Un approccio banalmente eterodosso all’armonica diatonica


Scelta dello strumento, superamento delle difficoltà, rischi, soluzioni, decisioni ferree ed uso terapeutico.


Contrabbasso, pianoforte e batteria sono solamente pochissimi esempi di meravigliosi strumenti che purtroppo hanno oggettivi limiti di trasportabilità. Altri un po’ di meno, pensate al basso tuba, all’arpa o al violoncello che comunque rimangono ingombranti e quanto meno poco maneggevoli. 

Ciò non si può dire del nostro strumento.

Uno strumento vero, completo, tascabile e con il quale, volendo, ci si può esercitare praticamente dappertutto, generalmente rischiando poco. Certo, qualcuno è stato di fatto buttato fuori da casa. Altri sono stati rinnegati dagli amici. Altri ancora minacciati dai colleghi di studio o di lavoro.  Tutti casi isolati, sporadici. Io sono un caso sporadico!

Dopo qualche giorno passato sullo strumento alla ricerca dell’overblow perfetto, mi è stato detto

– Senti, questi pseudo suoni al confine tra unghia graffiate sulla lavagna e trapano odontoiatrico saranno pure musica ma non sono né sopportabili né compatibili con una vita di relazione familiare. Per i tuoi esercizi, ritagliati spazi e tempi lontani da noi umani. Evita l’insorgenza di otopatie di gruppo. Ah, dimenticavo: migliori ogni giorno di più.

Incassato il colpo, battuta finale ipocrita e sdegnosa compresa, e per nulla demoralizzato (ho evitato di piangere solo ottimizzando al massimo un recondito residuo di dignità di genere ancora inutilizzato) comincio a cercare una soluzione.

Certo, il pensiero va ancora per un attimo agli amici musicisti che hanno bisogno di un camion, di una gruetta e di un bravo accordatore per poter cambiare posto al loro strumento. Poi comincio a pensare e ripensare. Mi sono stati imposti dei limiti? Ho delle difficoltà oggettive? Ho delle resistenze psicologiche? La risposta è SI. Voglio superarle? La risposta è ancora SI. Sono disposto a quasi tutto? Altra risposta affermativa. Allora avrò bisogno di pensare in modo nuovo per trovare nuovi ambiti, nuove soluzioni. Sono in grado di operare curvature nello spazio tempo, so dilatarlo? Uhhhh, No. Pensa e ripensa.

Ci sono. Soluzione trovata. L’avevo proprio sotto il naso. Decisione presa!

Suonerò l’armonica in auto!

Oggi giorno mi capita di osservare i comportamenti della gente, per strada, al cinema, al parco, al semaforo e in ogni dove. Ciascuno ormai fa ciò che vuole, ciò che crede più opportuno, anche tra i passanti. Leggere, aggiustarsi il trucco, ascoltare musica in cuffia, parlare al cellulare e via discorrendo. E’ tutto nella norma. Beh, c’è chi esagera e pensa bene di mettersi a pomiciare o fare petting sull’autobus, chi si aggiusta le parti intime in pubblico senza alcun pudore, chi si caccia profondamente le dita dentro il naso come se potesse trovarci un filone d’oro.

Ebbene, a parte questi atteggiamenti sconci e altri atti di esibizionismo abbastanza sgradevoli, anche voi potete fare ciò che volete, anche io! Nessuno vi giudicherà. Non sarete vittime né di paparazzi né dello stalkeraggio di giornalisti freelance. Le vostre foto non finiranno su Instagram e neppure sui giornali scandalistici. Vi sto dicendo, in pratica, che non siete né Scarlett Johansson né David Beckham e neppure il loro l’autista, quindi state tranquilli.

Dall’alto di queste illuminate e fondamentali deduzioni e conclusioni sociologiche, da diversi giorni ho preso una decisione: Supererò il limite!

Supererò il limite, autoimposto dal mio background educativo, di considerare importante e vincolante ciò che penseranno, se mai penseranno qualcosa, quelli che mi vedranno spostare il capo da destra verso sinistra e da sinistra verso destra con una mano davanti la bocca. In effetti questo è ciò che si vede tranne che non si suoni una cromatica. Ciò che importa non è solamente come appariamo agli altri, ma come crediamo di essere visti.

Non solo ho preso la decisione, l’ho pure messa in atto con fermezza, disciplina e perseveranza. Esco da casa sempre “armato”. Tre armoniche, generalmente C, Bb, e A, auricolari collegati al cellulare e tutorial YouTube sparati a manetta.

A questo punto devo però confessare che quella “disattenzione civile” che mi aspettavo non vi è stata del tutto. L’ho capito quando il signore Pakistano che da anni sta al semaforo e da sempre cerca, con alterna fortuna, di pulirmi i vetri dell’auto, mentre suonavo aspettando il verde, mi ha bussato nel finestrino:

– e bravo compare! Mi sa che ora ci vai un poco meglio, vero?

– ehhh eh…si si… grazie, pare anche a me.

Minchia mala fiura! Mi ha ricordato molto la gag di Alex Drastico e l’amico che suonava il sax. Eh si, eh si, chi suona deve esercitarsi e, volente o nolente, finisce per rompere il caxxx, anche in auto, a quanto pare.

A parziale consolazione, sentito quanto successomi, un altro armonicista mio fraterno amico mi racconta che un giorno mentre era intento a suonare follemente in autostrada, fu fermato dalla polizia stradale. Subito gli chiesero – cos’ha in mano? E lui – un’armonica. Uno dei poliziotti disse subito – sentiamo un po’, sentiamo un po’!!? Lui, come suo solito, iniziò a suonare come un forsennato, con la grinta di chi è in concerto davanti a quarantamila spettatori.

Da lì tutta una serie di domande su come si suona e su come non si suona. Insomma, lo hanno lasciato andare senza neppure chiedergli i documenti. Lo sappiamo già, l’armonica è uno strumento magico, così come sappiamo che gli armonicisti hanno qualche rotella, se pur piccola in alcuni casi, che non gira bene.

Se prendete la decisione di suonare uno strumento e questa è frutto unicamente di un vostro desiderio, andate avanti a testa bassa, nessuna “mala fiura” potrà fermarvi o farvi desistere da soffiarci dentro, se sarà un’armonica. Ovunque vi troviate.  Ce l’avete voi in mano la chiavetta d’accensione che vi farà staccare dalla rampa di lancio.

Affrontate tutte le difficoltà e ogni momento di scoramento con fiducia, disciplina e perseveranza. Cancellate dalla vostra mente e dal vostro linguaggio pensieri e frasi come: ci provo; intanto inizio e poi si vedrà; se ci sono portato sarà facile, altrimenti alzo le mani. Tutte queste frasi lasciano spazio e campo libero all’arrendevolezza, all’abbandono e al fallimento. Credete a quanto vi dico: tutti ma proprio tutti possono imparare a suonare uno strumento.

Semmai la questione rimane sul livello che si vuole o si può raggiungere. Questo dipenderà tanto dal tempo che dedicherete allo studio dello stesso, dalla bravura del vostro insegnante, dalla disciplina e dalla serietà con cui vi eserciterete e, non ultimo, dal vostro talento. Ma una cosa primeggia su tutte: la passione per la musica.

Quest’ultima, accompagnata dal divertimento, sarà la chiave del vostro successo. Suonare vi dovrà rilassare, esaltare, eccitare, divertire, far sentire vivi e, soprattutto, donarvi un mezzo per esprimere tutto ciò che avete dentro e non potreste esprimere diversamente.

“Se credi di potercela fare, probabilmente ce la farai. Se credi di non riuscirci, stai sicuro che non ci riuscirai. Le convinzioni sono la chiavetta d’accensione che ti fa staccare dalla rampa di lancio.”

Denis Waitley

Ma perché tra tanti strumenti alcuni hanno scelto proprio lei, l’armonica? Sarà per i motivi anzidetti all’inizio di questo scritto?

Sarà perché è uno “…strumento versatile e sempre pronto ad essere suonato anche nei soli 8 minuti di cottura degli spaghetti”? (Tristezza e soddisfazione: Messaggio da Marco536 » mercoledì 12 settembre 2012, 14:32)

Per capirci qualcosa di più, mi è sembrato bello, utile e per certi versi doveroso, avvalermi di alcuni fantastici contributi o loro estratti, di quanti hanno scritto qualcosa in merito sul forum doctorharp.it nella sezione “tutto ciò che vi va di dire” alla domanda proposta da Restelblues, lunedì 5 gennaio 2009, alle ore 15:12:

Come mai l’armonica?

Ciao a tutti volevo e penso che sia interessante sapere come mai avete deciso di iniziare a suonare l’armonica e non per esempio un altro strumento….

Io ad esempio sono un amante del Country e diciamo anche del Blues e così, spinto dalla voglia di provare a suonare quel tipo di musica che per me significa tutto, ho deciso di comprare la mia prima armonica…

Ora dite la vostra!!!

Re: da Sacquellovero » lunedì 5 gennaio 2009, 15:35

mah, … Prima di cominciare a suonare, il blues mi annoiava terribilmente e non ascoltavo nulla che fosse eseguito con l’armonica… In realtà un giorno stavo guardando il film “Manhattan” di Woody Allen, in cui gli viene regalata un’armonica, e mi son detto: “perché non provare?”. Per puro caso ho trovato uno strumento che si sposa perfettamente col mio modo di stare al mondo. La suono perché mi viene naturale farlo.


Re: da The Uncle » giovedì 8 gennaio 2009, 21:57

Io vengo da una lunga esperienza come chitarrista-cantante country/folk. Fin dall’inizio comprai un reggi-armonica e un’armonica in sol per accompagnarmi nei brani di Neil Young, Dylan, ecc. Ho suonato così per anni. Per me l’armonica era uno strumento (per quanto fosse amore folle a prima vista) che non riuscivo a separare dalla chitarra. Poi un giorno mi capitò un cd con Sonny Boy Williamson e capii che con quello strumento soltanto si potevano fare cose grandissime e ho cominciato da un paio d’anni a dedicargli uno studio più metodico. Insomma avevo scoperto che esiste la figura dell’armonicista tout-court. (poi un giorno in bagno ho aperto il rubinetto col cerchietto rosso accanto a quello dell’acqua fredda e ho fatto un’altra scoperta sensazionale che adesso non sto a dirvi)…


Re: da Ago » venerdì 9 gennaio 2009, 1:22

Io suonavo la chitarra, mi sembrava carino su alcuni pezzi accompagnarmi con l’armonica e infatti così è stato. Non potevo immaginare desse dipendenza…


Re:da Ginogat » venerdì 9 gennaio 2009, 8:24

Per me è stato il mio primo strumento, l’approccio con la musica! Veramente mi ero (e sono) innamorato pazzamente del jazz del dixie di Luis Armstrong a 8 anni, quando l’ho ascoltato alla radio per la prima volta. Da allora quella è la mia musica. Però la tromba …. costava, mi hanno spaventato perché era “difficile”, bisognava suonare in banda, il jazz (o giass in veneto) era una cosa improponibile. I “matessi co ‘ a tromba” come i negri …. così non se n’è fatto nulla. Ho continuato a ascoltare come potevo il jazz e a sognare. Poi ho scoperto un certo Thieleman che con l’armonica faceva di tutto, i film western con il vecchietto con l’armonica, e poi il blues, non solo cantato ma SUONATO. Così ho fatto finta che mi interessasse la musica degli alpini (che qui sono di casa) e voilà armonica. Una Bravi Alpini. Poi con il tempo una cromatica e una diatonica cinesina (che suonava mooolto meglio della corrispondente Honer, e costava come un paio di caffè, ma si trattava di quasi 30 anni fa!). Ho quasi imparato e poi …. Naja, lavoro, matrimonio, guai. Ho abbandonato tutto. Col tempo e voglia di musica ho pensato di passare ad uno “strumento vero” (Vergogna !!!!) così ho trovato un sax usato ed ho incominciato. Poi uno un pochino meglio … e poi riabbandonato tutto. Mai avuto tempo. Ho venduto tutto.

Dall’anno scorso…mi sono riavvicinato alla musica e sono ritornato all’armonica. Mi sono preso anche una cornetta usata, vecchissima (ha quasi 40 anni), ma in buono stato, per tornare (e provare) il caro vecchio hot jazz. Ma è l’armonica che ho sempre in tasca. …ho un paio di diatoniche e una tremolo per il blues e musiche popolari, canzoni e “sperimentazione”. Non so suonare bene, anzi, ma mi piace e la piccoletta mi fa compagnia. Ed è un vero strumento, alla pari dignità di tutti gli altri. Stupendo!


Re: da Pasquale » martedì 13 gennaio 2009, 19:33

Io ho sempre adorato questo strumento fin da quando ascoltavo il blues. A 15 anni certi live di Muddy Waters mi mandavano in fibrillazione (adesso che suono anche di più) eppure non avevo mai provato a suonarne una Ho frequentato il conservatorio per più di 5 anni. Studiavo flauto traverso, devo ammettere che avevo dei pregiudizi. Se però penso a quale intreccio di cose mi abbia fatto avvicinare all’armonica non so dire, è come se a un certo punto dovesse accadere.

Ero in giro per Venezia e pioveva, in una delle tante calle presi l’angolo e continuai a camminare senza certezza sul da fare, con la coda dell’occhio vidi un negozietto di strumenti musicali.

Nell’angolo della vetrina c’era un clarinetto ritto in piedi e ai suoi piedi una densa flotta di armoniche, non era la prima volta che ci passavo e non era nemmeno la prima occhiata che davo a quella vetrina.

Sia chiaro le armoniche c’erano sempre state eppure quel giorno decisi di entrare e fidandomi del mio istinto presi una 150 Aniversary della Hohner, avevo bisogno di qualcosa e il mio istinto mi aiutò. Ho scoperto da quel giorno che non c’è strumento più vicino al corpo e all’anima di chi suona, o forse è solo una fascinazione…ma cosa importa.


Re: da Mark o’ Moon » mercoledì 14 gennaio 2009, 17:36

Anno 1979. Collaboro ad una radio privata e passiamo un disco (allora erano in vinile) di Roberto Ciotti intitolato Bluesman; mi colpisce particolarmente un brano “Mean Ol’ Frisco” in cui la magica armonica di Claudio Bertolin duettava con la chitarra di Roberto Ciotti. Dopo qualche mese mi scade il rinvio e devo partire militare: Udine, caserma Berghinz. Una sera in camerata sento una armonica riprodurre esattamente, come se ci fosse presente Bertolin, Mean Ol’ Frisco. Mi precipito a vedere chi caspita fosse e trovo il mitico Andreino Cocco. Ho iniziato a devastargli l’anima e mi ha spiegato, in maniera molto esoterica ” che in tonalità Mi suoni con l’armonica in LA, tonalità Do con l’armonica in Fa e così via (in pratica la II posizione). Mi sono comprato una Hohner Blues Harp in tonalità A (per non so quale motivo era credenza comune che il vero blues si suonasse solo in Mi). Nel frattempo, alla prima licenza Cocco mi ha portato un sacco di cassette: soprattutto Sonny Terry e B. Mc Gee e Sonny Boy Williamson. Da lì ho preso il virus dell’armonica che, come l’herpes, ogni tanto scompare ma è sempre presente e riaffiora quando meno me lo aspetti.


Re: da Fra’ diatono » martedì 30 giugno 2009, 15:53

Credo che qualunque strumento sia fatto per alcune persone piuttosto che per altre e quelle persone lo amano. Mio padre ha quasi 80 anni e sono quaranta che lo vedo suonare l’armonica. Ne ha non so quante cromatiche. Si mette lì seduto, batte il tempo col piede e parte a suonare con l’aria felice. Ecco, l’armonica è fatta per fare felici alcune persone e noi siamo tra i fortunati. Il perché non lo so, ma in fondo non è così importane saperlo.   

Ps: spesso leggo di ricordi con padri che suonano l’armonica. Ma non è che la nostra è una malattia genetica? Sarebbe una bella scoperta e soprattutto una gran bella malattia.


Re: da Nicola71 » martedì 30 giugno 2009, 16:19

L’anno scorso ero in ferie in Veneto e passando per le vie di Bassano del Grappa ho visto un negozio che vendeva gadget e musiche degli alpini. Tra le varie confezioni facevano bella mostra le armoniche e per souvenir ne ho presa una a caso fatta eccezione per la tonalità: era una blues harp in C tutt’ora in vita. Poi in altro negozio di musica mi è balzato agli occhi il metodo di Triassi e da lì è iniziata la passione per il “cioccolatino armonico”.


Re: da Ursus » giovedì 3 settembre 2009, 19:55

Come mai l’armonica? Prima di tutto c’è l’amore della musica. E quando c’è non ne puoi fare a meno. Incominci ad ascoltare un po’ di tutto, anche per sbaglio, e poi ti viene voglia di provare. Forse all’inizio vedevo l’armonica come uno strumento piccolo, poco impegnativo e anche economico. L’ideale per “provare”. E allora proviamo. Poi aumenta la passione, ti accorgi che non era poi così facile ma che bello sentire i primi progressi! Vai avanti, avanti e avanti…e finisci a scrivere su un forum dedicato a uno strumento unico.


Re: da Nikk » martedì 18 settembre 2012, 22:38

All’inizio la mia attenzione era rivolta verso gli strumenti “ritmici”, come la batteria e – ancora di più – il basso. L’armonica era vista da me – ancora paperotto implume – come l’accessorio attaccato al collo di Dylan, piuttosto che De Gregori o altri ancora. Andando proprio a ritroso nella memoria, ricordo una “Bravi Alpini” riposta nel cesto dei giocattoli che avevo nella casa dei nonni (forse l’avevano regalata a mio padre o a mio zio quand’erano piccolini), ormai andata perduta chissà dove e nella quale “zufolavo” di tanto in tanto, ma che dimenticai una volta varcata la soglia dei 10 anni. Poi, quasi trentenne mi imbatto nell’armonica assistendo ad un esibizione di…Bruce Willis in tv 

Evidentemente era destino, dato che quell’esibizione mi rimane nella testa e dopo aver iniziato a scoprire, gradatamente, le enormi potenzialità espressive dell’ “urganìn” (come lo chiama mia nonna), decido finalmente di comprarmiuna Golden Melody (in C, ce l’ho ancora e funziona più che bene)…delusione totale!!! Quelle note che credevo venissero fuori senza sforzo alcuno non ne vogliono sapere di uscire (parlo del bending ovviamente) ma anziché scoraggiarmi e abbandonare tutto inizio a mettermi giù di buzzo buono e, passetto dopo passetto, comincio a prendere sempre più confidenza. Ora, che di anni ne ho 36, l’armonica è diventata una fedele compagna da portare sempre in tasca e da tirare fuori nei momenti più impensati per cavarci fuori qualche struggente riff improvvisato o anche solo un tentativo di “trenino” a volte sferragliante, altre bolso e sfiatato. L’amore per le sonorità basse e ritmiche resta nella mia predilezione per le tonalità come SOL, LA e SIb ma più di tutto sono innamorato di uno strumento unico, emozionante, così vicino all’anima di chi si avvicina a lui (pardon, a lei). Pensavo potesse essere solo un passatempo, è diventato una vera passione, e di questo ne sono super-felice.


Re: da KohaiHarp » mercoledì 19 settembre 2012, 12:01

E va bene visto che non credo di averlo mai fatto, vi racconto la mia storia.

Io sono di carattere piuttosto “spirituale” (non religioso, che è diverso), per natura spesso agisco d’istinto, mi lascio guidare quando possibile dalle “occasioni” che mi capitano e se per caso mi accade un episodio strano, di quelli un po’ surreali che ogni tanto a tutti accadono, non posso fare a meno di pensare che era “destino” che io mi trovassi lì in quel preciso momento.

Ci sono stati diversi incontri tra me e l’armonica, nel passare degli anni… Jim Belushi che suona in garage con Dan Aykroyd (“La vita secondo Jim”), il blues, i pogues, le vecchie storie di marinai, il concerto di Treves nel paese vicino…tuttavia l’episodio scatenante, quello che mi ha cacciato l’armonica in testa e che l’ha incastrata così bene che mi sembra impossibile tirarla fuori, è molto più banale e magico nello stesso tempo.

2008. Parigi. Ho appena 17 anni e sto attraversando una strada secondaria per raggiungere il resto del gruppo, non c’è molta gente in giro e il vicolo emana un intenso odore che pare…urina. Però c’è un suono, un bel suono. Un ritmo che…si può definire solo con “blues”, di quello con i contro-attributi, anche se è strano, pare strascicato…ovviamente vado a vedere. Svolto l’angolo e davanti a me c’è un clochard, seduto (la parola più corretta sarebbe “appollaiato”) su quello che sembra uno sgabello ricavato da alcune cassette della frutta. Nella mano sinistra un’armonica, nella destra un sacchetto della spesa che usa appunto per “tamponare” e strascicare le note. E lui se ne sta lì…è brutto, sporco e sufficientemente maleodorante. Ma suona e ha uno sguardo vivo, astuto…contento. Nota che lo sto ascoltando, caccia un assolo da pelle d’oca, fa una pausa in cui batte il piede a tempo, intanto sorride e mi strizza l’occhio, poi riprende.

Allora in me si fa strada uno strano pensiero…insomma: con tutte le precauzioni del caso, quello se ne sta lì e può avere vissuto una vita delle più grame, però è lì e ha ancora la sua armonica, e la sa suonare. E quando suona sa ancora sorridere di gusto, quando suona, quello, nonostante tutto è ancora felice!

All’epoca avevo 17 anni e una vecchia Pro Harp scordata di mio zio. Su quella ho imparato le basi: “Oh susanna” e le note singole, poi è finita in un cassetto. Ma lo capite da voi, era solo questione di tempo.

Per concludere, vi confesso che a quel signore con l’armonica non diedi neppure un centesimo, e ancora me ne vergogno. Il fatto è che lì per lì ero talmente preso che l’idea che lui suonasse sperando di guadagnarci qualcosa non mi aveva neppure sfiorato, e lui del resto non ha chiesto carità ad un ragazzino, non aveva neppure il classico “cappello degli spiccioli”. Però sapete, come ho detto nell’introduzione io sono uno che tutto sommato crede nel destino, e so che quando avrò imparato a suonare l’armonica come si deve mi capiterà di tornare a Parigi, casualmente lo rincontrerò e si suonerà qualcosa insieme. Poi gli comprerò una pizza e, perché no, anche un’armonica nuova come ringraziamento. Alla fine, in un certo senso, è stato lui a regalarmi un’armonica per primo, e non una Marine Band qualsiasi, ma “l’armonica interiore”. E se ti manca quella, ne sono certo, puoi comprare tutte le Marine Band del mondo senza riuscire a spernacchiare nemmeno “oh susanna”.


Ho trovato tutti questi contributi sinceri, spontanei e semplicemente fantastici tanto, per concludere questo articolo, ne utilizzerò un altro che spiega perché suonare l’armonica è terapeutico.


Messaggio da Dario79 » venerdì 9 novembre 2012, 15:31

Ciao a tutti … io piazzo qui una mia personale associazione tra ciò che è beneficio psico-fisico e tecnica legata all’armonica. Riporto a seguire uno stralcio di una notizia trovato su un portale medico e successivamente uno stralcio tratto dal portale di DoctorHarp (dal metodo Triassi, per l’esattezza):

“ [….] La Respirazione diaframmatica è una tecnica di respirazione profonda, che insegna come usare il proprio diaframma, un gruppo di muscoli nella parte inferiore dei polmoni, e i più importanti per la respirazione.

E’ spesso usata come terapia complementare per i disturbi d’ansia e può essere un aiuto oltre che per il rilassamento, anche per l’aumento di energia e capacità di resistenza [….] ” (tratto da http://www.ansiasintomi.it/esercizi-di-respirazione)

“ [….] Per l’emissione dell’aria la contrazione di questa muscolatura inizia alla basa dell’addome e, man mano che salite nel registro, l’addome viene contratto e sollevato insieme al diaframma. Indurite l’addome sin dall’inizio della contrazione.

Cercate il più possibile di sforzarvi ad emettere l’aria controllando il flusso tramite il diaframma e non tramite i polmoni. Questo vi garantirà un maggior controllo sulla pressione del fiato ed una quantità di aria maggiore. Controllate il movimento poggiando una mano sul vostro addome e guardandovi allo specchio [….] ” (tratto dal portale https://www.doctorharp.it)

Ora, giusto per dare un po’ di colore a questo parallelismo, immaginate cosa potrebbe succedere durante una vista di un medico nei confronti di una persona che ha disturbi di ansia??

“ …. dottore, mi scusi, ho frequenti risvegli notturni, apnee, inappetenza …. “ e lui, “ ….. bene, il quadro è chiaro. Le prescrivo di suonare un’armonica diatonica per 30 min prima dei pasti, 2 giri di boogie e 1 bending all’occorrenza” …. il paziente …. “grazie dottore (DoctorHarp) vado subito con la ricetta da Frank per prendere l’occorrente”…..


Giambi Leone