Riflessioni sull’armonica jazz con Enrico Granafei


Siamo nel piccolo ma incantevole paese di Laurino, nell’Alto Cilento, all’interno dell’omonimo Parco Naturale. Enrico lo incontro verso le dieci di mattina al bar principale nella bellissima Piazza Agostino.

L’occasione è speciale, c’è il seminario jazz Travelling School (www.trvschool.com www.jazzinlaurino.it ) alla sua seconda edizione ed Enrico, anche se figura nei soli concerti serali, si è offerto di darmi qualche consiglio in una estemporanea lezione al tavolino, davanti a due fumanti cappuccini.

Vale la pena raccontare alcune cose su Enrico: in primo luogo sono circa vent’anni che vive in America, a New York, dove gestisce un bellissimo jazz club, il “trumpetsjazz” (www.trumpetsjazz.com), in secondo luogo è stato uno dei pochissimi (fortunati!) allievi di Toots .

Sono pieno di interrogativi e comincio la mia raffica verbale.Enrico è molto disponibile e risponde ordinatamente a tutte le domande con competenza e simpatia.

I due principali argomenti sono: la figura dell’armonica nel jazz e gli elementi tecnici caratteristici di questo strumento.

Provo a spiegare che a Milano, città “cosmopolita” in cui vivo, ci sono ancora musicisti che si stupiscono quando suono l’armonica nel jazz e che conoscono poco o nulla di questo strumento (per non parlare di quelli che mi dicono “ma non è meglio se ti metti a suonare un VERO strumento come la tromba, il sax.ecc” !?!). Enrico è un po’ sorpreso e mormora “ancora ste’ cose …”.

Mi spiega che a New York non ci sono molto armonicisti jazz professionisti, circa cinque, e comunque, quando suona nei club o alle jam session nessuno gli fa pesare alcunché anzi sono tutti molto interessati e contenti di poter suonare assieme a lui e di poter approfittare di sonorità così originali. E ancora, spesso viene invitato a suonare per importanti eventi ed iniziative, a riprova dello spessore artistico di Enrico e delle possibilità espressive dell’armonica cromatica senza alcuna sorta di apartheid   musicale.

Dopo alcuni divertenti aneddoti (l’importanza del contatto diretto tra musicisti.) passiamo al gesto tecnico sulla cromatica. Enrico mi mostra alcuni semplici pattern che sfruttano i passaggi cromatici con l’uso dello slide, o registro, e sul come utilizzarli. In effetti si tratta di riflettere sulle note ripetute (F e C) utilizzando lo slide.

Questa discussione ne apre un’altra sull’analisi armonica e la sua importanza per suonare cromatici e/o modali.

Suoniamo su Wine & Rose (al bar!) ed Enrico improvvisa sul giro armonico, mentre cerco di stargli dietro e di capire dove/cosa sta facendo. Mi spiega inoltre quanto la pronuncia e la scelta del ritmo influenzi la legatura ed il senso di improvvisazione. Suona brevi pattern cromatici muovendosi per toni o semitoni. Sul battere casca sempre con note giuste, è molto bello da ascoltare.

Infine parliamo delle sue lezioni con Toots Thieleamns. Mi spiega che parte centrale di quelle lezioni era l’analisi delle trascrizioni dei solo dei dischi di Toots e di quanto lui abbia imparato da quegli ascolti, ribadendo l’importanza dell’ascolto e trascrizione.

Un aneddoto molto divertente è quello in cui Enrico suda sette camicie per trascrivere una piccola parte di solo di Toots, non riuscendovi. Un po’ deluso va da Toots che ascolta le sue difficoltà e poi lo stesso pezzo in questione. Alla conclusione dell’ascolto Toots gli dice ” No, guarda Enrico che lì ho sbagliato e basta, non è nessuna frase particolare.”.

Enrico Granafei è anche diplomato al conservatorio in chitarra e appassionato di musica dell’800.

Non potendo suonare l’armonica e chitarra allo stesso tempo si è fatto costruire da un americano un piccolo aggeggio da applicare al posto dello slide con cui cambia registro (C/C#) con il movimento verticale della testa. Il congegno è semplice quanto geniale, apre nuovi scenari all’armonica cromatica e, ancora, al suo utilizzo con persone deficitarie degli arti superiori (mani e braccia).

Concludiamo la nostra chiacchierata parlando delle jam session.

Lui è sempre molto deciso quando “entra” nel pezzo, io in realtà molto insicuro. Mi invita a stare più rilassato e a “rubarmi” letteralmente il microfono, prendendomi lo spazio che nessun altro mi può dare se non io stesso (qui ride, ma il consiglio penso valga per tutti gli armonicisti principianti: suonare suonare suonare!).

In questo breve scritto ho provato a condensare i pensieri di quella mattinata. Non ho preso appunti né registrato la conversazione, quindi chiedo scusa ad Enrico se ci dovessero essere errori od imprecisioni.

Mr. Granafei è stato molto disponibile e simpatico, cosa di cui lo ringrazio, ed invito tutti gli appassionati di armonica jazz, e di buona musica in generale, ad ascoltarlo sia su disco che dal vivo.

Keep it up!

Giulio Brouzet
hcagiulio@yahoo.it