PAPAVERI E PAPERE

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Luisiccu
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PAPAVERI E PAPERE

Messaggio da Luisiccu » giovedì 10 aprile 2014, 10:39

Papaveri e papere
Su un campo di grano che dirvi non so,
un dì Paperina col babbo passò
e vide degli alti papaveri al sole brillar...
e lì s'incanto'.
La papera al papero chiese
"Papà, pappare i papaveri, come si fa?"
"Non puoi tu pappare i papaveri" disse Papà.
E aggiunse poi, beccando l'insalata:
"Che cosa ci vuoi far, così e' la vita..."

"Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti,
e tu sei piccolina, e tu sei piccolina,
lo sai che i papaveri son alti, alti, alti,
sei nata paperina, che cosa ci vuoi far..."

Vicino a un ruscello che dirvi non so,
un giorno un papavero in acqua guardò,
e vide una piccola papera bionda giocar...
e lì s'incantò.
Papavero disse alla mamma:
"Mamma', pigliare una papera, come si fa?"
"Non puoi tu pigliare una papera", disse Mamma'.
"Se tu da lei ti lasci impaperare,
il mondo intero non potrà più dire..."


E un giorno di maggio che dirvi non so,
avvenne poi quello che ognuno pensò
Papavero attese la Papera al chiaro lunar...
e poi la sposò.
Ma questo romanzo ben poco durò:
poi venne la falce che il grano tagliò,
e un colpo di vento i papaveri in alto portò.
Così Papaverino se n'e' andato,
lasciando Paperina impaperata...


Su Wikipedia leggiamo:
Brano musicale composto da Mario Panzeri, Nino Rastelli e Vittorio Mascheroni, classificatosi al secondo posto del Festival di Sanremo 1952 nell'interpretazione di Nilla Pizzi.
Si tratta di un motivo allegro che sotto l'apparente demenzialità nasconde una satira politica verso i potenti, i "papaveri alti alti", mentre le papere sono coloro che subiscono il potere; la canzone riscuote un successo grandissimo, viene tradotta in quaranta lingue (addirittura in cinese, con il titolo Pappa piccolino) e frutta agli autori la cifra di quaranta milioni di lire in diritti d'autore[4], e verrà incisa anche da Bing Crosby, Eddie Constantine, Yves Montand e Beniamino Gigli.
Durante l'esecuzione al festival è da ricordare la voce di Mario Bosi, che imita quella di Paperino; secondo Gigi Vesigna, «Le parole vennero lette come riferite alla classe politica e in particolare ad Amintore Fanfani, piccolo di statura, ma potentissimo esponente della Democrazia cristiana»; l'immagine dei papaveri svettanti su un campo di grano e simboleggianti il Partito Comunista Italiano attraversati da un grande paio di forbici nell'atto di tagliarli venne usata dai Comitati Civici della Democrazia Cristiana per i manifesti elettorali di quell'anno.

Forse esagerava ed esagera chi vedeva e leggeva solo un brano divertente e scanzonato. Forse esagerava ed esagera chi vedeva e leggeva nel brano solo un satira politica.
Fatto è che la lettura pur diversa e contrastante venne oscurata dal gradimento di grandi e piccini. Ha fatto epoca. Fa ancora epoca. Oltre ai grandi citati sono numerosissimi gli interpreti, famosi e non famosi, che su questo pezzo si sono cimentati e ancora si cimentano.

Segno che l’immortalità di un brano non è solamente legato alla sua qualità. Ammesso e non concesso che esista in campo artistico l’unità di misura della qualità.

La Sanremiade di Carlo ha evidenziato nelle considerazioni dei commentatori un vasto campionario di irridenti valutazioni su cantanti e composizioni che sarebbero di scarsa qualità. Perciò stesso da dimenticare.

Fatto salvo il diritto sacrosanto di ognuno di pensarla come vuole e di avere i gusti che ha, mi permetto, timidamente, di osservare che la valutazione di un brano musicale, di un avvenimento, di un fatto culturale, e di tutto ciò che ci circonda presuppone la conoscenza e anche l’analisi del contesto in cui l’esaminato si crea e si sviluppa.

Ed allora si scopre che, come in ogni epoca, il fatto storico, culturale, musicale, ecc. è sempre e comunque sviluppo di quello che è stato e fondamento di quello che sarà. Il che non significa che sia tutto positivo o tutto negativo. Tutto grande o tutto da buttare.

Andando al concreto. Cito un esempio per tutti. Un personaggio come Claudio Villa non può essere liquidato come una macchietta antipatica e melensa. E’ stato uno che, con grande professionalità, ha fatto la storia della musica popolare italiana. Musica italiana che grazie anche a lui è stata conosciuta e apprezzata all’estero. Sulla scia di una tradizione che individuava l’Italia come “il paese del bel canto”.

Le stesse canzoni le stesse interpretazioni anche oggi come ieri vengono riproposte da artisti nazionali e internazionali con grande successo.

Il che significa che i brani musicali non erano poi così banali. Gli interpreti non erano poi così male. E’ il tempo che decreta la validità di un opera, di un fatto culturale. E’ il tempo che ci dice se un artista era veramente tale o una meteora.

Il fruitore del fatto culturale è bene che si ponga sempre in umile atteggiamento pronto ad accogliere senza pregiudizi la proposta ricevuta.

Personalmente ritengo che solo in questo modo sia possibile fruire al meglio dei messaggi culturali che ci vengono proposti.

Solo in questo modo potrò godere al meglio di ogni brano musicale che ascolto di ogni messaggio culturale che mi giunge. E’ ovvio che avrò reazioni diverse e non sempre positive. Ma è altrettanto vero che avrà più di un ripensamento. La sensibilità propria, la propria cultura varia a seconda dei tempi e del tempo. A seconda dell’ampliarsi della proprio divenire culturale.

Difficile che ad un bambino piaccia la nona di Beethoven. E’ più facile che gli piaccia da adulto.

E’ difficile che un adulto o un anziano si diletti nel leggere la “Vispa Teresa”, forse preferisce la “Divina Commedia”.

Ma visti nel contesto ci sta bene l’una e l’altra.

In fondo è il progredire della conoscenza che fa la differenza. Senza dimenticare che il progredire non necessariamente coincide con le novità.
Potrebbe anche consistere nel soffermarsi ad esaminare con occhi attenti, con orecchia tese, con mente aperta, , ed il passato, ed il presente. Nell’affacciarsi prudentemente sul futuro.
Insomma nel guardarsi dentro ed intorno con più attenzione e consapevolezza…

Dopo questo pistolotto beccatevi la mia versione di “Papaveri e papere”.
Avrete così occasione di sommergermi di critiche e di vituperi.

Mi raccomando nadateci piano. Non è colpa mia se i vostri timpani subiranno danni. E’ colpa della Tombo Lee Oskar in Fa basso che non ne ha voluto sapere di paperare come avrei voluto…

Se fossi stato un bravo armonicista…

Qua!!! Qua!!! Qua!!! E… anche altrove
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Luisiccu
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Manxcat
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Re: PAPAVERI E PAPERE

Messaggio da Manxcat » giovedì 10 aprile 2014, 12:08

Luisiccu ha scritto:
Dopo questo pistolotto beccatevi la mia versione di “Papaveri e papere”.
Avrete così occasione di sommergermi di critiche e di vituperi.
Sommergerti di "critiche e vituperi" no, ci mancherebbe altro, nei confronti di chi offre una suonatina con l'armonica! :D
Fa sempre piacere ascoltare come viene espressa una canzone famosa, che ha fatto epoca.
Sinceramente questa tua versione " a scatti" non mi affascina più di tanto, la riconosco a malapena, e la trovo troppo stravolta rispetto all'originale; forse ti sei immedesimato su Sanremo, ma non hai scelto la canzone più adatta.
In ogni caso l'ho ascoltata con piacere ed ho, come sempre, apprezzato la proposta.
Carlo
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Re: PAPAVERI E PAPERE

Messaggio da jojo61 » giovedì 10 aprile 2014, 14:16

Mi trovo d'accordo con Carlo, la canzone non è molto riconoscibile e mi sembra che non sia sempre "a metronomo", forse il brano non è riconducibile alla tecnica che usi (tecnica che non conosco).
Comunque è sempre encomiabile chi "fa sentire qualcosa" a prescindere dai gusti dell'esecutore o dell'ascoltatore e per questo non posso che ringraziare.
Saluti.
Ciaociao. Gianni.
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the rest of you can just rattle your jewelry!” J. Lennon.[/i][/color]

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Re: PAPAVERI E PAPERE

Messaggio da robertoguido » giovedì 10 aprile 2014, 23:55

Caro Luigi, interessante prologo e originale interpretazione della... "Canzonetta"
Papaveri e papere in effetti c'è tutta nella tua esecuzione che però è sopraffatta dal tuo inconfondibile stile di accompagnamento. È comunque un'esperimento interessante. Secondo me è soltanto questione di ritmo che deve essere adattato al brano ma l'idea c'è ed è, appunto, a parere mio, originale.
Il Meneghin Fuggiasco
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carlodivers
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Re: PAPAVERI E PAPERE

Messaggio da carlodivers » venerdì 11 aprile 2014, 8:22

Luisiccu ha scritto:Papaveri e papere

Andando al concreto. Cito un esempio per tutti. Un personaggio come Claudio Villa non può essere liquidato come una macchietta antipatica e melensa. E’ stato uno che, con grande professionalità, ha fatto la storia della musica popolare italiana. Musica italiana che grazie anche a lui è stata conosciuta e apprezzata all’estero. Sulla scia di una tradizione che individuava l’Italia come “il paese del bel canto”.

Le stesse canzoni le stesse interpretazioni anche oggi come ieri vengono riproposte da artisti nazionali e internazionali con grande successo.

Il che significa che i brani musicali non erano poi così banali. Gli interpreti non erano poi così male. E’ il tempo che decreta la validità di un opera, di un fatto culturale. E’ il tempo che ci dice se un artista era veramente tale o una meteora.

Il fruitore del fatto culturale è bene che si ponga sempre in umile atteggiamento pronto ad accogliere senza pregiudizi la proposta ricevuta.

Personalmente ritengo che solo in questo modo sia possibile fruire al meglio dei messaggi culturali che ci vengono proposti.

Solo in questo modo potrò godere al meglio di ogni brano musicale che ascolto di ogni messaggio culturale che mi giunge. E’ ovvio che avrò reazioni diverse e non sempre positive. Ma è altrettanto vero che avrà più di un ripensamento. La sensibilità propria, la propria cultura varia a seconda dei tempi e del tempo. A seconda dell’ampliarsi della proprio divenire culturale.

Difficile che ad un bambino piaccia la nona di Beethoven. E’ più facile che gli piaccia da adulto.

E’ difficile che un adulto o un anziano si diletti nel leggere la “Vispa Teresa”, forse preferisce la “Divina Commedia”.

Ma visti nel contesto ci sta bene l’una e l’altra.
Ciao Luigi,
bello il tuo lungo scritto riguardo il contesto della musica nel tempo che condivido pienamente.
La tua versione di " Papaveri e Papere " è originale e penso che tu volutamente l'abbia voluta eseguire non in maniera tradizionale,diciamo alla Nilla Pizzi,ma aggiungendo il tuo stile.
La melodia rimane "nascosta" all'interno della tua tecnica nel suonare che tutti noi ben conosciamo.
Una bella versione...piena di creatività.
Un caro saluto
Carlodivers
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Re: PAPAVERI E PAPERE

Messaggio da Luisiccu » venerdì 11 aprile 2014, 10:10

A proposito...
Da: LA FISARMONICA -Organologia e letteratura - Aleksi Jercog -
Edizioni musicali PHYSA... pag. 194 -195
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Re: PAPAVERI E PAPERE

Messaggio da danilo pucci » venerdì 11 aprile 2014, 11:27

Ho ascoltato la tua "Papaveri e Papere" e dopo i primi attimi di sorpresa ho messo piu' attenzione nell'ascolto. E' piacevole e con molta originalita'. I punti che ho gradito di piu' sono attorno alla meta' e tutto il finale. Bravo Luigi!
Danilo Pucci
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Re: PAPAVERI E PAPERE

Messaggio da domy » venerdì 11 aprile 2014, 19:44

Buonasera a tutti! L'impressione che ho avuto io è di un'improvvisazione sul tema di PAPAVERI E PAPERE, un po come si fa nel blues o nel jazz, naturalmente nello lo stile e nel genere di Luigi! L'ho trovato interessante e sicuramente originale, tanto fuori dalle mie corde ma potrebbe dare spunti a qualcuno! Personalmente ho apprezzato e ascoltato con piacere!! :)
Dimy
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"Mo better blues" è una lezione di vita!
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Re: PAPAVERI E PAPERE

Messaggio da Giuliano » sabato 12 aprile 2014, 10:23

Luisiccu ha scritto:Papaveri e papere

Il fruitore del fatto culturale è bene che si ponga sempre in umile atteggiamento pronto ad accogliere senza pregiudizi la proposta ricevuta.
Caro Luisiccu. Ho ascoltato il tuo brano per tre volte. Umilmente. Mi sono liberato delle presenze virtuali e ingombranti di Claudio Villa e Nilla Pizzi, ed ho immaginato di ascoltare il tuo brano per la prima volta, in viaggio, seduto sul cassone di un camion, nell’aria fresca del mattino. Senza comparazioni. E ti devo dire che ci stà perfettamente. Un brano a sé stante...Infatti penso che ogni brano dovrebbe essere considerato come una vera, propria e personale interpretazione…………..
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Re: PAPAVERI E PAPERE

Messaggio da Luisiccu » sabato 12 aprile 2014, 11:18

La provocazione ( in senso buono!) della pubblicazione dello spartito per fisarmonica solista di Giani Luporini aveva, ed ha, lo scopo di proporre alcune mie modeste riflessioni.

Non quelle di un luminare ma semplicemente quelle di un apprendista di apprendista dilettante dell’armonica (ancora!?).

In sostanza: Gianni mi ha evidenziato un fatto che mi sono fatto rimarcare da me stesso da sempre. La mia anarchia “tempistica” nel suonare. Premesso che le mie povere considerazioni che seguono non sono a mia giustificazione ma hanno senso generale.

Lo spartito in questione (ingranditelo e studiatelo con attenzione) esprime e materializza un concetto che da tempo si diffonde in tutti i generi musicali. Specialmente nella musica solistica-concertistica:

L’estrema libertà di espressione dello strumento e dell’artista. Che si serve di ogni mezzo, rumori compresi, per trasmettere emozioni e sensazioni altrimenti inesprimibili.

La musica non è Matematica. La matematica non Musica se non per i matematici. Prima della codificazione del rigo era una cosa scontata. Le emozioni non sono contabilizzabili e numerabili.

Il gusto e il sentire delle persone sono i più vari e più disparati. Non può essere altrimenti. Non si spiegherebbe come la stessa musica sia ritenuta divina per alcuni e deprimente e noiosa per altri. Si badi bene non si tratta di persone colte o non colte musicalmente. Ma di gente che detesta Wagner, ad esempio, ed esalta Verdi o viceversa.

La grandezza di un artista spesso è proprio nell'uscire dagli schemi.

Nel proporre le sue invenzioni e anche nel suonare quelle degli altri a modo proprio. Il giudizio sulla bellezza è una questione di gusti e di moti dell'anima non certamente di numeri e di pulsazioni di orologio.

Detto questo è pur vero che nel tempo si è passati sempre più dalla spontaneità e dallo spontaneismo alla codificazione dell’espressione musicale, secondo me, sulla spinta di due fondamentali esigenze:

Immortalare la musica sul supporto scritto invece che contare sulla memoria orale

Consentire in presenza di più strumenti musicali, voce umana compresa, di avere un’accettabile sincronismo.

Non c’era certamente come obiettivo quello di imbalsamare il moto dell’anima musicale in schemi prefissati. Insomma il linguaggio con cui si descrivono le emozioni non può essere confuso con le emozioni.

Il suonare da solo può accentuare l’anarchia sino a compromettere la godibilità dell’espressione musicale.

Evitare compiutamente questo è del grande artista. Cosa fuori dalla portata del piccolo Luisiccu.

Il quale però si gode i suoi sgorbi musicali in un intimo colloquio con la sua morosetta, la sua armonichetta. Si dicono tante cosucce. Si coccolano a vicenda. Al risveglio possono anche pensare: quanto siamo stati banali e ridicoli.

Che importa. Hanno vissuto della piccola poesia che li ha fatti contenti.

Come spesso capita, se ne può parlare anche con gli amici ricevendo anche qualche sfottò. Anche questo ci può stare. Salvo ricambiare a suo tempo. Sia pure non musicale.

Può capitare pure che gli stessi innamorati si accordino per suonare con altri folli come loro. Devono stare alle convenzioni sociali. Alle regole. Ed allora bando alle smancerie. E’ fondamentale pedalare con il gruppo. Avanti, march! Non sono ammesse distrazioni e licenze poetiche.

Ma che bello fare il verso al celebre strumento! Al famoso cantante. All’illustre compositore.

Si offenderanno. Chiediamo scusa. Siamo birichini. Loro capiranno. Se sono veramente grandi.

Dove volete metterlo lo sfizio di cercare di fare il verso alle papere che cantano la loro canzone preferita. E ai vanitosi paperi che conducono il canto.

Sono di famiglia contadina. I paperi, le papere ed paperotti erano di casa. Con l’incoscienza del ragazzino mi divertiva tanto rincorrerli.

Loro a quacquerare.
A dar loro da magiare e da bere.
Loro a quacquerare.

Che anarchici! Ognuno per conto suo. Ma nell’insieme un bel complesso.

Ecco con la mia armonichetta ci abbiamo tentato. Forse il tentativo non è riuscito molto bene… Pazienza.
Non siamo mica all’altezza del nostro grande Marco Muneratti alias Mark ‘O Moon. Riascoltatelo ai Giochi D’Autunno 2013 nella sensazionale interpretazione di Amazing Grace fuori dagli schemi.

https://dl.dropboxusercontent.com/u/201 ... 0Grace.mp3

Nella quacquera infinita permettetemi pure di ringraziare tutti coloro che hanno dato l’attenzione ed il tempo (non musicale) alla mia quacquerata musicale. Quelli che hanno ritenuto di commentare e quelli che non lo hanno fatto.
Grazie in modo particolare Gianni, Carlo Giusti, Roberto, Carlo Brignole, Danilo, Dimitri, Giuliano dei commenti e dei suggerimenti.

Quacquererei meglio se qualche volta riuscissi a seguirli.

Buona Pasqua a tutti.
Luisiccu
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Re: PAPAVERI E PAPERE

Messaggio da Masnado » sabato 12 aprile 2014, 15:03

Io "il tentativo" l'ho trovato comunque moooolto interessante!
E comunque sei sempre un grande!
Ma quanto scrivi??? :D :D :D
Salvatore
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Re: PAPAVERI E PAPERE

Messaggio da gillyd » sabato 12 aprile 2014, 16:37

Ciao Luisiccu, l'estemporaneità dell'artista stà proprio nel proporre le cose così come se le sente al momento .La tua versione è molto originale ,anche se ho ancora nelle orecchie i tuoi "fine inverno /inizio primavera" che giudico eccellenti .Comunque bravo .... :D :D Daniele.
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Re: PAPAVERI E PAPERE

Messaggio da Marco Benevelli » sabato 12 aprile 2014, 16:58

Ciao Luigi,
sempre lodevole: quando non suoni qualcosa di tua creazione, prendi un pezzo e lo rielabori in maniera personale. Proprio perché è personale può piacere o no ma è sempre una cosa originale.
E' sempre un piacere ascoltarti al pari di leggerti.
Un caro saluto dal continente.
Marco B.
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Re: PAPAVERI E PAPERE

Messaggio da Luisiccu » sabato 12 aprile 2014, 17:13

Grazie a voi Salvatore, Daniele e Marco per la vostra attenzione e le vostre osservazioni.
Auguri per una Pasqua nella gioia e nella serenità
Luisiccu
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