Woodsongs 2a parte

Sfogatevi ed esprimete le vostre cosiderazioni sull'armonica.
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the uncle
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Woodsongs 2a parte

Messaggio da the uncle » martedì 3 marzo 2009, 15:25

Salve a tutti, vi riporto un pensiero di Michael Johnathon scritto sul suo blog (http://blogs.myspace.com/index.cfm?fuse ... =474071348) sulla modernità nelle arti. Come potrete vedere, si tratta di un intervento molto profondo e scevro da facili stereotipi nostalgici di una "corrotta età dell'oro". La traduzione è mia con il consenso di Michael Johnathon.

La Grande Guerra delle Arti del XXI secolo.

Si tratta della differenza fra vedere un Van Gogh online e poterlo ammirare in un museo. E' ascoltare un CD nelle cuffie, piuttosto che vedere un artista esibirsi dal vivo. E' guardare un video su Youtube, invece che cantare quella canzone insieme alla propria famiglia riunita in salotto un mercoledì sera.

La Grande Guerra delle Arti è il conflitto fra il mondo bidimensionale e quello tridimensionale.

Tempo fa, tutta l'arte era tridimensionale. Rapiva tutti i tuoi sensi e ti immergeva nell'acqua battesimale dello spirito e della vita di un altro artista. E' proprio per questo che l'arte, l'arte vera è concepita.

Tutto è cambiato con l'avvento di due meravigliose invenzioni: la fotografia e il giradischi. Ripeto: sono meravigliosi. Ma questi e i loro figli multimediali sono meravigliosi solo nel momento in cui li collochiamo nel posto che a loro spetta.

La fotografia, che si è evoluta in televisione, schermi, iPOD, fissa un'anima tridimensionale... sia questa una montagna o un uomo o un fiore in un vaso... Relegandola nel mondo bidimensionale. L'ideale è che questo serva da ispirazione per gli altri ad uscire e vivere quella montagna, incontrare quell'uomo e sentire la fragranza di quel bellissimo fiore.

Lo stesso vale per i dischi e la radio. L'arte della musica, un tempo, fioriva in un mondo tridimensionale fatto da piccoli palchi, club e cortili, verande e salotti. Presto anche quest'arte è stata fissata e relegata al mondo bidimensionale. L'ideale è che il disco o la radio, motivino il pubblico ad imparare quella canzone o lo spingano ad andare a vedere quell'artista dal vivo. E spesso è così.

Nulla di più.

Per la prima volta nella storia dell'umanità siamo di fronte ad una generazione che entra in contatto con la musica e con l'arte principalmente nella loro forma bidimensionale.

E questo è un male. Oggi i giovani conoscono l'arte e la musica tramite auricolari scadenti, iPod, altoparlanti di computer e televisori, tramite due casse attaccate al loro stereo. Per ragazzi e famiglie, ascoltare un artista esibirsi dal vivo, sta diventando una cosa sempre più rara. In un'economia come la nostra, i luoghi di ritrovo dove poter assistere ad un concerto stanno chiudendo a decine e l'America sta diventando un Paese affamato di questi posti. L'opportunità di incontrare l'arte tridimensionale sta diventando sempre più rara.

Inoltre lo star system è concepito proprio per allontanarti dall'arte, inculcandoti l'idea malsana che solo la "Star" è davvero qualificata a suonare, per cui vieni relegato ad essere un partecipante bidimensionale. Il tuo ruolo è quello di comprarti il disco. Più lontano l'industria musicale riesce ad allontanarti dalla tua musica, più diventerai il suo cliente ideale.

Siccome il pubblico si arrende al mondo bidimensionale e gli artisti perdono la loro capacità di attirare la sua attenzione, poiché l'arte bidimensionale satura la gente con un eterno bombardamento di banalità, allora dobbiamo rivolgere il nostro sguardo ad artisti che hanno trovato un modo per far sposare i due mondi.

Viene da pensare a Pete Seeger.

Pete pubblicava i suoi dischi, andava in TV quando poteva, le sue canzoni andavano per radio... Tutto nell'intento di far sì che il mondo tridimensionale, cioè il suo pubblico, cantasse. Ed ha funzionato.

Il ruolo più bello ed più autentico del mezzo bidimensionale è quello di coinvolgere le persone reali con l'arte reale.

E' proprio quello che mi sforzo di fare a Woodsongs. Come dicevo, le tribune dei mezzi di comunicazione bidimensionali sono meravigliose. E sono uno strumento potentissimo per ispirare. Non per sostituire. Alla fine di ogni spettacolo, incoraggio sempre gli spettatori ad utilizzare quello che hanno ascoltato come motivo di ispirazione per suonare la loro musica personale.

Ed è quello che spero che voi facciate. Fate in modo che Woodsongs, sia che lo seguiate per radio, per televisione o su internet, diventi una fonte di ispirazione per spegnere tutto e suonare la vostra canzone. Cantate ai vostri bambini. Suonate per i vostri amici. Ribattezzate il vostro cuore nel magnifico mondo dell'arte tridimensionale.

E' un paradiso meraviglioso di musica e arte.

Michael.

...
Sarei felice di leggere i vostri commenti. Un saluto,
Michele.


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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da hazmat » martedì 3 marzo 2009, 23:13

straordinario e condivisibile, ma proviamo a pensare quanto è stata importante e determinante la bidimensionalità per la diffusione dell'arte
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da elwood » mercoledì 4 marzo 2009, 18:47

tutto vero e bello da immaginare, ma a mio avviso devo dire che per fortuna questi mezzi "tecnologici" hanno portato l'arte più vicino a tutti noi, ce l'hanno fatta conoscere ed apprezzare, ci hanno dato la possibilità di incuriosirci e far nascere dentro di noi delle passioni, ci stà permettendo di poter essere in contatto con l'artista che seguiamo più appassionatamente e nel mio caso mi stà aiutando ad imparare più velocemente a suonare lo strumento che amo di più, e che, se non fosse stato per internet, you tube e qualche brano scaricato non avrei mai avuto la possibilità di conoscere ed apprezzare l'armonica e ignorantemente l'avrei semplicemente considerata uno strumento di secondaria importanza.
io ringrazio you tube e la mia curiosità, ringrazio gli mp3 e le mie cuffiette scadenti, ringrazio internet e lo spazio di questo sito che viene dedicato al nostro amato strumento.....ma non sò che darei per vedere dal vivo un concerto di JJ Milteau :wink:
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da the uncle » giovedì 5 marzo 2009, 13:26

Cari Hazmat e Elwood.
Indubbiamente la facilità di diffusione e condivisione dell'arte è oggi incomparabilmente maggiore. E' altresì importante non conoscere la musica, l'arte, esclusivamente nella sua forma bidimensionale. Cioè se internet, ad es., mi permette di conoscere Picasso e mi stimola ad andare per musei e gallerie, solletica la mia curiosità, accende la mia creatività, allora l' importanza del web e la sua utilità sono innegabili. Cioè, internet raggiunge in pieno il suo nobile scopo.

Una riflessione.

Se oggi abbiamo accesso ad una quantità di informazioni come mai nella storia, non c'è forse il rischio di un'indigestione?

Insomma, in altri post di questo forum, leggevo con estremo piacere interventi come quelli di Mark o' Moon e Sergio, dove si raccontava di riunioni fra amici in stanze rassettate alla meglio , per ascoltare un disco nuovo. Quel disco veniva prestato a turno, si doppiavano le cassette, lo si barattava con altri dischi, ecc.
Sicuramente un mio coetaneo di quegli anni aveva a casa un numero di dischi neanche lontanamente paragonabile a quello di un ragazzo di oggi.

Io capisco (e condivido ) l'entusiasmo soprattutto di chi non è più un adolescente, perché è una cosa nuova e inimmaginabile soltanto dieci, quindici anni fa. Io sono di una generazione a metà fra quella che in gioventù pensava ad un computer come ad un macchinario grosso almeno quanto un armadio dell' ikea e quella che non ha mai visto un vinile o una mucca vera. Di sicuro, per un adolescente di oggi, accedere a tutte queste informazioni è normalissimo e, forse, banale. Appunto.

Io ho in memoria sul computer tanti dischi, visito regolarmente Myspace e Youtube alla ricerca di nuovi artisti, ascolto musica in continuazione. Spesso, però una canzone la sento una sola volta, altre volte ne sento solo un pezzo, dopo cinque minuti l'ho già dimenticata. Apro la mia cartella della musica, tutta divisa in generi e sottogeneri, poi vedo dei nomi... "E questo ,mo' chi 'azz è?"... e si diluiscono grandi artisti meritevoli di maggior attenzione in un marasma di roba. Inoltre ho comprato un hard disk mobile, perché tremo al solo pensiero che per colpa di uno sbalzo di corrente io possa perdere i miei 2000 dischi. -e qui si apre un altro spunto, la durevolezza dei supporti e dei la pericolante conservazione dei dati-

Sicuramente se non fosse per internet mi sarebbe impossibile entrare in contatto con voi, dato che vivo in Polonia. Spesso mi sento via msn con Nicola, sono strafelice se scribacchio qualcosa che può essere utile a qualcuno su questo forum e ne traggo io stesso insegnamento. Però ho sempre in mente (scusatemi, ma per me è un bisogno fisiologico) un giorno di incontrare personalmente quanti di voi mi sarà possibile. Sedersi attorno ad un tavolo, suonare, ridere, condividere (Elwood, magari suonare insieme i Canned Heat...).
Credo che in questo modo, Doctorharp avrà raggiunto il suo scopo più pieno, più profondo.

Con affetto,
Michele.
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da corrado » giovedì 5 marzo 2009, 14:00

Ciao zio,
i miei hobby mi portano a frequentare i giovani ma la mia generazione è forse precedente alla tua e quindi nonostante una certa elasticità mentale mi sento di essere perfettamente daccordo con te.
Corrado.
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da elwood » venerdì 6 marzo 2009, 15:20

caro Zio, forse non hai idea di quanto tu riesca sempre a farmi ricordare dei momenti della mia "gioventù" di quando in effetti con gli amici ci trovavamo per ascoltare dei dischi appena comprati su amplificatori valvolari che: ad averne uno adesso!!!!!!ce li prestavamo quei dischi oppure ce li registravamo su cassette musicali, ad ogni modo era un'occasione per aggregare le persone e condividere una passione, che adesso purtoppo è andata persa.
non è mia intenzione fare critiche riguardo ai cambiamenti della musica degli ultimi tempi, anche perchè a me la musica fondamentalmente piace tutta, ma credo che se analizziamo bene la questione, la colpa stà proprio quà: la musica ultimamente non aggrega più i giovani. eventualmente li riunisce, ma secondo me non li aggrega, non come intendo io, almeno.
e non mi inoltro in altre riflessioni.
alla soglia dei miei 40 anni (portati alla grande) :mrgreen: scoprii un genere musicale che avevo fino ad allora quasi sottovalutato: il blues, uno stile musicale che è mutato tantissimo in quasi un secolo di vita, ma che non ha mai tradito le proprie origini e come pochi altri generi musicali si presta ad unire le persone,anche in piccoli spazi, per essere ascoltato e commentato e a questo proposito ricordo con molto piacere una serata tra amici, a casa di un tizio che era tornato dagli U.S.A. e che aveva acquistato un fonografo in un mercatino delle pulci (spero di non aver detto una c.....a) ed alcuni dischi in bachelite degli anni "20 (forse è un'altra c.....a) di Ray Charles,originali di quell'epoca......ecco la sensazione fù come entrare con tutti i sensi dentro un museo, niente di paragonabile ad ascoltare un cd o un mp3....roba che al solo ricordo mi fa venire voglia di bermi un buon bicchiere di burbon e di tornare indietro nel tempo.
quella sera è nata la curiosità che poi si è trasformata in passione della musica jazz e blues.
sò di avere divagato molto scrivendo tutto questo, ma vorrei, per quanto possibile, cercare di spiegarmi meglio:
condivido appieno quanto sostieni tu e Michael Johnathon, ma ho paura che questa passione oramai sia divenuta una rarità per i giovani, salvo rare eccezioni.
spero perciò che sia la tecnologia ed internet a divulgare ed a rendere accessibile a tutti questi generi musicali divenuti oramai di nicchia: quà a firenze per esempio, a meno che non ci sia qualche evento particolare, non esistono o quasi locali dove ascoltare musica dal vivo tranne un jazz club e durante l'estate i locali all'aperto....detto questo...... :?
volevo poi aggiungere che per quanto mi riguarda i tuoi interventi sono sempre molto graditi, accurati ed interessanti, quindi sei cortesemente invitato a scrivere il più spesso possibile.
poi, non appena sarò in grado di suonare decentemente qualche riff dei Canned Heat.....ti giuro che prendo un aereo e vengo in Polonia che ce lo suoniamo su qualche palco di qualche locale....e poi magari ci becchiamo anche qualche biondina....... :wink:
alla prossima, Zio

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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da Nicola » venerdì 6 marzo 2009, 17:49

Ehi Elwood, gran bel post, davvero. Purtroppo sono nato in tempi troppo recenti per poter aver vissuto i ricordi di cui parli: ormai i tempi sono cambiati e non c'è più vera passione per la musica. Sento i miei amici e quasi tutti vanno in delirio quando vedono un dj in un locale che, il più delle volte, cambia solo i cd, senza fare niente di speciale...Sento via radio numerosissime pubblicità di festival di "musica" elettronica, eventi che poi fanno sempre e regolarmente il pienone...e lasciamo perdere le compagnie di ragazzi che girano per quei festival...
Ormai è quasi impossibile suonare con un gruppo in un locale, si preferiscono i dj e cose così. Proviamo ad immaginare i gruppi blues che fatica fanno! Ho parlato svariate volte con gestori di locali: la metà non fa musica dal vivo, l'altra metà non vuole gruppi blues perchè quando c'erano serate di questo genere poco apprezzato il locale si svuotava magicamente...
Però c'è un lato positivo in tutto questo: grazie ai tempi moderni, infatti, noi "bluesman" (e armonicisti soprattutto) non siamo soli. Mi immagino negli anni 70-80 quando i primi gruppi cercavano timidamente di farsi strada...ora grazie a internet possiamo parlare ogni giorno con altri "pazzi" che condividono le nostre stesse passioni, e sentirci un po' meno soli!
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da restelblues » venerdì 6 marzo 2009, 18:40

In effetti avete ragione tutti.
ormai tra i giovani non ce piu' la mentalita' della vera musica quella fattoca con fatica e facendosi' un mazzo cosi'....aime'... :|
ora va di moda la musica elettronica che anche gli stessi giovani o non solo che si credono grandi appassionati neppure ricordano i titoli delle "canzoni" (credetemi mi fa rabbia chiamarle canzoni).poi chissa tra tre mesi cambiera' la moda e questa musica andra' perduta e dimenticata.
pero' da un lato sono felice perche' la tecnologia,in questo caso internet, ci fa scoprire ogni giono quello che vogliamo e se non fosse stato proprio per internet ora di sicuro non sarei stato qui' a scrivere.
ciao!!
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da the uncle » venerdì 6 marzo 2009, 23:34

no, no, un attimo ragazzi...
Non si vuole assolutamente fare una gerarchia di generi musicali, né dire che oggi è peggio di prima.

I problemi sono semplicemente diversi rispetto al passato, ma nulla è senza speranza. Ho scelto di tradurre il pensiero di Johnathon, proprio perché mi sembrava equilibrato, che non cadesse, cioè, nello scontato stereotipo dei "bei tempi andati". Ogni uomo di ogni epoca storica ha avuto le sue grosse rogne. In passato c'erano altri problemi non meno seri di oggi. Qualcuno da questi probelmi si è fatto fagocitare, altri ce l'hanno fatta. E questo succederà ancora.

Inetrnet è una cosa fantastica, non lo negherò mai. Restelblues, Nicola, se siete qui su questo forum è grazie ad internet, è vero; ma se siete quello che siete è perché avete trovato nella musica un modo per elevare il vostro spirito e avreste fatto altrettanto anche se foste nati cent'anni fa. E anche cent'anni fa avreste trovato tantissima gente che si perdeva nelle piccolezze, che rifiutava di considerare ciò che è più consono alla natura umana. Internet è solo un mezzo per l'arte di diffondersi e per voi ha fuzionato in pieno, poiché non vi siete fermati all'ascolto passivo e distratto, ma avete tratto forza e ispirazione per studiare, per appassionarvi. Mi rivolgo a voi perché ho letto i vostri interventi e so che avete meno di vent'anni. Io ne ho ventinove e non è nostro diritto guardare indietro. E' nostro dovere guardare avanti.

Con affetto,
Michele.
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da ago » sabato 7 marzo 2009, 1:16

il discorso è piuttosto complesso ma come dice lo zio penso sia meglio evitare di cadere nei facili luoghi comuni che ci ricordano come prima tutto fosse più bello.
Semplificando credo si potrebbe dire che la musica rappresenta in qualche modo la società nella quale viviamo. Le forme di aggregazione hanno subito un certo tipo di evoluzione e traslazione verso la rete ma questo non vuol dire che non esistano più forme di aggregazione. Anche la musica risente di questo con tutti i pro e contro del caso. Ad ogni modo fortunatamente il mondo della musica è in costante evoluzione. Se così non fosse la musica stessa diventerebbe una forma artistica di nicchia, perchè non sarebbe rappresentazione del mondo.
Inoltre non credo che non esista più passione per la musica. Cambiano i generi ma la passione, anche partecipativa, c'è sempre. Se si comincia a non considerare come musica quella prodotta dai dj allora tutti i discorsi fatti possono avere senso ma personalmente non credo sia così. Ora che alle orecchie di molti quanto ho detto potrà risultare come una bestemmia mi sento di fare alcune considerazioni.
La prima sui generi musicali: esistono gruppi blues bravi e gruppi blues non bravi come esistono dj bravi e dj non bravi. Un dj si renderà conto della differenza che c'è tra un dj bravo e uno non bravo, ma con tutta probabilità non si rendrà conto della differenza che c'è tra un gruppo blues bravo ed uno non bravo. Io ne ho conosciuti diversi che sono riusciti a farmi apprezzare anche il lavoro che si fa dietro una console e io son riuscito a far apprezzar loro alcuni pezzi blues: basta imparare a confrontarsi. Questo per dire che se guardiamo ad altri generi senza prima "levarci l'armonica di bocca" probabilmente non apprezzeremo nient'altro. E' valso anche per me per un certo periodo.
La seconda considerazione invece su quello che secondo me è il vero problema del mondo della musica, che non è la tecnologia ma il mercato. Il collo di bottiglia del mondo della musica sono le major discografiche che hanno in mano la distribuzione e dettano insieme ai mass-media i gusti popolari della gente. Questo è un problema per tutti coloro che fanno generi meno diffusi come lo è il blues oggi. Da questo punto di vista però il mondo "2d-in rete" è la risorsa nuova che hanno i generi più di nicchia per trovare ancora aggregazione intorno a loro.
Parlando di distribuzione musicale al momento la rete è l'unica alternativa al monopolio delle major che solo ora stanno rendendosi conto che non potranno remare contro internet ma assecondarlo e sfruttarlo come nuovo canale di distribuzione. Al mercato va ricondotto anche il problema delle esibizioni dal vivo. Quante volte, credo sia capitato anche a voi, il gestore del locale preferisce il dj (non è colpa del dj ma del sistema economico che sta dietro) al gruppo perchè costa di meno e visto che c'è già da pagare la siae... e sulla questione del diritto d'autore (e qui c'è anche un problema politico) ci sarebbe da dibattere a lungo: difende la creatività o la abbatte? tutela gli autori o il portafoglio di pochi "eletti"? queste domande le giro a voi.
Anche la qualità (oggettiva) della musica mp3, cuffiette, banda adsl per lo streaming, che riducono qualitativamente l'ascolto di musica è da ricondurre a fattori di mercato. operatori telefonici e produttori hw devono sfruttare al meglio il potenziale economico di ogni tecnologia, a costo di rallentare il processo che potrebbe farci godere oggi di qualità migliore. Sfatiamo però un mito. L'mp3 a 192Kbs (o l'aac a 128Kbps se preferite un altro formato) si dice che è percettivamente trasparente ovvero per quanto vi sforziate non dinstinguerete la differenza dall'originale, quindi tutto sommato basterebbe sapere questo per garantirsi un buon ascolto (almeno in "2d"). Beh.. forse sto andando fuori tema comuque sta di fatto che credo sia importante imparare a vedere il mondo della musica come un qualcosa in divenire e non come un oggetto scolpito nella pietra fermo e statico. Il pensiero introduttivo è molto bello e semplificando spiega bene la differenza che intercorre tra esperienza e rappresentazione. Personalmente non credo che l'una sostituisca l'altra ma entrambe costruiscono il mondo della musica. Laddove c'è passione sicuramente qualcuno sarà disposto ad ascoltare la musica e ricercare anche il concerto e trovare ispirazione. Il problema è che spesso laddove non ci sono interessi economici tutto ciò che dalla passione viene prodotto è tagliato fuori mentre ciò che viene creato a tavolino dal marketing musicale viene fatto "mangiare" alla maggior parte della gente. Questo naturalmente è solo il mio parere.
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da the uncle » venerdì 28 agosto 2009, 13:14

Posto un intervento "vuoto" per far tornare questo topic in cima alla lista. Sono curiosissimo di leggere altri pareri a riguardo. Pareri graditissimi.

-Michele
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da Manxcat » venerdì 28 agosto 2009, 14:27

the uncle ha scritto:


Tempo fa, tutta l'arte era tridimensionale. Rapiva tutti i tuoi sensi e ti immergeva nell'acqua battesimale dello spirito e della vita di un altro artista. E' proprio per questo che l'arte, l'arte vera è concepita.

Tutto è cambiato con l'avvento di due meravigliose invenzioni: la fotografia e il giradischi. Ripeto: sono meravigliosi. Ma questi e i loro figli multimediali sono meravigliosi solo nel momento in cui li collochiamo nel posto che a loro spetta.

La fotografia, che si è evoluta in televisione, schermi, iPOD, fissa un'anima tridimensionale... sia questa una montagna o un uomo o un fiore in un vaso... Relegandola nel mondo bidimensionale. L'ideale è che questo serva da ispirazione per gli altri ad uscire e vivere quella montagna, incontrare quell'uomo e sentire la fragranza di quel bellissimo fiore.

Lo stesso vale per i dischi e la radio. L'arte della musica, un tempo, fioriva in un mondo tridimensionale fatto da piccoli palchi, club e cortili, verande e salotti. Presto anche quest'arte è stata fissata e relegata al mondo bidimensionale. L'ideale è che il disco o la radio, motivino il pubblico ad imparare quella canzone o lo spingano ad andare a vedere quell'artista dal vivo. E spesso è così.

Nulla di più.
"E spesso è così".
E' vero, spesso, ed io aggiungo, per fortuna, è così, ma altrettanto spesso, ed aggiungo, e questo è il problema, non è così.
Il mondo bidimensionale, per restare in tema anche da un punto di vista lessicale, non è e non può essere un mondo reale, in quanto mondo completamente virtuale. E la rappresentazione che viene fatta della realtà è spesso una rappresentazione asservita ad interessi economici ed interessi di parte. L'autore cita la fotografia, evolutasi poi in televisione . . . . Lasciamo perdere la seconda, la televisione, perchè ci vorrebbe non un Forum, ma una piazza tridimensionale, alla Beppe Grillo . . . Restiamo alla fotografia, facendo su di essa una semplice riflessione: Viviamo in un epoca talmente bidirezionale, e quindi virtuale, e quindi falsa, che l'arte della fotografia è diventata una palestra in cui occorre un minuto per scattare una foto e tre giorni per farla diventare, con l'uso del computer, quello che l'autore, o chi per lui, desidera . . . La realtà bidimensionale che ne scaturisce è una realtà costruita ad hoc e pertanto falsa, sempre, e tutti i Media ne sono la dimostrazione. Questo tanto per fare un esempio.
Se poi si pensa a tutte le altre opportuniotà che la bidimensionalità ti offre, di ingarbugliare le carte, allora si capisce che c'è da stare parecchio, parecchio attenti. Prendiamo ad esempio la nostra passione, la musica e riflettiamo cosa possa significare un evento tridimensionale, che ti offre un qualcosa di vero e irripetibile, nel bene e nel male, rispetto ad uno bidimensionale, che può sempre e comunque essere manipolato a posteriori a rapprentazione una realtà che non esiste . . .

Ritornando alla fine della citazione, quando l'autore dice "E spesso è così" devo amaramente constatare che quando non lo è, non soltanto siamo in balia di chi ci vuole proporre una realtà diversa, ma veniamo a perdere il vero sapore, il vero odore, l'essenza stessa della realtà e della vita.
Questo è quello che penso io; anch'io, come Michele, rimango in attesa di altri parere, con grande interesse, anche, ovviamente, se discordanti da quanto espresso sopra.
Saluti,
Carlo
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da the uncle » venerdì 28 agosto 2009, 15:02

Ecco, il tuo era un parere che mancava e a cui tenevo. Grazie!

Fatevi sentire, ragazzi,

-Michele
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da Max Blues » venerdì 28 agosto 2009, 15:11

Come in tutte le cose, anche nella tecnologia ci sono i pro e ci sono i contro e penso stia nel buon senso e nel buon gusto di ognuno trovare una giusta via di mezzo.
Credo sia inutile rivangare i bei tempi dei grammofoni nell' era del digitale ed aggrapparsi ostinatamente ad un passato ormai lontano (anche se continuo a suonare con un ampli del 1965...); soppesiamo i vantaggi dell' apprendimento on-line, della divulgazione della musica via internet e di quanto le distanze tra musicisti vengano annullate da un semplica click!!
E poi soffermiamoci un po' a riflettere sui danni irreparabili causati dai campionatori, dagli strumenti digitali e da tutti quei marchingegni infernali che snaturano l' arte e la musica, privandola della componente umana, della vera dote dell' esecutore e soprattutto, in opposizione a quanto detto sopra, ISOLANO!!
Studiare musica è passato di moda: basta un click e tutti suonano!!
Fare i chilometri per un concerto è una cosa sorpassata: basta un altro click!!
Come è diventato ormai obsoleto dare una telefonata all' amico: basta un altro stramaledettissimo CLICK!!!
Morale della favola? Penso che la tecnologia sia un' arma e ognuno di noi dovrebbe esserne consapevole e farne buon uso. Soltanto NOI potremo stabilire se trarne vantaggio usandola come arma di difesa o strumento per la caccia volta al sostentamento, oppure come strumento di offesa impiegato per sottoporre alle nostre volontà chiunque sia disarmato.
Disarmato ed impotente come la musica in balia del progresso!!
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da Magiscian » venerdì 28 agosto 2009, 15:29

Gente, che dire, io trovo l'intervento di Michael Johnathon un ottimo spunto per porsi delle domande significative su quello che è stato, c'è e ci sarà. Bisogna fare molta attenzione del giudizio di ciò che è bello o che nn lo è. Bisogna rendersi conto che l'evoluzione in ogni campo dell'arte è continua e se ci soffermiamo un secondo a guardare il percorso svolto sin'ora, possiamo vedere come LA TECNICA nel senso di sviluppo del sapere umano atto a "semplificare" e "migliorare" la nostra vita abbia, avuto dei risvolti veramente singolari. La nostra civiltà è partita con non poche difficoltà, avendo un potenziale altissimo e degli strumenti e delle tecniche a dir poco insufficienti . Erano meccanismi banali con i quali ci siamo sempre confrontati per migliorare, eravamo NOI a gestire la TECNICA, eravamo noi che formavamo lei in base alle nostre necessità. Ad un certo punto, ce ne siamo passati,c'è stato un risvolto imprevisto ma prevedibile, ne siamo divenuti succubi. Non siamo più noi a gestirla, ma viceversa è lei che ci controlla. Attenzione, so che sembra possa essere andato fuori tema ma gurdate. Facciamo un esempio stupido, IL TABULATO. Che cosa è ? Non è altro che un mezzo (tecnica) che sintetizza (altra parolaccia emblema del nostro tempo) lo spartito e lo rende fruibile a tutti. Perfetto, siamo riusciti a divincolarci dalla rigorosità dello spartito per passare all'imperfetto tabulato Perchè? Perchè abbiamo una necessità sempre maggiore, di sintetizzare, di facilitare tutto, spesso saltando passaggi fondamentale per la comprensione della materia stessa. L'importante è, tutto e subito forse avvolte troppo. L'orecchio, il senso del ritmo, la comprensione dei tempi, l'armonia, la composizione ---- e infine la improvvisazione questo deve essere il vero percorso. Quindi è vero che l'evoluzione della tecnica ci permette di fare molte avvolte troppe esperienze in più, ma di che qualità? Ci sono orde di ragazzi che su youtube emulano i grandi artisti ( nn parlo dei geni che in quanto tali sono un discorso apparte),ragazzi che si uccidono di tecniche astruse sul proprio strumento perdendo di vista il vero fine, la musica. Io stesso nasco in questo periodo, cresco come chitarrista dai tabulati dal mio orecchio e da qualche dictat musicale, ma, arrivato ad un certo punto si percepisce una carenza forte. Ecco secondo me spiegati i 200.000 gruppi che escono ogni giorno, che fanno 5 canzoni e poi scompaiono. Mi ricordo quando ero piccolo, mio fratello metteva su le cassette, e ,affinando un orecchio spaventoso, ritirava fuori le canzoni che gli piacevano. Richiedeva ore ore di studio dandogli però una percezione diversa della musica che andava ad eseguire.Quando sono cresciuto io ad un'età nettamente inferiore sapevo già suonare "meglio" di mio fratello, perchè c'era internet, nn dovevi sudare pe comprarti il metodo, anzi se lo facevi lo aprivi e dopo 2 secondi lo chiudevi perchè ti eri rotto. Si salta quel processo mentale di percezione e comprensione che è lo stesso che fate quando magari, per ricordarvi qualcosa, lo scrivete su un pezzo di carta e, nel momento in cui lo dovete tirare fuori, nn lo usate perchè ne avete preso coscienza. A quanti di noi è capitato, senti una canzone che ti piace, la ascolti , cerchi il tab, lo suoni un paio di volte e poi dopo 3 giorni nn te lo ricordi più. Oggi il rischio è quello di diventare dei meri esecutori. E' la perdita della reale presa di coscienza delle cose che preoccupa. Michael parlava della musica in 2D e io sono realmente d'accordo con lui, mentre non concordo pienamente con chi denigra il DJ o roba simile, bisogna sempre avere la concezione del tempo in cui si vive e la reale percezione di ciò che si osserva e si giudica... Stare su di un palco o osservare chi sta su di un palco nn è la stessa cosa. Aime la musica elettronica è parte di una evoluzione che in quanto tale è logicamente sintesi dal punto di vista esecutivo (ecco ad esempio il campionatore o una master keyboard )ma include in se dei concetti nn semplici da comprendere che però nn tutti considerano un po come per la musica acustica. Io non dico che l'evoluzione è male e tutto ciò che arriva e sta arrivando va negato, ma usato con cautela. Abbiamo degli strumenti potentissimi che però vanno usati con rispetto ed attenzione.
Michael nel suo intervento tratta anche il problema mp3 (che potremo chiamare la sintesi della musica 2d ;) ) . Bè sono o non sono un mezzo di conoscenza e divulgazione?Ben venga ma riconosciamolo in quanto tale, come una sintesi, un "falso" non abusiamone, non perdiamone l'essenza. Chi ha suonato quella canzone e registrata, l'avrà rifatta 200 volte in sessioni separate. Poi dei macchinari da studio di un certo costo hanno dato una mano a correggierla e renderla un ottima registrazione (Bene, spesso chi fa la canzone nn è tanto il cantante o il gruppo, ma il fonico, che povero cristo nn se lo caga nessuno). Finalmente ti arriva il pezzo fantastico sul pc e tu mandi a cazzola tutto il lavoro fatto comprimendolo, togliendo tutte le dinamiche e le caratteristiche che in alcune canzoni le caratterizzano. Bisogna secondo me, sapere quello che si fa.Con un clic su converti, tu magari nn sai realmente cosa stai facendo ;)............... OK, come al solito me ne sono passato :D su st'argomento potrei insistere veramente per ore quindi concludo. Secondo me Bisogna accettare l'evoluzione dei nostri mezzi e quindi dei nostri risultati, partendo sempre però da una reale comprensione di ciò che ci si pone davanti. Alla prossima ;)
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da Magiscian » venerdì 28 agosto 2009, 15:29

Orca l'oca me ne sono passato veramente scusate :oops: :oops: :oops: :oops: :oops: :oops: :oops: :oops: :oops:
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da the uncle » venerdì 28 agosto 2009, 15:41

Caro Magiscian, la tua bella faccina coricata su un mixerone da studio la dice lunga a proposito. Grazie mille per il tuo intervento. Anche Michael Johnathon non demonizza i mezzi moderni, né fa il nostalgico. Però, come dici molto bene tu, prende le distanze da un cieco e totale abbandono alla tecnologia.

Ringrazio tutti per i vostri interventi e spero che continuino.

Volevo inoltre sottoporre alla vostra attenzione la frase: "più lontano l'industria musicale riesce ad allontanarti dalla tua musica, più diventerai il suo cliente ideale".

Continuiamo così, ragazzi, che andiamo alla grande!

-Michele

P.S. per chi si fosse sintonizzato solo ora, segnalo il sito di woodsongs http://www.woodsongs.com , da cui è possibile scaricare GRATUITAMENTE le puntate sia in video che audio di questa fantastica trasmissione. Non dimenticate, però, di lasciare almeno un messaggino d'amore al buon Michael.
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da FattyJoe » venerdì 28 agosto 2009, 20:15

Mi associo anch'io a questa bella chiaccherata.

Parlo più da audiofilo che non da musicista, date le mie ovvie incapacità ^^

Prima considerazione: la fotografia (se fatta senza fotoritocco) è una forma di arte che è precisamente a cavallo fra quello che si intende come arte 3D e 2D. Per fruire di una foto va bene anche internet o la tv perchè il messaggio artistico tra chi ha scattato e chi osserva non trova impedimenti, cosa che non può avvenire ad esempio con la pittura o la scultura. Ma questo è un discorso un pò marginale sul nostro forum visto che qui si parla di musica.

Non sono d'accordo con l'approccio "ostile" alla musica elettronica, come non sono un osteggiatore della fotografia ritoccata. Io ritengo che ci voglia del talento anche per elaborare una foto al computer (ho fatto il grafico web quindi so di cosa parlo) e vale anche qui il concetto di "grafico bravo e grafico non bravo" tale e quale come riportava il pensiero di ago parlando di DJ e bluesman.

Il mio rapporto con la musica devo ammettere che è prevalentemente bidimensionale, ovvero ne fruisco solo tramite registrazioni (di qualità solitamente... almeno quello me lo concedo :P) ed è ovviamente un mio cruccio il non andare spesso a concerti ed esibizioni live. Ma concordo sul fatto che sia quello il vero spirito della musica, quella di essere eseguita dal vivo, poterla toccare, respirare, sentire che ti scivola sulla pelle e che ti fa venire il formicolìo dietro la nuca.

Per sopperire psicologicamente a questa mancanza sto cercando di imparare a suonare io. E' vero che ci sono tante tecniche e tante cose da imparare, nozioni da ricordare e cose che di "artistico" sembrano non avere nulla, e l'unico motivo che mi spinge ad andare avanti è che li vedo come in effetti sono, un mezzo e non un fine. Ad esempio, non voglio imparare i bending sull'armonica per "fare il figo" con qualche pezzo dove magari servono, voglio impararli per avere la padronanza del mio strumento e poter così un giorno esprimere la "mia" musica. E' un pò come imparare a guidare appena 18enne perchè hai bisogno/voglia di spostarti con la macchina e non semplicemente per farti bello con gli amici.

Caro zio, quella frase che hai tirato in ballo è tanto vera quanto terrificante. Le major hanno come unico scopo quello di far soldi, quindi la cultura, l'arte non sono contemplati nei loro buisness plan. Basta pensare a tutti gli "artisti" e band che vengono studiate a tavolino, tirate a lustro, riempite di brillantina e buttate su un palco a far rumore per la gioia delle tredicenni in delirio, rubando spazio ed opportunità a chi ha talento vero.

A volte sogno un mondo in cui la musica viene considerata patrimonio culturale libero, dove il diritto d'autore sia simile alle licenze Creative Commons o GPL per il software. Il brano in mp3, la "versione bidimensionale", rilasciata in maniera gratuita attraverso la rete e gli incassi veri generati solo dal merchandising, dai concerti e dagli avvenimenti live. Di sicuro sarebbe un metodo più meritocratico, meno soldi alle major e più soldi agli artisti, e contribuirebbe a ricucire lo strappo che si è generato con le esibizioni dal vivo a causa della nostra generazione forse troppo tecnologicizzata.

Che ne dite?
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da manfredischillaci » sabato 29 agosto 2009, 22:20

non posso che associarmi in toto a fattyjoe.
in media stat virtus (scusate il mio latino9.
di fatti, non scordiamo che se il rock ed il blues sono generi che richiedono l'ascolto live, altri pionieri hanno contribuito all'integrazione del digitale nella musica autentica.

vi propongo a tal proposito di ascoltare "atom heart mother suite" dei pink floyd.

(dura un po', prendetevi del tempo).

non credo che un simile capolavoro (permettetemi di definirlo così) abbia nulla da invidiare a qualche classico del mississippi.

sono solo generi diversi.

qualcuno vorrebbe per caso criticare la disco anni 80'? :twisted:
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da the uncle » domenica 30 agosto 2009, 3:45

Grazie dei vostri interventi, Fatty Joe e Manfredi.

In particolare mi è piaciuta una frase:
vi propongo a tal proposito di ascoltare "atom heart mother suite" dei pink floyd.

(dura un po', prendetevi del tempo).
E' una frase che sottolinea secondo me molto bene qual è il rischio dell'"abbuffata" di informazioni di oggi. "Prendersi del tempo" per ammirare un capolavoro è qualcosa che facciamo forse sempre meno volentieri. Non abbiamo il tempo fisico per dedicare a tutto ciò che ci circonda il tempo necessario.

Grazie, continuate così

-Michele
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da Sbad » domenica 30 agosto 2009, 9:59

Bell' argomento e belle risposte.
Che dire, tanto di cappello al "bidimensionale" utile, molto utile, io anzi, noi non saremmo qui adesso a parlarne, eppure...
Eppure anche se a volte provo, mi risulta difficile riportare a parole le emozioni provate durante uno dei tanti concerti ai quali sono stato.
Eppure è difficile spiegare tramite un post tutte le nozioni che mi vengono passate dal vivo, quando dopo un concerto mi avvicino all' armonicista e chiedo.
Benvenga il bidimensionale, purchè sia un "trampolino di lancio" per un approccio alla musica tridimensionale.
Alex.
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da manfredischillaci » domenica 30 agosto 2009, 12:53

eppure l'armonica è uno dei pochi strumenti che secondo me, tradotta in linguaggio digitale, non perde il suo fascino.

un'armonica registrata continua a trasmettere la grinta del live.

a differenza, per esempio, di un pianoforte, o anche di una chitarra acustica; strumenti che andrebbero ascoltati rigorosamente dal vivo.

che ne pensate?
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da Manxcat » domenica 30 agosto 2009, 13:07

Ti posso dire, Manfred, cosa ne penso io . . .
Io credo, come dici tu, che l'armonica possa non perdere il suo fascino anche se registrata, ma che perda il suo fascino, sia dal vivo che registrata, quando, attraverso quegli impianti da stadio che si usano oggigiorno, esagerati, non si riesce, a volte, a distinguere il suo suono da quello di una tastiera elettronica! Preferisco suonare da solo, per me, nella mia stanza, credimi, o molto meglio, preferirei ascoltare un amico che mi suona qualcosa in occasione di una qualche ipotetica, improbabile visita . . . . .
Ma questo è solo il mio pensiero.

Carlo
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da the uncle » domenica 30 agosto 2009, 13:07

Ciao Manfredi,

qualsiasi strumento, opera d'arte, rappresentazione tatrale perde inevitabilmente qualcosa nella sua trasposizione su supporto, nella sua forma bidimensionale. La cosiddetta "terza dimensione" altro non è che l'immersione totale, l'essere presenti e testimoni dell'evento (concerto, mostra e quant'altro). Evento che è, quindi, unico e irripetibile. Perfino un assolo di armonica registrato, per quanto riesca a trasmettere grinta e passione, nel momento in cui lo ascoltiamo, siamo privi dell'esperienza diretta del momento in cui è stato suonato per la prima volta. Abbiamo perso le smorfie, le movenze dell'armonicista e possiamo ricostruire solo in modo astratto, con la fantasia, l'atmosfera che poteva esserci in quel momento. Ma esserci fisicamente è tutta un'altra cosa. E' quello il vero fruire della musica e di ogni arte.

Comunque sono felicissimo dei vostri interventi, spero ne seguano ancora...

-Michele
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da the uncle » domenica 30 agosto 2009, 13:12

Leggo ora l'intervento di Manxcat,

effettivamente l'industria musicale (il cui scopo, come diceva Johnathon, è quello di allontanarti dalla tua musica) produce questo tipo di eventi. L'evento deve essere grandioso, perché l'artista ha venduto migliaia di dischi e si pretende che ne venda altre migliaia. Come diceva Michael, si inculca l'idea malsana che solo la star è autorizzata a suonare. Ma una star si crea artificialmente. Questi sono i mezzi.

Grazie, Manxcat

-Michele
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da manfredischillaci » domenica 30 agosto 2009, 14:19

mi ritrovo con il pensiero di carlo, quando dice che un pessimo service può compromettere un'evento.
è capitato anche a me...
con michele invece avrei il piacere di discuterla un po'.

la registrazione è, comunque, il mezzo per immortalare istanti che altrimenti andrebbero persi nell'aria.
la fotografia diventa arte, quando, nell'equilibrio dei suoi elementi, non compromette l'originalità del soggetto ritratto.
allo stesso modo la trasposizione digitale della musica live.
se non si fa uso di effetti "finti", ben venga!

ovvio poi, che un concertro live ha sempre uno charm che il digitale non potrà mai avere.
e non tanto per le immagini, per quello hanno già inventato i dvd...
è più una questione di sensazione, di presenza mentale nel mezzo del palco.
è un qualche cosa che è difficile riportare a parole...
in definitiva, credo la registrazione sobria, senza fronzoli, e soprattutto di qualità, possa solo aiutare la diffusione e lo sviluppo della musica.
funziona, come è già stato scritto, da bigliettino da visita.
poi, a buon intenditore il compito di andare alla ricerca dell'esecuzione originale. :wink:
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Re: Woodsongs 2a parte

Messaggio da the uncle » domenica 30 agosto 2009, 14:33

manfredischillaci ha scritto: in definitiva, credo la registrazione sobria, senza fronzoli, e soprattutto di qualità, possa solo aiutare la diffusione e lo sviluppo della musica.
funziona, come è già stato scritto, da bigliettino da visita.
poi, a buon intenditore il compito di andare alla ricerca dell'esecuzione originale. :wink:

Assolutamente d'accordo. La registrazione è un mezzo per avvicinarsi agli artisti o per richiamare eventi ormai andati (come faremmo a conoscere Hendrix?). Ma resta un mezzo, non il fine. Il fine è quello di riscoprire la musica (restiamo sulla musica, perché scriviamo in un forum di armonicisti, ma il discorso può essere allargato a tutti i campi) come momento di espressione e come momento di aggregazione. Una strimpellata fra amici, anche se non tocca le vette artistiche di un gran concerto, è preziosissima per l'essere umano.

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