtà si usa solitamente ripetere un brano 2 o 3 volte).


Utilizzando un’armonica in G (SOL), per ognuna delle tre ripetizioni si aggiungerà gradualmente:

  • una nota di bordone – il D (RE) – ottenuta aspirando e soffiando rispettivamente nel 2° o nel 3° foro  – in questo caso il nostro sforzo sarà diretto nel cercare di cogliere il ritmo del brano cambiando il foro che suoniamo – e quindi sintonizzando il respiro con le frasi del brano e facendo in modo il più possibile che non si percepisca l’uso di due fori diversi, ma che a tutti gli effetti sembri di sentire una nota costante e continua

NB: il bordone sul 2°foro aspirato e sul 3° foro soffiato è indicato sopra allo spartito in modo assolutamente preordinato, ma è bene che ognuno lo personalizzi in base alle proprie capacità, sempre con l’obbiettivo di rendere la percezione della nota il più continuo possibile


  • chugging – utilizzando la celeberrima tecnica armonicistica del treno o della caccia alla volpe, si può creare un rudimentale accompagnamento del brano. Molto agilmente si può cominciare a lavorare sui primi 4 fori dell’armonica aspirati, creando un accordo di RE maggiore, e soffiati, creando un accordo di SOL maggiore. All’inizio è bene concentrarsi sulla scansione ritmica in ottavi, dopodiché si può provare a inserire piccole varianti, come note lunghe ed accenti diversi (sui tempi deboli).
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  • 3-chords trick – mantenendo la medesima scansione ritmica in ottavi del chugging, sfruttiamo gli accordi che una diatonica in G ci può fornire (stiamo in questo caso sfruttando la II posizione). Si utilizzeranno gli accordi di D/RE maggiore (123 foro aspirato) e di G/SOL maggiore (123/456 foro soffiato). Ci sarebbe ancora bisogno dell’accordo di A/LA maggiore, che, però, non abbiamo a disposizione (aspirando nei fori 456 otteniamo un A minore): ovviamo a questo inconveniente mettendo in evidenza la nota acuta di A/LA che abbiamo sul foro 4 aspirato e, di fatto, producendo un accordo di D/RE aspirando nei fori 234. Anche in questo caso, poco alla volta si possono cercare di introdurre accenti e piccole variazioni, una volta che si è sicuri della parte, ricordando sempre che in questo momento il nostro è un ruolo “armonico” (ok, ok, brutto gioco di parole…), cioè stiamo accompagnando e dando sostegno alla melodia e non dobbiamo sovrastarla
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È bene ripeterlo: l’armonica, quando usata in questo ambito, si concentra nella quasi totalità dei casi sulla melodia, però può essere molto utile prendere confidenza inizialmente con il ritmo di base per poi proseguire.


Matteo Pulin Profetto
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