Ieri feci in tempo ad ascoltare il nuovo tango di Giuliano, prima che lo togliesse; come ebbi modo di dire, mi era piaciuto, come sempre, visto anche la sua padronanza nelle esecuzioni, di riuscire a suonare note dopo note senza la minima sbavatura, senza la minima incertezza; qua, nel tempo, ho letto sempre commenti privi di qualsiasi stupore per questa caratteristica, come se tutti sapessero suonare in quel modo, con quella precisione e padronanza; mi sembra di essere l'unico ad esprimere, ogni volta, questo senso di ammirazione per questa capacità di Giuliano di suonare a memoria con tanta nonchalance e senza guardare, credo, spartito e/o appunti: Io, ad esempio, seguo il "mio" spartito, di solito disseminato, oltre che dalle note sul pentagramma che ti dicono a colpo d'occhio della loro altezza e della loro durata, di segni, segnini e segnacci, a lapis, che mi aiutano a cercare di evitare alcuni errori in determinati passaggi più ostici.
Non so cosa dovrà perfezionare, ma una piccola idea ce l'ho, in base alle sensazioni di ascolto di ieri, e la voglio manifestare qui, per amore di dialettica. Una base fatta in Argentina da un altro musicista, per una melodia che verrà eseguita da un armonicista di Parma . . . .

E' chiaro che l'impresa risulti alquanto ardua e complicata, perché i modi di fare una base sono infiniti, così come quelli di interpretare la melodia di un tango. Ora, finché di tratta di una canzonetta basata su un accordo di DO maggiore ed uno di SOL settima, come ce ne sono tante, beh, problemi non ce ne sono, ma quando si tratta di un tango con accordi molto articolati, quasi tutti di quattro note, maggiori, minori, di sesta, di nona, aumentati, diminuiti o di tredicesima, allora la cosa cambia ed è facile, nel fievole suono di un'armonica, sentire qualche nota fuori dal coro, non dico stonata, ma quantomeno un po' dissonante. E quella base, secondo me, ne aveva, rispetto alla melodia suonata da Giuliano.
E quindi sentiremo cosa ci dirà lo stesso, nel momento in cui vorrà riproporci quel suo lavoro.
Bene, così ho potuto esprimere qualcosa su un brano, visto che sul mio che vado a mettere non ci trovo molto da dire, a parte la sua assoluta banalità e che risale al 1969.
Cordiali saluti.
Carlo