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da Manxcat » domenica 19 aprile 2020, 15:25
Caro Woyzeck,
scusa se non ti rispondo nel merito, ma credo che non ne valga proprio la pena, e che, per la tua intelligenza, la tua passione e le tue conoscenze musicali, tu non sia e tu non debba essere uno da "tablature" (che brutta parola!).
Per cui ti do una risposta più ampia ed articolata di quanto la tua domanda richiederebbe, e poi ti prometto che non ne parleremo più, nel senso che non entrerò più nel merito di questa tua scelta, nel caso che tu volessi perseverare con le tablature.
Che cos'è la musica scritta, quello che comunemente chiamiamo "spartito"?
Diciamo che è una convenzione, la più semplice, la più razionale, la più intuitiva, la più esplicativa e quindi la più chiara, universalmente accettata da tutti i musicisti, per "scrivere" le proprie espressioni musicali, le proprie idee musicali, le proprie creazioni e renderle utilizzabili da tutti, compreso, per ovvi motivi, anche chi le ha scritte.
La rappresentazione grafica di tutto ciò si basa sulle due caratteristiche principali dei suoni che compongono una musica, una canzone, un'aria, una sinfonia: la loro altezza, quindi la loro frequenza, e la loro durata nel tempo musicale. E già con queste due indicazioni riusciamo a trasformare il rumore in musica, codificandolo secondo le nostre intuizioni ed ispirazioni.
Nella fattispecie dell'armonica a bocca il discorso è veramente molto semplice, in quanto ci basta automatizzare la nostra mente a prendere visione della predisposizione delle 7 note sul pentagramma in chiave di SOL, quella di violino, e non c'è nemmeno quella difficoltà in più che c'è, ad esempio, per il pianoforte, dove la mano destra suona in chiave di violino e la sinistra in chiave di basso.
Ma restiamo sul pragmatico e stiamo terra-terra: consideriamo un'armonica in DO, in cui il Do si ottiene dal 1° foro soffiato, il Re dal 1° foro aspirato, il Mi dal 2° foro soffiato, il Fa dal 2° foro aspirato e così via, Richter permettendo.
Ebbene, ma non ti sembra più facile che dire soffia sul foro n. 4, aspira sul foro n. 5 come ti dice una caspita di tablatura? E poi, quando hai trovato il foro su cui devi soffiare, chi ti dice quanto a lungo devi tenere la nota? E chi ti dà una visione d'insieme di quello che stai facendo, il numero successivo? Quello precedente?
Nel pentagramma abbiamo cinque righi e quattro spazi e, come tutti sanno, nella nostra chiave di violino, quella che serve a noi, nei righi, dal basso verso l'alto, ci stanno le note MI, SOL,SI,RE,FA mentre negli spazi ci stanno le note FA,LA,DO,MI; questo è tutto quello che c'è da imparare, o perlomeno buona parte di esso, e si tratta di andare ad abbinare ciascun foro dell'armonica a questi elementi del pentagramma, che ti danno immediatamente tante informazioni in più rispetto ad un numero, prima fra tutte la durata della nota, e la sua posizione rispetto alla nota precedente ed alla successiva, se, cioè, più grave o più acuta, nel contesto della melodia che si sta eseguendo. Se la nota è più in alto nel pentagramma, vuol dire che è più acuta, se è più in basso, vuol dire che è più grave, e lo si vede subito, a colpo d'occhio, senza bisogno dei numeri!
Questo per quanto riguarda l'altezza delle note e quindi la loro frequenza. Per quanto invece concerne la durata, è anch'essa una schematizzazione facilissima, la più facile che si potesse ottenere, altrimenti se ne sarebbe trovata un'altra, da quando Guido Monaco codificò la scrittura musicale!
Essa si basa sulla differenza della "gambina" della nota stessa, ed esse, queste gambine, distinguono le note in sette tipologie, più facili a vedersi che a dirsi, dalla semibreve che vale un intero (quattro quarti) alla semibiscroma che vale un sessantaquattresimo ed ha quattro "peli" sulla gamba.
Insomma, non vorrei che si confondesse questo post con una lezione di musica, ma voglio solo dire che la scrittura musicale, così come è universalmente concepita da secoli, è il modo più redditizio, ma anche il più facile, che ti consenta la lettura di un'opera musicale concepita da altri o da te stesso e quindi trascritta in modo da poterla rieseguire nella stessa maniera da chiunque vorrà farlo.
In pratica la scrittura musicale è come la scrittura di un testo, e la lettura di un testo è come la lettura di uno spartito, un modo per tramandare quello che si vuole dire, per renderlo disponibile a tutti, per ricordarlo. La lettura e la scrittura, sia di testi che della musica, si sono formate nel tempo, con il contributo di molti, e rappresentano il modo migliore per registrare e trasferire il proprio pensiero, le proprie realtà e le proprie fantasie.
Perché, quindi, adoperarsi a cercare un altro sistema, che non potrebbe che essere peggiore, e che non potrebbe avere l'universalità della scrittura convenzionale?
Perché cercare un linguaggio diverso quando ne esiste uno da secoli che è stato adottato da tutti come il migliore? Si tratta, in fondo, sempre e soltanto di trascrivere le proprie espressioni ed i propri sentimenti musicali in modo da renderli fruibili, utilizzabili, eseguibili nello stesso modo da noi stessi e da chiunque, e se esistesse un modo migliore per farlo lo avremmo già scoperto e adottato.
Intendiamoci, non sto dicendo che saper scrivere ci possa rendere dei romanzieri, o il saper leggere uno spartito con uno strumento ci faccia degli artisti; anzi, so bene che si potrebbe dettare un romanzo pur non sapendo scrivere, se dotati di talento artistico e creatività, così come essere grandi musicisti senza aver mai avuto una spartito davanti, ma se ci si deve arrabattare a risolvere il problema cercando di avvalerci delle così dette "partiture", beh, allora tanto vale mettersi bene in mente che è molto meglio ed anche più facile farlo con il pentagramma, anziché con una serie di sterili e nella fattispecie poco significativi numeri in successione! Credimi.
Per concludere, immaginatevi uno che vuole imparare a suonare il pianoforte, o un altro che vorrebbe suonare, che so, la chitarra; ebbene ce li vedete a leggere "pigia sul tasto nero n 8 e poi sul bianco n 6 . . . Premi con l'indice la seconda corda . . .
Ma quando mai???
E l'armonicista è forse più stupido? E l'armonica non è forse uno strumento musicale di pari dignità degli altri strumenti? Forse no, perché lo facciamo diventare tale usando le tablature, anziché il pentagramma, come hanno fatto, fanno e faranno tutti i musicisti, di ogni ordine e grado, di questo pianeta.
In sintesi, per suonare uno strumento musicale, a qualsiasi livello, ci sono due modi: il primo è quello di suonare ad orecchio, come si suol dire; significa padroneggiare mentalmente un brano, una melodia, un riff, un arpeggio, ed essere così abili ed esperti dello strumento stesso da riuscire a riprodurre quello si ha in mente, ammesso, come detto sopra, che quello che si ha nella mente sia corretto.
Il secondo modo consiste nello studiare la musica, unitamente e relativamente all'uso dello strumento, porsi uno spartito davanti ed imparare il pezzo; una volta imparato, anche il grande musicista suona ad orecchio, perché possiede i dati nella mente e lo suona a memoria, senza bisogno di leggere nulla, e se tiene lo spartito davanti lo fa per sicurezza, per tranquillità, per paura di perdersi, per stare più tranquillo, ma in realtà gli serve a ben poco!
Quindi tutti suoniamo ad orecchio! Ma quelli che sanno leggere la musica fanno prima e meglio ad esserne pronti! E siamo sicuri di quello che dicono, in questo caso di quello che suonano, perché lo hanno imparato leggendolo dallo spartito e non solo fidandosi della propria memoria auditiva, che spesso sbaglia!
Lascia perdere i numeri dei buchi, dammi retta. Se il brano lo conosci bene non hai bisogno della partitura; ti cerchi le note, nota dopo nota, sulla tastiera dell'armonica, ad orecchio, e magari le prime volte te le segni in successione per distinguerle tra aspirate e soffiate, che aiuta molto, ma non andare a cercare il numerino sulla tablatura, perché è una scorciatoia che serve a ben poco e non aiuta a migliorare, anzi . . .
Se di una canzone che conosci bene, una canzone facile che ti appartenga, non riesci da solo a trovarne, piano-piano, le note sull'armonica, allora lascia perdere, cambia strumento; questo è il mio consiglio.
Inoltre Woyzeck, siamo onesti, ma ti sembra possibile suonare una canzone del genere affidandosi ad una tablatura? Ma che espressività puoi dargli cercando di capire quale buco suonare, tra una nota e l'altra? Se proprio vuoi andare a buchi, perlomeno cercati un brano facile ed orecchiabile, un brano che sai fischiettare correttamente o che sai cantare quando ti radi, la mattina, correttamente, senza storpiarlo.
Va da sé che se non sei solito canticchiare o fischiettare o se addirittura non ti riuscisse e tu fossi stonato, allora non saprei proprio cosa consigliarti. Ma non lo posso proprio pensare e sono convinto che con un po' più di fiducia saprai fare benissimo. Ci scommetterei!
Un caro saluto da
Carlo
Ultima modifica di
Manxcat il domenica 19 aprile 2020, 22:04, modificato 1 volta in totale.
I can resist anything except temptation to buy a new harmonica