harrel ha scritto:
Io chiuderei qui,come sempre ringraziando Carlo che propone il bello e il brutto della musica che ha fatto la storia della nostro caro Paese.
Ma certo, ciascuno può pensarla come vuole: figuriamoci se alla soglia dei miei settant'anni mi meraviglio delle differenza di gusti musicali, o non capisco, o me ne importa qualche cosa . . .
E poi anch'io non sono certo immune da sentimenti della stessa specie di quelli che prova Gianni, per la musica che non mi piace, così come provo ottime sensazioni per quella che mi piace, specie se me la posso suonare da me!
Vi confesso, per esempio, che non riesco a farmi piacere il jazz, ma nemmeno il blues; non ci sono riuscito mai, in tutta la vita, e ormai non posso più farcela. E non c'è nulla di male, anzi è bene avere gusti e attitudini diverse, no? Se è un amico a proporre un brano lo ascolto sin che posso, per poterne apprezzare l'esecuzione, ma giuro che faccio fatica. Invece le canzonette, specie come quelle che sto facendo adesso, che non sono le ultime arrivate, ma addirittura le vincitrici dei vari festival di Sanremo, più o meno mi piacciono tutte e anche nelle meno belle riesco a trovarci frasi ed espressioni musicali di pregio e sentimento. Anche le meno famose, tipo "Ciao cara come stai" o "Ragazza del sud", che non conoscevo, mi hanno divertito e mi sono piaciute, e le ho suonate volentieri, forse ancor più di quelle famose. Inoltre avere una canzone da suonare con l'armonica, o per scelta di gusto o per programmazione a scopo di passatempo, è sempre un grande incentivo per un appassionato, qualunque sia la canzone, qualunque sia la base, qualunque sia il livello tecnico ed il risultato che ne scaturisce. Significa svegliarsi presto, carico di voglia di cercare la base, di cercare di migliorarla, di ricavarne lo spartito, di convertirla in un formato audio compatibile con il software di registrazione, di vedere quali passaggi risulteranno difficoltosi, pensare a quante volte la dovrai suonare per arrivare ad un certo automatismo; attaccare infine il microfono alla scheda audio, sperando di risolvere il tutto in pochi tentativi, e di arrivare ad un risultato soddisfacente, al meglio delle proprie capacità. E' un percorso straordinario, stimolante, con dei risvolti sempre diversi, inattesi, a volte nel bene, a volte nel male; a volte il tutto si risolve con una facilità maggiore rispetto alle aspettative; altre volte ci si perde in qualche piccolo imprevisto, in qualche difficoltà sottovalutata o in qualche inciampo di natura tecnica: ogni canzone, insomma, una piccola storia. E vi posso assicurare che ho scritto tutto d'un fiato, tanto mi appassiona l'idea di averne da suonare una nuova per domani!
Vorrei aggiungere che in quegli anni della seconda metà del secolo scorso, io non ero negli Stati Uniti, dove non sono mai stato, né in altre parti del mondo. Ero qua, passavo le ore dentro la 500 ad ascoltare Radio Montecarlo, aspettavo i festival di Sanremo, fino al 1970, con grande interesse; la domenica si andava a ballare e c'era l'orchestrina che suonava le nostre canzonette, quelle che la SIAE inviava a tutti i musicisti perché le eseguissero e le diffondessero, le canzoni italiane. In casa tutti cantavano quelle canzoni, il babbo le suonava col mandolino. Con gli amici si cantavano; mi ricordo una gita a Praga, ai tempi di "Sara, svegliati è primavera": eravamo in quattro; da Arezzo a Praga l'avremo cantata cento volte!
Sì, c'era qualcuno, come Gianfranco, figlio della Marchesa, che veniva l'estate, dopo la scuola, ovviamente Liceo Classico, e portava dei dischi di Cliff Richard, Frankie Laine, che parlava di Rock and Roll, verso la metà degli anni '50, ma per noi era uno snob, uno di città, al quale dovevamo insegnare tutto, perché sarebbe affogato in un bicchiere d'acqua, secondo i nostri comportamenti di ragazzi poveri e di campagna, e la sua musica non ci piaceva. Sono queste le circostanze nelle quali nascono i gusti musicali, quelle in cui ti trovi a vivere negli anni della tua adolescenza, diciamo fino a 20 anni; da esse dipendono i tuoi gusti, dall'ambiente, dalle persone che hai frequentato, dall'estrazione sociale, c'è poco da fare. E per chi è di estrazione popolare, ci vuole la musica pop . . . non vi pare?
Vorreste darmi caviale? Ostriche? Champagne? Ma no, sarebbe sprecato; meglio una fetta di pan con olio!
Ah, non avresti mica anche un pomodoro?
Buona serata e grazie a tutti coloro che sono intervenuti, grazie di cuore.
Carlo