Luisiccu ha scritto: ↑martedì 16 aprile 2019, 12:17
Anche il tempo di esecuzione, per uno che suona da solo, a tratti, diviene non più gabbia entro cui muoversi ma forma di espressione libera e poetica.
Un poco come il parlare, la lettura ad alta voce di un brano letterario, di una poesia.
E questo è ancora più vero quando trattasi di proprie creazioni.
Diverso il caso della musica d'insieme in cui lo scopo finale e quello di inviare un messaggio corale che interpreti sia la linea del compositore che quella di chi guida l'insieme.
Alessio nel tuo percorso cerca di esprimere sempre con l'armonica quello che senti. I risultati saranno sempre i migliori che otterrai.
Questa non l'avevo mai sentita, per cui la mia definizione è : inaudito.
E non si sta rispondendo ad un musicista di fama e talento, ad uno che le regole non le segue, ma le impone, ma ad un neo musicista principiante, per sua stessa definizione, che si sta addentrando diligentemente in un mondo a lui sconosciuto!
Nella mia, ahimè, ormai lunga vita, non ho mai sentito un brano musicale, alla radio, in tv, al cinema, alla televisione, nelle sale da ballo, nelle discoteche, a concerti ed eventi, alle feste paesane, nelle chiese, nei circhi equestri, che non fosse suonato in una successione di suoni regolati nel tempo, mai!
Questa successione di suoni regolati nel tempo costituisce il ritmo musicale, come dice Aldo Rossi nei suoi Appunti di Teoria Musicale, prefazione al Metodo Completo per la Divisione del Bona.
Un'espressione musicale, io credo, sia fatta innanzitutto di melodia, ritmo ed eventuale arrangiamento, e con essa si canta, si balla, si fa sport ed altre attività che necessitano di essere sostenute da ritmo, sia che venga suonata da un singolo musicista che da un ensemble.
Il parlare, o il recitare una poesia, credo che siano attività un po' diverse dalla musica!
Secondo me, e questo è il mio consiglio, a chiunque voglia approcciarsi ad uno strumento musicale, specie se lo fa come Alessio, con cura, impegno e diligenza, non si dovrebbe mai consigliare di esprimere quello che sente nel non rispetto di certe regole; quello che sente potrebbe essere sbagliato, non essendo basato su elementi oggettivi di esperienza e teoria musicale, e quindi prima ci si deve assoggettare a certe regole basilari, come quella di cercare di suonare a tempo, e poi, ma solo quando uno è "bravo",
e non come noi, potrà esprimersi come vorrà e prendersi anche delle licenze.
Se non si conoscono le regole di grammatica, sintassi, ortografia si può scrivere un romanzo in base a "quello che sente"? Sì, se hai uno che scrive per te; ma Alessio, mi pare di aver capito, l'armonica la suona lui stesso, ed il mio consiglio, per quanto poco possa valere, è di continuare nel rispetto della melodia, come sta facendo, e di cercare di seguire il ritmo che ha scelto per un determinato brano, dall'inizio alla fine; e mi sembra il minimo che possa suggerirgli, visto anche che non mi sembra uno in cerca di alibi alle proprie incapacità.
In my opinion.
Carlo