SalParadiso ha scritto:
Per rispondere a Renato, citando con il dovuto rispetto il grande Errol Garner: per me (purtroppo!!!!) le partiture musicali sono "cacca di mosca su un foglio bianco.
Buongiorno e grazie a tutti per i graditi riscontri; tutto sommato il Music Lab resta vivo e frequentato e spesso costituisce l'unico pallino giallo che ti informa che c'è stato un nuovo intervento da parte degli amici.
E ora la faccio lunga . . . .
Parto da quest'affermazione di Sal, per rispondere anch'io a Renato, cercando di cogliere l'occasione per aprire un dibattito non nuovo, ma che, con il turn-over di partenze e arrivi che nulla leggono e meno sanno del Forum e di coloro che vi partecipano (non dico tutti, ma una buona parte), trova sempre ragione di esistere.
Allora, Sal dice di non avvalersi, per la sua musica, di spartiti musicali di alcun genere; ebbene,
a parità di risultato, trovo molto più meritevole colui che va "ad orecchio", seguendo la propria musicalità ed il suo innato talento, che uno che è costretto a seguire uno spartito. Detto così potrebbe sembrare una bestemmia, ma spiego il mio pensiero, non senza avvertire Giuliano che è bene che si fermi qua, perché il discorso sarà lungo e articolato, troppo . . .
Scrivere la musica utilizzando il pentagramma e le varie chiavi è il modo universale per disciplinare, uniformare, codificare tale arte in maniera oggettiva, e per far sì che tutti possano esprimersi con lo stesso linguaggio, sin da quell'Inno a San Giovanni, intorno all'anno 1000 d.C., "Ut queant laxis", con cui Guido Monaco stabilì la successione delle note, così come vengono intese ai giorni nostri.
E questo, la musica scritta, rappresenta non una "difficoltà in più", ma una grande, enorme facilitazione, un grande vantaggio per tutti coloro che vi si vogliano cimentare, rendendola linguaggio comune e universale, accessibile a tutti, compresi coloro che non hanno "orecchio musicale" o che non sanno cantare, in quanto sono stonati, e che hanno poca memoria auditiva.
Senza la musica scritta, sarebbe come tramandarsi la Divina Commedia oralmente: quanti potrebbero essere coloro in grado di possederne i contenuti?
Detto questo, veniamo a Sal. Le sue espressioni musicali con il nostro strumento, il suo talento, è finalizzato soprattutto, da quello che appare a me, alla componente ritmica ed a quella armonica della musica, e poco a quella melodica. Ed ha in questo una grande esperienza, dovuta ad una altrettanto grande predisposizione. Ebbene, questi soggetti non hanno bisogno, per ricordarsi e per sapere quello che devono fare, di leggere uno spartito. Lo spartito ce l'hanno dentro la testa, e gran parte di quello che ne esce fuori è frutto di improvvisazione, tanto che se fate loro suonare più volte lo stesso brano o sullo stesso brano, ne escono versioni leggermente diverse, ma pur sempre valide e corrette. Ritmo, armonie, riff di abbellimento, patterns, accordi di accompagnamento suonati con l'armonica da parte di chi ha talento nel merito, non richiedono, secondo me, la lettura di alcuno spartito, ma solo capacità intrinseca ed esperienza.
Diverso è il discorso quando si è finalizzati alla parte melodica di una composizione, di una canzone. Quella non è una parte interpretativa; lì non c'è nulla da arrangiare, da personalizzare, da modificare, da creare; lì c'è da "interpretare", secondo il tuo modo di sentire, anche sulla base della natura dello strumento usato, ma nel rispetto assoluto di quanto è stato scritto e indicato dall'autore, se vuoi fare quella canzone; l'arrangiamento della stessa è un'altra cosa, e ben diversa; la melodia è e resta quella, unica, con quel rapporto tra le note, dall'inizio alla fine, rapporto che non si può cambiare per il fatto che si suona "ad orecchio" e il nostro orecchio non si ricorda bene. . . !
E veniamo a questo "orecchio".
Rensenior ha scritto:
Una domanda che rivolgerò anche agli altri: usi le partiture dei brani o vai a orecchio?
Intanto intendiamoci sul significato di "andare ad orecchio", altrimenti non ci capiamo.
Andare ad orecchio non significa semplicemente NON GUARDARE LO SPARTITO; se non si guarda lo spartito perché lo si è imparato talmente bene da ricordarlo a memoria, non significa andare ad orecchio; questo sia chiaro.
Andare ad orecchio significa non saper leggere la musica scritta e suonare sulla base di quanto e come la nostra memoria auditiva ricorda una certa melodia.
Ebbene, in sintesi, o si ha un grandissimo orecchio, quindi memoria auditiva, musicalità, talento, oppure gli svarioni sono sempre in agguato e, come dicevo prima, se si tratta di melodie, la cosa non è sostenibile.
Un accordo di accompagnamento al posto di un altro può essere una scelta interpretativa, ma una nota al posto di un'altra in una melodia non si può sentire, non è accettabile, meglio di gran lunga il silenzio.
Io, ad esempio, sono uno a cui piace rievocare vecchie canzoni, ridare vita a vecchie MELODIE, e della parte ritmica mi interesso poco e infatti uso quasi esclusivamente la cromatica, che è l'armonica "melodica" per eccellenza; uso inoltre spesso la prima base midi che trovo, che mi fa da riempimento e mi serve a coprire un po' le carenze tecniche sulla riproduzione della melodia, e non potrei "suonare ad orecchio". E come farei? Solo qua sul forum ho rievocato oltre 500 melodie: avrei dovuto ricordarmele tutte per filo e per segno? Sì, certo, avrei potuto fare dei pezzi, dei brandelli, degli stralci, ritornelli, delle approssimazioni, le frasi più famose ed orecchiabili . . .
Ma le melodie sono spesso articolate, fatte di un incipit, di una strofa, di vari ritornelli, di un finale, e non troverei divertente riprodurne una parte, se si vogliono rievocare, nel rispetto del loro spirito ed anche dei loro autori; ed io amo rievocarle.
Tutto questo per dire, in questa parte finale, che, per essere sicuro di quello che "dico" con l'armonica, della successione delle note che esprimo in una melodia, mi avvalgo SEMPRE dello spartito, visto che ho avuto la fortuna di trafficare col pentagramma sin da ragazzo; sono poche le canzoni che ricordo a memoria e che suono senza guardare nulla, forse 25, 30 al massimo; ho molti libri di canzoni, molti vecchi spartiti ereditati dal babbo, e quando non trovo quello mi interessa, come detto e ridetto, lo stampo dal MIDI e seguo quello.
E non è che possa uscirne una grande interpretazione, perché non ne sarei capace, ma una semplice evocazione, un ricordo, una sorta di riesumazione di un certo brano, a dimostrazione che non è morto, e, come punto fermo, nel rispetto della sua linea melodica.
E la lettura di uno spartito , se ci pensate, è il sistema più facile da seguire, quello che consente a chiunque di suonare una melodia. Non è stato inventato per complicare le cose, ma per facilitarle e renderle appannaggio di tutti.
Prendiamo, ad esempio, tra i succedanei del pentagramma, le tablature per l'armonica, quelle in cui si legge il numero del foro da suonare, preceduto dal segno + o dal segno -, a seconda che si debba soffiare o aspirare, ed altre simbologie; ebbene, ci vogliono due segni, un più ed un numero, ai quali devi associare un foro dell'armonica e ciò nonostante non sai quanto dovrà durare quella nota; nel pentagramma, con un unico segno, ne conosci l'altezza, sai se devi soffiare o aspirare, e sai anche la sua durata, senza contare, cosa da non sottovalutare, che hai una visione d'insieme della misura attuale e di quelle successive che ti mettono in condizione di prepararti a suonarle.
Questo detto in maniera elementare, non tecnica, né tantomeno accademica, e spero che Andrew non mi legga, ma il fatto è che, con un po' di esercizio, nel giro di pochi anni o anche di un solo anno si può arrivare ad un'ottima associazione di una di quelle cacatine di mosca di cui parla simpaticamente Sal al rispettivo foro dell'armonica, e tutto diventa bello, facile, avvincente, appagante, potenzialmente illimitato.
Questo, ripeto, e parlo da cromatico, ovviamente, non da bluesman, se siete interessati alla parte MELODICA della musica; se siete, invece, più interessati alla parte ritmica ed a quella armonica, come nel 90% dei casi, specie per le nuove generazioni, tutto questo che ho detto circa la lettura sul pentagramma non vale assolutamente nulla e potete continuare ad ascoltare brani su You Tube cercando di rifarli il più fedelmente possibile all'originale, come faccio io con le melodie, seguendo lo spartito anziché You Tube.
Ma la musica ed i musicisti, purtroppo, sono tutt'altra cosa.
E con questa nota triste chiudo l'argomento e vi auguro una buona giornata.
Carlo