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Poco fa ho smontato la mia "vecchia" 280C per fotografare le ance ricostruite da me e mostrarle nella sezione "manutenzione" a sonettu a bucca che mi chiedeva alcune delucidazioni ed ho scoperto, rimontando lo strumento, che se si evita di stringere eccessivamente le viti che tengono fermi i cover, i suoni dell'ottava bassa acquistano corpo e sonorità inaspettate.
A volte capita che dopo qualche anno di onesto servizio, proprio la prima ottava delle "sedicifori" tenda a sfiatare e comunque a restituire suoni un po' "affogati": limitando la stretta delle viti (quelle dei cover non dei reedplates, ripeto) alla prima resistenza "seria" che incontra il giravite, senza continuare a stringere, il suono migliora in modo sensibilissimo.
Riflettendo, credo si tratti di un effetto simile a quello che consente al barometro di registrare le minime variazioni di pressione dell'aria: l'eccessivo avvicinarsi delle due coperture alle ance (secondo me) crea una sorta di "ingabbiamento" dell'aria con conseguente minor libertà dell'ancia stessa. Perché ciò avvenga sulla prima ottava delle "quattro ottave" credo dipenda dal fatto che si tratta di ance molto lunghe ed elastiche, quindi maggiormente sensibili alle sollecitazioni (ed infatti si suonano con molta delicatezza).
Ma vedi te, alle volte!
