Chi si ricorda quel Bolero dei "
Los Indios Tabajaras" che nel 1962 era uno dei nostri "balli del mattone" preferiti? Ebbene sì, proprio quello,
Maria Elena.
Come mi è venuto in mente? Me lo ha ricordato un amico, perché io me lo ero proprio scordato; troppi erano i "balli del mattone", a quell'epoca, e all'Istituto Magistrale "Vittoria Colonna" di Arezzo eravamo oltre 600 studenti, dei quali noi ragazzi solo in 23 . . . .
Il duo brasiliano "Los Indios Tabajaras", al quale rendo omaggio questa sera con questa canzone, eseguiva alla chitarra soprattutto musica strumentale dell'America Latina, ed erano bravi quasi quanto il nostro Gianni . . . .
Tratto da Wikipedia:
Delle loro origini si sa poco, salvo che sono originari dello Stato di Ceará, nel Nordest del Brasile. La biografia proposta dalla RCA Víctor che li lanciò musicalmente afferma che i fratelli Mussapere e Herundy erano il terzo e il quarto dei trenta figli di Mitanga, uno dei capi della tribù india Tabajara, residente nelle foreste dello Stato di Ceará. Alla fine degli anni trenta del XX secolo, i due fratelli trovarono nella foresta una chitarra, abbandonata da una spedizione di bianchi. Non conoscevano inizialmente l'utilità dello strumento, ma una volta resisi conto della sua funzione, iniziarono a suonarlo finché decisero di lasciare la tribù e avventurarsi nelle civiltà urbana del Brasile.
A Rio de Janeiro, benché musicalmente ancora inesperti, suscitarono la simpatia del pubblico eseguendo tipiche canzoni tribali, finché furono contattati da un impresario per una tournée di sei anni nell'America del Sud. Poi si stabilirono in Messico, assunsero il nome individuale di Antenor e Natalicio Moreyra Lima, e chiamarono il loro duo Los Indios Tabajaras. Prese lezioni professionali di chitarra, Antenor si specializzò nell'accompagnamento e Natalicio nella melodia. Proseguirono lo studio dedicandosi al repertorio popolare brasiliano e alla musica classica, affrontando Bach, Beethoven, Fryderyk Chopin, Rimskij-Korsakov, de Falla e Albéniz.
Dopo due anni di studi, ripresero le tournée per l'America e poi per l'Europa, esibendosi con successo a Madrid, Barcellona, Roma, Atene, Lisbona, Parigi, suonando e cantando nel loro idioma, in italiano, tedesco, greco, portoghese e spagnolo.
Nel 1943 stipularono un contratto con la RCA latino americana, incidendo soprattutto numerose musiche latino-americane. Nel 1962 ottennero un grande successo in tutto il mondo con la riproposizione della canzone María Elena che avevano pubblicato quattro anni prima e composta nel 1936 da Lorenzo Barcelata. Los Indios Tabajaras incisero con la RCA fino agli anni ottanta, quando avvenne il ritiro dall'attività di Antenor, mentre Natalicio Lima continuò a esibirsi ancora una decina d'anni con la moglie Michiko.
Natalicio Lima è morto per un cancro allo stomaco il 15 novembre 2009, all'età di 91 anni.
Nella mia qualità di pseudo-musicista omnivoro, ve la racconto come la so raccontare, con la mia Super 64X.
Grazie e buon ascolto.
Carlo