A quanto mi risulta anche Toots Thielemans è autodidatta, sia per l'armonica, che pare iniziò a suonare proprio per caso, che per la chitarra che in origine è stato il "suo" strumento.
E credo che da solo abbia imparato anche a fischiare! Cosa che lo ha reso famoso almeno i primi tempi.
Poi non ho capito, però se qui intendiamo "autodidatta" nel senso di persona che abbia studiato prevalentemente per conto proprio o di persona che sia assurta agli onori della cronaca suonando "ad orecchio", senza cioè saper leggere le note, senza conoscere i rudimenti della scansione ritmica eccetera...
Perché anche in questo campo, in verità, di grandi artisti ce ne sono stati tantissimi; non so nel campo dell'armonica, ma almeno in quello del canto, tanti, ma davvero tanti dei più bei nomi della passata generazione, erano così (e, caso sintomatico, erano tutti "maschietti"... le "femminucce" sono sempre state più disciplinate
). E lo erano perché, differentemente da quanto avviene oggi, epoca in cui lo studio sistematico dello strumento voce ha raggiunto livelli anche didattico-metodologici parecchio raffinati, una volta si decideva (o ci si sentiva incoraggiare a tentare) la carriera, perché forniti alla nascita di "vocione".
Tuttavia, pur magari continuando a non saper leggere uno spartito, cosa nulla affatto necessaria in più di un contesto musicale anche professionale, nessuno che abbia poi lasciata una traccia importante, ha trascurato di studiare il proprio strumento, di continuare a cercare "la via" verso la sua estetica e di approfondire, aggiornarsi eccetera...
E per questa cosa, vuoi sia un maestro, vuoi sia l'ascolto dei grandi modelli, vuoi sia una disciplinatissima e rigorosissima metodologia personale, occorrono dedizione, passione e altrettanto sicuramente una massiccia dose di predisposizione.
Al di là di questo c'è la parte più bella e più piacevole per tantissimi musicisti: il piacere di fare una cosa perché ci rilassa, di scoprire un "trucco" che ci consente di risolvere il passaggio difficile, di sentirsi soddisfatti e orgogliosi senza l'onere di "doverlo fare" seppure per scelta professionale, ma solo perché e solo quando "lo si vuole".
Credetemi: fare il musicista di professione, e magari con qualche successo, può sembrare bellissimo dall'esterno... ma quasi mai è davvero così.
Il divertimento è tutto!