STORIE DI ARMONICHE

a cura di Manxcat.
Analisi ed impressioni sulle proposte musicali; storie di armoniche e di armonicisti.
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Woyzeck
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Re: STORIE DI ARMONICHE

Messaggio da Woyzeck » mercoledì 20 maggio 2020, 20:43

Molto interessante, Carlo. Mi fa piacere che tu abbia richiamato un po' l'attenzione sulle tremolo, armoniche tanto belle quanto trascurate (ormai anche dalle case produttrici),
Tra tutte mi ha colpito la Seydel Bandmaster: effettivamente ha un bel suono ed un'accordatura che permette di suonare praticamente di tutto, a meno che non vi siano troppe alterazioni in chiave. Il "mattone" Bravi Alpini, un pezzo che purtroppo tra poco sarà esposto nelle teche del Museo Preistorico Pigorini, ha quella voce nostalgica ed irresistibile, soprattutto nelle note basse (molto profonde... sembra di sentire un organo a canne in qualche cattedrale gotica).
Sono invece un po' interdetto sulle tremolo cinesi: hanno un suono un po' sferragliante che al momento non riesco a "digerire", molto diverso comunque dalla mia Golden Butterfly C/G, che in effetti suona più calda. Meglio così, per i miei gusti! ;)


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Re: STORIE DI ARMONICHE

Messaggio da Manxcat » venerdì 28 marzo 2025, 13:03

Buongiorno. Come accennato sul post di poco fa sul Music lab, vorrei fare una breve recensione di un'armonica acquistata pochi giorni fa e speditami dal Giappone dentro un pacchettino . . .



Dentro il suddetto pacchettino c'era un altro pacchettino . . .
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dentro il quale c'era una scatola contenente l'armonica. Grandi emozioni!
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Come vedete si tratta una Suzuki SCT-128 Cromatica Tremolo.

Bene, per cominciare non fatevi ammaliare dalla parola "tremolo". Le armoniche tremolo rappresentano l'essenza dell'armonica e della sua storia, come ben si evince dalla parola stessa: armonica, che ha a che fare con l'armonia e con un suono "armonioso", celestiale; le altre armoniche, tutte, sono solo dei succedanei.
Le cromatiche sono nate per l'esigenza di avere scale complete, ma non possono certo avere le caratteristiche delle tremolo! Sono un altro strumento a fiato, completamente diverso sia nel suono che nella tecnica d'uso, e diverso anche per il genere di musica a cui poterle applicare.
Le blues harp sono blues harp e non c'è altro da aggiungere. Sono piccole, economiche, portate alla ribalta da geniali musicisti che lavoravano nelle piantagioni di cotone sulle rive del Mississippi; ma a parte i virtuosismi di alcuni, che arrivano anche ad usarle a mo' di una cromatica, comunemente, per i comuni mortali, non possono certo assumere il fascino, la storia e la popolarità delle "Bravi Alpini" . . .
Tornando alle cromatiche, pensate che esistano cromatiche dal suono bello? Per me la risposta è no. E quindi, anche nel caso della SCT 128, trattasi di un encomiabile tentativo di migliorarne il suono, ma sicuramente di scarso successo ed a scapito della "suonabilità".
Cosa intendo dire? Beh, per ora sto facendo test, ma dalle prime impressioni ho rilevato non pochi problemi ed aspetti negativi, rispetto ad altre cromatiche di qualità.
Intanto, chiaramente, come dicevo, tale armonica è una cromatica, a tutti gli effetti, e poco o nulla ha a che vedere con una tremolo, sia per il suono che per il modo di suonarla. Poi appare evidente che, dovendo far vibrare due ance insieme, ci voglia molto più fiato, con tutti i problemi che questo può comportare . . .
Dobbiamo mettere in conto, inoltre, che avendo in canna 128 ance anziché 64 le probabilità di incollamento delle valvole raddoppiano.
Così come raddoppia, o anche quadrupla, la difficoltà di ottenere un suono uniforme e pulito, molto difficile da realizzare; basta variare di pochi gradi l'angolo di imboccatura, cioè l'inclinazione dell'armonica rispetto alla bocca, che si passa da un'armonica a un'ocarina, ad un clarinetto, ad un flauto; e se apri un po' la bocca, addirittura ad un organo! Tale effetto, ottenuto da note doppie, lo sentite al minuto 1:00 - 1:10 del brano che vi propongo sotto. Insomma, far vibrare le due ance in maniera uniforme richiede una precisione ed una disciplina estrema, e ciò ti toglie energie che dovresti e potresti impiegare nell'interpretazione del brano.
Insomma, molte criticità e difficoltà da affrontare, almeno per me, che credo richiedano lunghe esercitazioni per arrivare a qualche risultato soddisfacente; molto più di quanto non occorra con le "normali" cromatiche.
Purtuttavia, è e resta un bello strumento, piacevole da suonare, con quattro ottave complete, un suono unico, anche se difficile da ottenere e normalizzare.

Il primo brano che ci ho suonato, che vi propongo, è quella "Serenata di Toselli", di cui vi ho parlato e fatta ascoltare tempo fa, e l'ho scelta perché nella mia mente l'ho sempre associata a quell'armonica e pensavo che fosse un bell'accoppiamento.
Spero e mi auguro di migliorare velocemente.

Cordialmente,

Carlo
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Re: STORIE DI ARMONICHE

Messaggio da Manxcat » mercoledì 2 aprile 2025, 18:11

Ed ecco, a distanza di cinque giorni dalla prima prova riportata nel post precedente, come suona la SCT 128, in un semplice brano che tutti conoscono,
suono reale registrato con Audacity e microfono AKG C 214, senza nessun intervento di post-produzione, quale equalizzazione, riverbero, compressione.
Suono puro di questa cromatica tremolo, con l'intento di farlo sentire a chi ne fosse interessato.
Certo che rispetto a 5 giorni fa le cose sono molto cambiate, e riesco a produrre un suono uniforme e abbastanza pulito; l'incollatura delle valvole è sempre in agguato e se comincia quella se ne esce a fatica; ma in ogni caso, rispetto alle primissime impressioni espresse nel primo post, sono abbastanza contento dei miglioramenti che sono riuscito ad ottenere, che saranno ancora più evidenti, spero, nel prossimo brano che vi farò ascoltare.
Cordialmente,
Carlo
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Re: STORIE DI ARMONICHE

Messaggio da Manxcat » venerdì 4 aprile 2025, 16:31

Buonasera,
sempre ammesso e non concesso che a qualcuno un giorno possa interessare l'argomento, vengo a proporre il terzo brano suonato con la mia nuova Suzuki SCT 128, l'unica cromatica in mio possesso che non richiede l'uso del vibrato e nessun intervento di post produzione, nemmeno un po' di riverbero, come si usa spesso fare per addolcire il suono prodotto da quel tipo di armoniche.
Mi ci sono voluti un po' di giorni per prenderci un po' di confidenza, ma sento che il suono sta migliorando e le caratteristiche uniche di questo strumento cominciano a venire fuori.
Il brano, pur nella sua straordinaria bellezza, è semplice e non presenta grosse difficoltà, ma con i brani apparentemente facili la figuraccia è sempre in agguato; ti viene da pensare che sia come bere un bicchiere d'acqua, ma poi ti accorgi che occorre lo stesso impegno e la stessa concentrazione che ti richiede un brano più difficile, e capisci che ci devi mettere un po' del tuo, della tua passione e del tuo estro, che ti hanno portato a fare quella scelta, e soprattutto ti hanno portato a metterti a registrare una canzone, con il tempo e l'impegno che ciò comporta . . .
Pertanto, armonica, microfono, nessun vibrato emesso da me, nessun ritocco di post-produzione, solamente il suono puro e semplice della SCT 128.
Di questo brano esistono decine di interpretazioni, a voce e strumentali; ce ne sono di bellissime, ma quella che amo di più è la versione originale , quella di Judy Garland, colonna sonora del film "Il Mago di Oz" del 1939, allorquando la Garland aveva 17 anni e cantò questa canzone divinamente.
Buon ascolto,

Carlo
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