OMAGGIO A . . . . .

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OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Manxcat » lunedì 4 agosto 2014, 18:19

Saluto nuovamente tutti, e questa volta lo faccio non solo a parole, ma anche con una canzone.

Intendo iniziare una nuova serie di lavori (ormai sono diventato un serial player) che raggrupperò sotto il nome di "OMAGGIO A . . .", in un unico thread, che durerà per tutto il 2014. Pertanto, ogni qualvolta avrò voglia di suonare qualcosa, per i rimanenti 5 mesi di quest'anno, sarà per un omaggio a qualche grande interprete, qualche personaggio della musica pop italiana ed internazionale, musicisti e cantanti che hanno lasciato il segno nel panorama della musica del secolo passato.

Niente di nuovo, dirà giustamente qualcuno, poiché ogni canzone che suoniamo è implicitamente un omaggio al suo autore ed al suo interprete principale.
L'idea mia, però, è quella di partire non dalla canzone, ma dal personaggio, dandone notizie, impressioni e particolare risalto per fatti ed eventi della sua vita di artista, particolari che dovrebbero servire, a chi non li conosce, a poter meglio apprezzare e capire il senso delle sue canzoni e di tutta la sua opera musicale. In pratica, poi, ma si capirà meglio dalla presentazione del primo personaggio, sapendo alcune cose di un artista, che non sempre e non tutti sanno, si può apprezzare molto meglio il significato della sua musica.
Certo che non sto per svelare alcun segreto e sto parlando di fatti ed eventi presi per la maggior parte da Wikipedia e sulle varie biografie che si trovano in rete, però vi assicuro che il contestualizzare un compositore od un cantante in un determinato periodo, unitamente ad episodi salienti della sua vita, rende le sue canzoni molto più avvincenti e godibili.

Bene, passiamo quindi al primo artista, e, conseguentemente, alla prima canzone.

L'artista è Yusuf Islam, o, se preferite, Steven Demetre Georgiu, nato nel 1948 da padre greco e madre svedese, lui di nazionalità britannica.

Lo conoscete? Ma certo che sì, perché si tratta di colui che in arte si chiama Cat Stevens, cantante e compositore inglese degli anni '70. Yusuf Islam è il nome che si è dato dopo la conversione all'Islam, mentre Steven Demetre Georgiu è il vero nome, come risulta all'anagrafe inglese.
Cat Stevens è vivo e sta bene, ed è ancora in attività; qualcuno lo avrà visto al Festival di Sanremo dell'anno scorso; rivederlo quarant'anni dopo, per me, è stato come quando ho rivisto Joan Baez ad un concerto che ha tenuto ad Arezzo qualche anno fa: un qualcosa di indescrivibilmente avvincente e commovente, qualcosa che non so assolutamente descrivere a parole, e le parole , come sapete, non mi mancano.

Da bambino ascoltava spesso musica greca, proveniente dal piano terra della casa in cui abitava, dove c'era il ristorante greco del padre e dove spesso veniva suonata musica per intrattenere i clienti; tale musica influenzerà molto le sue creazioni.
Nel 1967, non ancora ventenne, pubblica i primi due album, che ottengono un certo successo grazie a qualche canzone tipo "I love my dog". Poi, però si ammala di tubercolosi e deve trascorrere un lungo periodo in sanatorio. E qui avviene la sua maturazione, tanto che nel '70 e '71, guarito, pubblica i tre album che lo faranno diventare famoso in tutto il mondo: Mona Bone Jakon, Tea for the Tillerman e Teaser and the Firecat.
Lo stile musicale che ne esce fuori è quello che contraddistinguerà Cat Stevens per tutta la sua carriera: chitarre acustiche in primo piano, sonorità delicate, richiami alla tradizione greca, testi a metà strada tra la canzone d'amore ed il misticismo, il tutto condito dalla calda vocalità dello stesso Stevens.
Il resto fa parte della storia della musica e chi volesse approfondire non avrà certo difficoltà a reperire altri contenuti.

Nel '76 suo fratello gli regala una copia del Corano e questo fatto segnerà la sua vita futura. Si converte infatti all'Islam, nel 1977, e diventa membro della comunità musulmana di Londra, col nome di Yusuf Islam. Nel 2004 gli viene negato l'ingresso negli USA perché il suo nome compare nella lista degli indesiderati dopo gli eventi dell'11 settembre.

Yusuf Islam vive tuttora a Londra con sua moglie e i suoi cinque figli. Ha fondato associazioni benefiche come Muslim Aid e Small Kindness per assistere le vittime della carestia in Africa. Inoltre, il cantante ha donato parte delle royalties del suo Box Set americano del 2001 al fondo per le vittime degli attentati dell'11 settembre 2001.

Ma, visto che pochi leggeranno tutto questo, e per non farla troppo lunga, vengo a dire due parole sulla canzone che ho scelto per rappresentare questo bellissimo e grandissimo personaggio.
Si tratta di un brano molto popolare, che fa parte del suo album del 1970 Tea for the Tillerman, e si intitola, come Giuliano Gennari ben sa, Father and Son. Sì, Giuliano, per averlo brillantemente presentato ai Giochi scorsi! https://dl.dropboxusercontent.com/u/201 ... %20Son.mp3

A dire la verità, del fatto che l'avesse già suonato Giuliano me lo sono ricordato dopo che lo avevo registrato, ma, in ogni caso, non ci sarebbe stato alcun motivo per non rifarlo, ciascuno a modo proprio, anzi . . .

Questo è Cat Stevens ai tempi d'oro . . . http://youtu.be/Jek6iP6AuAQ
e questo è ancora lui l'anno scorso a Sanremo, sempre con la canzone che vi propongo oggi con la Suzuki SCX 56.
http://video.corriere.it/sanremo-cat-st ... 69d814c716

E pertanto, dopo di lui, non è facile farvela ascoltare e farvela apprezzare, ma ci provo. Più che con l'armonica ho cercato di suonarla con il cuore, e se le capacità tecniche sono scarse, come è logico che siano, almeno di cuore ce ne sta tanto . . . .

La canzone è impostata come un dialogo fra un padre che non capisce il desiderio del figlio di cominciare una nuova vita, ed il figlio che non riesce a spiegare il perché ma sa che deve farlo. Per la parte del padre, Stevens canta con un tono più basso, mentre usa un registro più alto ed emotivamente più coinvolgente per "recitare" la parte del figlio. Ho rifatto lo stesso con l'armonica.

Pertanto omaggio a CAT STEVENS!

Buon ascolto.

Carlo
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da robertoguido » lunedì 4 agosto 2014, 19:49

Niente male come omaggio d'inizio! Bellissimo brano e bellissima lirica.

Non conoscevo la storia è mi ha incuriosito leggerla, incluso il paradosso relativo all'11 settembre.

Come sempre ottima l'interpretazione e mi è piaciuta la scelta dell'estensione dell'armonica. Il suono però è un po' tanto compresso... mah secondo me se ci lamentiamo in po' magari da 4 Mega ce li raddoppiano ad 8 :mrgreen:
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Marco Benevelli » martedì 5 agosto 2014, 15:17

Ciao Carlo,
un apprezzamento innanzitutto per questa tua nuova idea. La tua prima proposta è una canzone che definirei senza tempo, l'ho sempre trovata molto triste ma sempre bella da ascoltare. Complimenti per la tua esecuzione, sia "bassa" che "alta" e anche, come sempre, per l'esauriente presentazione.
A presto.
Marco B.
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Giuliano » martedì 5 agosto 2014, 15:33

Meno male che la macchina si è rimessa in moto. Questi giorni senza M.L. mi hanno ricordato una sosta di due ore nel buio totale, fatta in Bulgaria negli anni ’70, su di un treno in galleria. Provare per credere...
Bella scelta Carlo. Cat Stevens, un gigante per la nostra generazione…E non solo. Poi anche un personaggio interessante, e coraggioso.
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Manxcat » mercoledì 6 agosto 2014, 16:26

E vengo anche oggi ad omaggiare un grande, pur sapendo che in questo mortorio agostiano non valga molto la pena; ma poiché il primo ascoltatore sono io stesso, e sono molto interessato, beh, a questo punto credo che non sia tutto tempo sprecato e mi piace esorcizzare le abitudini di molti in agosto.
Grazie a chi ha dato il proprio cenno di aver ascoltato Father and Son: su 19 downloadings, di cui un paio miei, quindi diciamo 17 (pochini assai), solo in 3 hanno speso una parola e ciò non mi incoraggia, ma nemmeno mi sconforta; prova ne è che sono ancora qua, nonostante che mi stia anche occupando di organizzare qualcosa per il prossimo autunno.
Ma bando alle ciance ad ai piagnistei:

Tredici figli, tre con sua moglie Rita, due adottati da due relazioni di Rita, e gli altri otto da relazioni con donne da cui si è poi separato.
Se fosse vivo sarebbe un mio coetaneo, invece è morto nel 1981 a soli 36 anni; le sue ultime parole furono rivolte al figlio Ziggy: "Money can't buy life" ("I soldi non possono comprare la vita").
Trentasei anni indescrivibilmente intensi dei quali cercherò di riassumere le fasi più salienti, ma ogni fase è saliente . . .
Stiamo parlando di Bob Marley. http://youtu.be/koJIscC8sAE
Marley, giamaicano, viene di solito identificato con il genere reggae, perché è grazie a lui che questo genere fu apprezzato in tutto il pianeta.
In molte sue canzoni denuncia l'emarginazione dei poveri nei confronti del potere, e questo è il tema principale della sua vita.
"Voglio muovere il cuore di ogni uomo nero perché tutti gli uomini neri sparsi nel mondo si rendano conto che il tempo è arrivato, ora, adesso, oggi, per liberare l'Africa e gli africani".
Già a 17 anni aderisce al rastafarianesimo e si sente molto finalizzato alla lotta contro l'oppressione razziale, che esercita attraverso la passione per la musica e per il canto, compreso quello religioso.
Aveva perso il padre a 10 anni e ne conserverà sempre un senso di rifiuto.
« Io non ho pregiudizi contro me stesso. Mio padre era bianco e mia madre era nera. Mi chiamano mezzosangue, o qualcosa del genere. Ma io non parteggio per nessuno, né per l'uomo bianco né per l'uomo nero. Io sto dalla parte di Dio, colui che mi ha creato e che ha fatto in modo che io venissi generato sia dal nero che dal bianco. »
La sua cultura musicale derivò da una chitarra autocostruita e da una vecchia radio con cui riusciva ad ascoltare gli Impressions, Ray Charles, Elvis Presley.
Formò varie band con vari nomi e nel 1964, con il gruppo dei "Wailers" arrivarono i primi successi, quali "Soul Rebel" e "400 Years".
Ma fu il 1975, con "No woman, no cry", il suo primo storico singolo, a consacrarlo alla ribalta internazionale.
Nel 1976 Bob e la moglie Rita, alla vigilia di un concerto in Giamaica, subirono un attacco da parte di un gruppo armato composto da ignoti nella residenza di Bob, e riportano entrambi serie ferite.
Nel 1976 si trasferisce in Inghilterra dove registra gli album "Exodus" e "Kaya" che rimasero nelle classifiche inglesi per molte settimane.
In Inghilterra Marley fu arrestato per possesso di piccole quantità di cannabis, mentre viaggiava verso Londra.
Nel luglio 1977, Marley notò una ferita nell'alluce destro, e pensò di essersela procurata in un incidente durante una partita di calcio. Successivamente durante un'altra partita di calcio l'unghia dell'alluce si staccò. Solo a quel punto fu fatta la diagnosi corretta: melanoma maligno che cresceva sotto l'unghia dell'alluce. Da alcuni medici gli fu consigliato di amputare l'alluce, da altri solo il letto dell'unghia; Bob scelse la seconda opzione ma il melanoma non fu curato del tutto e progredì.
Un ulteriore peggioramento della malattia lo avvertì nel volo di ritorno dalla Germania verso la Giamaica. Il volo fu quindi deviato in direzione di Miami (Florida), dove Bob venne ricoverato presso il Cedar of Lebanon Hospital, dove morì la mattina dell'11 maggio 1981.
Ricevette i funerali di stato in Giamaica, con elementi combinati dei riti delle tradizioni dell'ortodossia etiopica e Rastafari. Fu sepolto in una cappella eretta accanto alla sua casa natale a Nine Mile, insieme al suo pallone da calcio, una pianta di marijuana e i suoi semi, un anello che indossava ogni giorno, donatogli dal principe etiope Asfa Wossen e una Bibbia. Un mese dopo i funerali, fu riconosciuto a Bob Marley il Jamaica Order of Merit. Morì senza fare testamento, perché farlo significava rassegnarsi alla morte ed essere consapevole che la sua vita fosse giunta al termine.
Questa una breve sintesi per fare luce su questo grandissimo personaggio della musica reggae, di cui ho scelto di suonare proprio una delle sue più famose, se non la più famosa in assoluto, "No woman, no cry". http://youtu.be/jGqrvn3q1oo

OMAGGIO a BOB MARLEY!

Buona serata.

Carlo
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Marco Benevelli » mercoledì 6 agosto 2014, 16:50

Ciao Carlo,
ero veramente curioso di vedere cosa usciva dall'incontro dell'armonica con il reggae: ne è nato un pezzo molto calmo e sottotraccia e una ulteriore dimostrazione che riesci a maneggiare veramente tutti i generi.
Grazie e a presto.
Marco B.
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da robertoguido » mercoledì 6 agosto 2014, 20:15

ehi ma dov'è il brano?
Leggo che l'estensione MP3 è stata disattivata :cry:
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Messaggio da Manxcat » mercoledì 6 agosto 2014, 22:40

robertoguido ha scritto:ehi ma dov'è il brano?
Leggo che l'estensione MP3 è stata disattivata :cry:
Ah, ah, ah :D :o :D :o :D
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Matz » giovedì 7 agosto 2014, 20:27

ottimo omaggio, complimenti!
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da robertoguido » giovedì 7 agosto 2014, 23:10

Ohhh adesso si che va bene! Si sono ripristinati gli MP3 e il tuo pezzo è davvero uno sballo! :mrgreen:
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Manxcat » venerdì 8 agosto 2014, 8:52

Marco Benevelli ha scritto: ne è nato un pezzo molto calmo
Scelta altamente strategica . . . :D
Matz ha scritto:ottimo omaggio, complimenti!
Grazie, Antonio, per l'attenzione.
robertoguido ha scritto: il tuo pezzo è davvero uno sballo!
Per un pezzo così non basta certo una cannetta . . . :D
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Giuliano » venerdì 8 agosto 2014, 18:40

Ci ho messo piu di dieci minuti a scaricare questo brano. Spesso il segnale durante il giorno è cosi' basso che devi rinunciare...
Bella e solenne questa tua versione, Carlo. Una solennità data proprio dai 'bassi'. Forse proprio il suo piu' bel brano. Ci sono dei fenomeni che vanno oltre il generazionale, e lui era davvero uno di questi...
Qualche anno fà, durante un viaggio sull'altopiano etiope, ho scoperto l'origine della parola 'rasta'. Sono appassionato anche di storia coloniale, ed ero andato a cercare dei riscontri.
Ora pero' non voglio dilungarmi, ma un giorno vi raccontero'......
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Manxcat » sabato 9 agosto 2014, 8:39

Giuliano Gennari ha scritto: Ora pero' non voglio dilungarmi, ma un giorno vi raccontero'......
Avresti fatto molto meglio a dilungarti . . .
Se non si dilungano quei pochi che scrivono qualcosa, di cosa campiamo?

Bene.

Leonard Norman Cohen (Montréal, 21 settembre 1934) è un cantautore, poeta, scrittore e compositore canadese. È uno dei cantautori più celebri, influenti e stimati della storia della musica.
Così inizia Wikipedia, alla voce Leonard Cohen.

Nato a Montreal da una famiglia ebraica immigrata in Canada, da padre polacco e madre lituana, inizia, sin dai tempi dell'università, con la poesia e nel 1956 pubblica la sua prima raccolta di poesie, mentre nel 1957 esce un suo "reading", un disco contenente otto sue poesie recitate da lui stesso.
Si trasferisce poi a Hydra, un'isoletta della Grecia, famoso rifugio di artisti di ogni genere, e pubblica ancora diverse raccolte di poesie.
Verso la metà degli anno '60 passa al genere musicale e nel 1967 esce il suo primo disco, "Songs of Leonard Cohen", che non ottiene molto successo, per i temi un po' troppo desolanti che parlano di depressione e di morte.
Oggi, però, il suo primo disco è ritenuto a grande maggioranza il suo miglior lavoro, un capolavoro sottovalutato.
Tutti i brani di Cohen sono pervasi da misticismo e da grande malinconia, ambientati in paesaggi autunnali dove ogni perdente cerca riscatto e redenzione.
Con il secondo disco, 1969, "Song from a Room" Cohen raggiunge le alte classifiche della hit parade sia in Canada che in Inghilterra, con canzoni quali "Nancy" o la celeberrima "Bird on the Wire". http://youtu.be/Mjem3G_QsKA

Con il terzo disco entra nell'olimpo dei cantautori e il suo "Song of Love and Hate" viene considerato uno dei miglioro dischi dell'anno 1971.
Seguono molti altri successi, fino agli attuali anni 2000; in tutti questi anni cambia spesso stile e genere, passando dalla sola chitarra acustica a suoni più pieni con molti strumenti, sino ad abbandonare la chitarra per passare alla tastiera, sino ad arrivare, attraverso grandissimi successi quali "The Future" del 1992, che si aggiudica il doppio disco di platino, al recente 2012 in cui ha pubblicato un nuovo disco che riprende un vecchio concerto del 1970 all'Isola di Wight.

Cohen è buddista ed ha trascorso gran parte degli anni '90 in un monastero in California, il monastero di Mount Baldy, prendendo il nome di Jikan (Silenzioso).

La canzone che ne decretò più di tutte le altre il successo universale fu certamente la famosa e immortale "Suzanne" del 1966. http://youtu.be/otJY2HvW3Bw
La scrisse sollecitato dalla sua amica e cantante Judy Collins che aveva già interpretato alcune delle sue canzoni e che lo esortava a tentare la fortuna con la musica, anziché con la poesia, spingendolo a suonare e cantare in pubblico.
Tutti conoscerete questa canzone, che ho scelto per eseguire con una delle mie armoniche, per proporla qua in questa raccolta.

Non so se, con la mia brutta e vecchia voce, questo possa essere considerato un omaggio o un affronto, ma per me cantare a volte diventa una necessità assoluta e non riesco a trattenermi e mi consolo sperando che questo contribuisca ad esaltare ed a farvi maggiormente apprezzare la bella voce della mia fantastica Suzuki SCX 56.

Spero che Leonard Cohen susciti un minimo di interesse, soprattutto in coloro che lo conoscono poco, e che questo mio omaggio contribuisca quindi a farvelo conoscere.

E quindi:
Omaggio a LEONARD COHEN !

Grazie per l'attenzione.

Carlo
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Giuliano » sabato 9 agosto 2014, 9:07

Altro grande personaggio. A pieno titolo in questa rassegna. Sono d’accordo. Ora mi trovo in ufficio, e non posso provare, ma io l’avrei suonata sull’ottava superiore . Trovo che dei bassi cosi’ importante ‘deprimano’ questa melodía. Per lo meno, questo è il mio pensiero. Per cio’ che riguarda il tuo cantare,…ci stà ! Ma di chi è la voce femminile…?
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Manxcat » sabato 9 agosto 2014, 9:13

Giuliano Gennari ha scritto: Ma di chi è la voce femminile…?
Della base.

No, mi piace assolutamente su questa ottava, sulla stessa ottava in cui la canzone viene cantata da Cohen; anzi l'ho alzata di mezzo tono per poterla cantare io, ma avrei preferito la tonalità originale.
Stiamo parlando di Leonard Cohen e non di Orietta Berti! :D
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Marco Benevelli » sabato 9 agosto 2014, 9:40

Ciao Carlo,
questo tuo omaggio è più cantato che suonato e va bene così, nel senso che se avessi messo solo l'armonica sarebbe risultato un po' ripetitivo, almeno questa è la mia impressione. La tua "vecchia voce" mi sembra adatta, quella di Cohen è anche più profonda (è ciò che secondo me la rende unica).
Grazie della tua proposta e buon fine settimana.
Marco B.
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da robertoguido » sabato 9 agosto 2014, 19:28

bellissima
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Manxcat » domenica 10 agosto 2014, 12:53

robertoguido ha scritto:bellissima
Grazie Roberto


Buona domenica di agosto a tutti.

La mia spiaggia è qui davanti al microfono con l'armonica in bocca; mi manca un po' la brezza marina e le giovani donne in topless, ma il fatto è che un po' di venticello ce l'ho anche qui in collina e le giovani donne non guarderebbero certo me, e preferisco quindi non pensarci. Negli anni in cui mi avrebbero certamente guardato, mi sono concesso con gioia e grande disponibilità, ma ora è tempo per ambizioni diverse. . .

Partiamo da un altro eccelso, nato a Glasgow nel 1946, e che oggi ha quindi 68 anni e che per molti giovani non rappresenta forse nulla . . .
Donovan.
Per noi "vecchi" è un mito, la risposta britannica a Bob Dylan, così fu lanciato, ma che riuscì ad andare anche oltre questo cliché con cui lo avevano marchiato. Una delle sue più note e belle canzoni è "Catch the Wind", per la quale mi prenoto per un prossimo futuro, e che sicuramente suonerò, perché è troppo bella. http://youtu.be/BS8RZsOZ1Dw

Oggi vi propongo un'altra sua famosa, "Colours", che Donovan portò anche in America, patria del suo rivale Dylan, e la eseguì anche in duetto con Joan Baez.

http://youtu.be/GX3AnhefltM
http://youtu.be/QAmSKkmZWZQ

Nel suo primo periodo musicale le sue composizioni erano in puro stile folk, eseguite con sola voce e chitarra acustica; questo portò la maggior parte della stampa a paragonarlo ad una copia di Bob Dylan (Donovan l'aveva incontrato a Londra in maggio durante il tour inglese di quest'ultimo). Il film documentario Dont Look Back, che ritrae Dylan proprio durante questo Tour, mostra quanto tra i due non corresse affatto buon sangue: il giovane Dylan detestava di avere un rivale sulla scena inglese e quando i due finalmente si incontrano, in una stanza d'albergo trasformata in bivacco alcolico, ne nasce una sfida musicale che passerà alla storia. Il timido ed educato Donovan esegue To Sing for You la cui dolce melodia ricorda molto lo stile delle prime canzoni del rivale. Dylan, trincerato dietro i suoi occhiali da sole, lo ascolta muovendo la gamba fuori tempo. Poi, con fare sornione e di sfida, gli chiede la chitarra ed esegue una splendida versione di It's All Over Now, Baby Blue. A sentirla, Donovan rimane di sasso. http://youtu.be/Lc6HcA6kEJc
(chi non conoscesse questo filmato, unico e casuale, è invitato a prenderne visione e non se ne pentirà).

Ma nonostante che i giornalisti accostassero Donovan a Dylan in paragoni talvolta eccessivi, il tempo dimostrerà le loro differenze.
Già dal 1966, con l'assistenza del produttore Mickie Most (The Who, Cat Stevens ed altri), Donovan incide Sunshine Superman con sonorità psichedeliche che si discostano completamente dallo stile acustico che aveva caratterizzato l'artista agli esordi. A queste registrazioni parteciperanno musicisti come Jimmy Page e John Paul Jones (futuri membri dei Led Zeppelin) e Shawn Phillips. Il 3 settembre dello stesso anno la rivista Cash Box premia Sunshine Superman di Donovan come miglior singolo (che raggiunge la vetta della Billboard Hot 100). Il brano raggiunge anche la seconda posizione in Australia, Canada, Olanda e Regno Unito, la quarta in Irlanda, la settima in Germania e la nona in Francia
Il successo è ormai consolidato in entrambe le sponde dell'Atlantico e Donovan è quasi sempre presenza fissa in classifica. Tra il 1967 e il 1968 Donovan sforna molti dei suoi classici come Mellow Yellow, Wear Your Love Like Heaven, Jennifer Juniper (della quale verrà anche incisa una versione in lingua italiana, su testo di Paolo Limiti) e Hurdy Gurdy Man. Sempre nel 1968 l'artista, deciso anch'egli a seguire la dottrina dello yogi Maharishi Mahesh, raggiunge i Beatles in India; della comitiva in pellegrinaggio fanno parte anche il cantante dei Beach Boys Mike Love e l'attrice Mia Farrow.

Poi, come per tutti, inizia, con gli anni '70 la sua parabola discendente, con altri buoni dischi, ma ormai lontani dalle geniali intuizioni degli anni precedenti; comunque l'artista prosegue in maniera coerente e dignitosa il suo percorso, tra continui concerti, tour esteri e collaborazioni con altri artisti fino a metà anni '80, e di tanto in tanto con altri album anche successivi, sino a pochi anni fa.

OMAGGIO A DONOVAN !

In questa "Colours" che vi propongo non potevo non accennare al famoso riff di armonica che Donovan suonava in quella canzone, e l'ho messo in parte all'inizio ed in parte alla fine. Per i più attenti e appassionati di diatonica dico che Donovan la canta in LA e per il riff usa un'armonica in LA, prima posizione; io, volendola suonare con la mia Suzuki Hammond in Sol, l'ho dovuta abbassare di due semitoni.

Un'ultima cosa che vorrei dire: con questa raccolta mi vengono in mente decine e decine di grandissimi artisti che andrebbero celebrati; ho iniziato con degli stranieri, semplicemente perché dopo 63 canzoni di Sanremo, avevo voglia di cambiare musica, ma ce ne sono tantissimi anche tra gli italiani, ovviamente, e non li lascerò certo nel dimenticatoio, personaggi come Battisti, Dalla, De Gregori, Mina, Celentano, De André e tanti altri, che meritano certo di essere menzionati in questa raccolta, che credo e spero avrà lunga vita . . .

Con tanti cari saluti a tutti.

Carlo
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Marco Benevelli » domenica 10 agosto 2014, 16:50

Ciao Carlo,
per una volta, almeno una parte di quello che hai scritto mi era noto; in quanto appassionato di Bob Dylan conosco bene Don't Look Back e grazie a te ora conosco un po' meglio anche Donovan, che compare appunto nel documentario. Un omaggio quindi quanto mai gradito il tuo di oggi, del quale ti ringrazio.
A presto.
Marco B.
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da domy » domenica 10 agosto 2014, 17:34

Bella idea Carlo! Un po di storia aiuta ad ascoltare con orecchio diverso! Preferite.."F & S" e "Colours"! Gradevoli i cantati! :)
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Giuliano » domenica 10 agosto 2014, 18:20

Come tutti quanti ho anch’io le mie simpatie ed antipatie, e nella mia classifica personale non ho mai considerato Donovan un eccelso. Forse perché appunto c’è stata un’epoca in cui veniva paragonato a Bob Dylan, che, bisogna riconoscerlo, era ed è di tutt’altro spessore. Tuttavia questo è un gradevole brano, di quelli che ascolti volentieri anche quando vai in macchina, il finestrino aperto sull’estate, il vento che invade l’abitacolo… Ben suonato, Carlo, ed il Riff ci stà perfettamente, e fà molto Folk e anni ’60. E fà anche molto Joan Baez…
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Manxcat » venerdì 15 agosto 2014, 12:35

Credo che debba essere la volta di un italiano, mi sembra giusto; e comincio con Fabrizio De André.

Ha lasciato questo mondo nel 1999, a 59 anni, lasciandoci tante belle canzoni. Queste raccontano storie di emarginati, ribelli e prostitute e sono vere e proprie poesie.
La popolarità e l'alto livello artistico del suo canzoniere hanno spinto alcune istituzioni a dedicargli vie, piazze, parchi, biblioteche e scuole, dopo l'improvvisa scomparsa.
Insieme a Bruno Lauzi, Gino Paoli, Umberto Bindi e Luigi Tenco è uno degli esponenti della cosiddetta Scuola Genovese, un nucleo di artisti che rinnovò profondamente la musica leggera italiana.

Non si può certo raccontare qua la vita di questo grande artista, ma, seguendo quanto si può trovare sui vari siti che parlano di lui, cito alcuni episodi e fatti fondamentali, giusto per inquadrare meglio il personaggio e stimolare la curiosità di chi volesse approfondire.

A 18 anni il cantautore frequentò alcuni corsi di Lettere e altri di Medicina presso l'Università di Genova prima di scegliere la facoltà di giurisprudenza, ispirato dallo stesso padre e dal fratello maggiore Mauro, che diverrà un noto avvocato. A sei esami dalla laurea, con i primi contratti discografici, lasciò e decise di intraprendere una strada diversa: la musica (suo fratello sarebbe divenuto uno dei suoi fan più fedeli e critici).
Successivamente ad un primo e problematico approccio, determinato dalla decisione dei genitori di avviarlo allo studio del violino, il folgorante incontro con la musica avvenne con l'ascolto di Georges Brassens, del quale De André tradurrà alcune canzoni, inserendole nei primi album. La passione, poi, aveva preso corpo anche grazie alla "scoperta" del jazz e all'assidua frequentazione degli amici Luigi Tenco, Umberto Bindi, Gino Paoli, del pianista Mario De Sanctis ed altri, con cui iniziò a suonare la chitarra e a cantare nel locale "La borsa di Arlecchino".
De André, in questi anni, condusse una vita sregolata ed in contrasto con le consuetudini della sua famiglia, frequentando amici di tutte le estrazioni culturali e sociali e viaggiando; la sua compagna, nel periodo 1960-61, fu una prostituta di via Prè, Anna (con grande disappunto del padre), mentre vive, per alcuni periodi dal 1957, ospite in casa di un amico tetraplegico. Sovente, con l'amico d'infanzia Paolo Villaggio, cercava invece di sbarcare il lunario con lavori saltuari, anche imbarcandosi, d'estate, sulle navi da crociera come musicista per le feste di bordo. Secondo Villaggio, alcune volte si esibirono assieme a Silvio Berlusconi, anche lui cantante da crociera in gioventù.
Simpatizzerà sempre per le idee anarchiche, influenzato anche dal suo cantautore prediletto, il citato Georges Brassens, da lui considerato come un maestro di vita. Al corrente del carattere burrascoso del cantante e poeta francese, non vorrà mai conoscerlo di persona, per timore di rimanerne deluso, anche se lo stesso Brassens loderà la qualità delle traduzioni delle sue canzoni effettuate da De André. Nel 1957 si iscrive alla Federazione Anarchica Italiana (FAI) di Carrara.
La prima moglie di De André fu una ragazza di famiglia borghese, Enrica Rignon detta "Puny", con la quale ebbe alla fine del 1962 il figlio Cristiano, per poi separarsi da lei a metà degli anni settanta.
In seguito al matrimonio e alla nascita del figlio, il ventiduenne Fabrizio fu pressato dalla necessità di provvedere al mantenimento della famiglia e trovò un impiego in un istituto scolastico privato come insegnante.
Lasciata l'università e la professione di insegnante, negli anni successivi De André andò affermandosi sempre più come personaggio riservato e musicista colto, abile nel condensare nelle proprie opere varie tendenze ed ispirazioni: le atmosfere degli storici cantautori francesi, tematiche sociali trattate sia con crudezza sia con metafore poetiche, tradizioni musicali di alcune regioni italiane e mediterranee sonorità di ampio respiro internazionale e l'utilizzo di un linguaggio inconfondibile e, al tempo stesso, quasi sempre semplice per essere alla portata di tutti.
Nel 1964 incide La canzone di Marinella, che gli darà il grande successo e la notorietà a livello nazionale tre anni dopo, quando sarà interpretata da Mina; il testo è in apparenza fiabesco ma ispirato a un fatto di cronaca, l'omicidio di Maria Boccuzzi, una prostituta assassinata a colpi di pistola e gettata nel fiume Olona, tra Rho e Milano.
Il resto è storia contemporanea, che tutti conoscono. Vale la pena ricordare il rapimento.
Nella seconda metà degli anni settanta, in previsione della nascita della figlia Luisa Vittoria, De André si stabilisce nella tenuta sarda dell'Agnata, a due passi da Tempio Pausania, insieme a Dori Ghezzi, sua compagna dal 1974, poi sposata nel 1989.
La sera del 27 agosto 1979, la coppia fu rapita dall'anonima sequestri sarda e tenuta prigioniera nelle pendici del Monte Lerno presso Pattada, per essere liberata dopo quattro mesi (Dori fu liberata il 21 dicembre alle undici di sera, Fabrizio il 22 alle due di notte, tre ore dopo), dietro il versamento del riscatto, di circa 550 milioni di lire, in buona parte pagato dal padre Giuseppe.
Prima, durante e dopo il sequestro, alcuni giornali fecero uscire illazioni e falsità, talune che legavano il rapimento perfino alle Brigate Rosse, a motivi personali, ad uno sfondo politico.
Intervistato all'indomani della liberazione (il 23 dicembre in casa del fratello Mauro) da uno stuolo di giornalisti, De André tracciò un racconto pacato dell'esperienza («...ci consentivano, a volte, di rimanere a lungo slegati e senza bende») ed ebbe parole di pietà per i suoi carcerieri («Noi ne siamo venuti fuori, mentre loro non potranno farlo mai»)

Dopo il concerto a Roccella Ionica, il 13 agosto del 1998, era prevista un'altra tappa a Saint Vincent il 24 dello stesso mese. Tuttavia durante le prove De André sembrò scoordinato e a disagio: non riusciva a sedersi e imbracciare la chitarra come voleva e aveva anche un forte dolore al petto. Il cantautore gettò via la chitarra e non tenne il concerto quella sera (i biglietti furono poi risarciti). In spiegazione a quanto accaduto, qualche giorno dopo gli fu diagnosticato un carcinoma polmonare, che lo portò a interrompere definitivamente i concerti.
De André fu ricoverato solo verso la fine del novembre 1998, quando ormai la malattia era ad uno stato avanzato: uscì dall'ospedale solo il giorno di Natale, per poter trascorrere le festività a casa insieme alla famiglia, quando i medici ormai disperavano di salvarlo.
La notte dell'11 gennaio 1999, alle ore 02:30, Fabrizio De André morì all'Istituto dei tumori di Milano, dove era stato ricoverato con l'aggravarsi della malattia.

Essendo ferragosto, e volendo uscire da queste note tristi, ho scelto di proporre una delle sue canzoni più ironiche ed allegre, Carlo Martello, che tutti conoscerete. Per suonarla ho usato la Super 64X e un po' di voce a mo' di "botta e risposta", per personalizzare il tutto.

Sono state un paio d'orette trascorse in allegria con grande divertimento.

Buon ferragosto e . . . .

OMAGGIO a Fabrizio De André !

Carlo
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Giuliano » venerdì 15 agosto 2014, 16:30

Carlo. Hai fatto un bel ritratto di Fabrizio de André. Anche la canzone che hai scelto rappresenta bene il De André dei primi tempi. La sua fine prematura mi ricorda, in parallelo, quella di Augusto Daolio, leader dei Nomadi. La stessa fine di De André..... Ero presente al suo ultimo concerto coi Nomadi, nel ‘92. Era arrivato su di un’ambulanza, ed aveva cantato praticamente da coricato, ma coriaceo, caparbio come sempre, sino all’ultimo……
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Marco Benevelli » venerdì 15 agosto 2014, 17:43

Ciao Carlo,
complimenti per questa tua interpretazione veramente a tutto tondo con voce ed armonica, completata con la consueta "enciclopedica" presentazione. Per quanto riguarda De Andrè, ho una particolare predilezione per la canzone dell'amore perduto, pezzo legato ad un lontano ricordo.
Grazie per la tua proposta ferragostana; un saluto a tutti e buon fine settimana.
Marco B.
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Manxcat » venerdì 15 agosto 2014, 18:12

Giuliano Gennari ha scritto:Carlo. Hai fatto un bel ritratto di Fabrizio de André.
Eh sì, un bel ritratto . . . Grazie mille . . .
Peccato che siamo qua a cercare di suonare l'armonica, e non a fare i ritratti . . . .
Marco Benevellli ha scritto: completata con la consueta "enciclopedica" presentazione.
Sì, proprio enciclopedica . . . .
Infatti ho preso quasi tutto da Wikipedia.

Un caro saluto ad entrambi.
Carlo
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da carlodivers » venerdì 15 agosto 2014, 18:18

Ciao Carlo,
un'altra grande e bella impresa questa della serie " Omaggio a...".
Quest'ultimo brano dedicata a De Andrè,mio stimatissimo e ammiratissismo concittadino,ti è riuscito molto bene sia nel canto che con la tua Super 64 dal suono morbido e sciolto.Molto bello.
Grazie per aver dedicato parte di questa giornata di Ferragosto a Fabrizio e a noi tutti con questo piacevole brano.
Saluti, buon Ferragosto !
Carlodivers


PS Approfitto di questo commento per salutare Marco Benevelli,che da parecchio tempo non avevo il piacere di sentire(virtualmente come al solito).Ciao
I momenti si dimenticano,la musica li ritrova.
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Marco Benevelli » venerdì 15 agosto 2014, 19:05

carlodivers ha scritto:Approfitto di questo commento per salutare Marco Benevelli,che da parecchio tempo non avevo il piacere di sentire(virtualmente come al solito).Ciao
Ciao Carlo :)
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da jojo61 » domenica 17 agosto 2014, 15:02

GO, (Manx)CAT GO!
Ma come? Torno dalle ferie, dove avevo lasciato un Carlo sanremese tutto "binari e papaveri" :D , e trovo addirittura un Carlo rocker? :o :o :o
Cosa è successo? Mi sono perso qualcosa? Che sia stato il (poco) caldo?
Complimenti per le tue scelte (a me molto gradite :wink: ) e come sempre per le tue esecuzioni. Ottima la voce in Suzanne, molto adatta, dato il voicing di Cohen. In Carlo Martello si sente un po' il meccanismo della cromatica, almeno credo sia quello il clic che si sente..
Hai citato il viaggio di Donovan in India con i Beatles. Per amor di cronaca dico che fu in quella occasione che John Lennon imparò, proprio da Donovan, il finger-style che nessuno degli altri Beatles sapeva fare e ne uscì la stupenda Dear Prudence http://www.youtube.com/watch?v=DMZF1A1WnBQ dedicata alla sorella di Mia Farrow con loro durante l'esperienza mistica.
Saluti.
Ciaociao. Gianni.
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da robertoguido » lunedì 18 agosto 2014, 17:45

E cosa c'è di meglio che stare sparapanzati sul lettino nella spiaggia di Villasimius mentre ascolto il mio amico Carlo e le sue dediche?

Scrivo poco perché il touchpad del telefono è odioso ma leggo e ascolto!

Grazie per la musica!
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da IlGrandeCocomero » giovedì 21 agosto 2014, 13:06

Ero uno di quelli che ascoltava ma non commentava per mancanza di tempo :D
Un'altra bellissima idea che ti servirà, finalmente, per suonare le canzoni che ti piacciono, più che quelle che devi. E si sente eccome che ti piacciono!
Inoltre ho anche scoperto il titolo di una canzone che in secondo superiore (che se faccio i calcoli per bene, sto parlando di 12 anni fa :shock: :shock: ), ci fece ascoltare la nostra prof.ssa di inglese, insieme a what a wonderful world. E cioè Colours.
Bellissimi pezzi, i miei più sinceri complimenti!
Un saluto a tutti.
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Manxcat » giovedì 28 agosto 2014, 20:12

Buonasera a tutti.

E' un po' che non ci risentiamo qua, e non vorrei che si pensasse che questo thread sia finito . . .

E' evidente che le "energie armoniche" siano attualmente rivolte verso l'autunno, e che se uno ha in mente qualcosa di bello da suonare, qualcosa che gli piace e che vorrebbe proporre agli amici del Forum, lo prepara per il suo primo "concerto" . . .

In ogni caso, fare due accordi, come base, sulla mia Tyros e quattro sospiri dentro una tremolo, che ho sempre voglia di suonare, non mi ci vuole molto . . .
Pertanto, giusto per tenere il mio posto occupato, metto qua una canzoncina facile facile, che tutti conoscono, in omaggio a due grandi interpreti della musica folk internazionale, che ben si addicono a questa antologia, e parlo di Simon & Garfunkel.

Sono entrambi del 1941; il loro primo grande successo fu "The Sound of Silence", la canzoncina che vi propongo, del 1965. Dopo questa canzone divennero tra i più famosi artisti musicali degli anni sessanta.

Alcune delle loro canzoni (The Sound of Silence, The Boxer, Mrs. Robinson, Bridge over Troubled Water) sono veri e propri classici della musica leggera.
Entrambi di origine ebraica, vissero da bambini in una zona residenziale della periferia di New York, e già sin da allora mostravano talento musicale e voglia di esibirsi; iniziarono presto a suonare insieme assumendo il nome di "Tom and Jerry", ispirandosi allo stile degli Everly Brothers. Il loro primo vero e proprio album risale alla metà degli anni '60 e si intitola "Wednesday Morning 3 A.M." che include, appunto anche "The Sound of Silence". Inizialmente il disco si rivelò un vero e proprio flop commerciale, tanto che i due si separarono e Simon si trasferì in Inghilterra, dove tentò la carriera da solista. Successivamente, l'anno dopo la pubblicazione dell'album, il disco comincia ad essere suonato dalle radio americane ed a posizionarsi nelle classifiche di vendita. Fu così che Simon decise di tornare negli Stati Uniti e di ricomporre il duo, dando vita ad una serie di celebri album.
Nel 1967 scrivono la colonna sonora del film "Il laureato" e vincono il Grammy per la migliore colonna sonora.

Nel 1969 nuova separazione; celebri gli ultimi concerti alla Miami University, mostrati nello speciale televisivo "Songs of America", che gli sponsor TV rifiutarono di sostenere a causa delle posizioni fortemente contrarie alla guerra nel Vietnam prese da Simon e Garfunkel.
Dopo questa ulteriore separazione, Simon prosegue con una carriera solista di grande successo, mentre Garfunkel prosegue sia come musicista che come attore.

Ufficialmente non si sono più ricostituiti, ma si sono esibiti in concerto assieme diverse volte, sempre con grande successo. Celebre resta il maestoso concerto in Central Park, nel 1981, a cui assistettero 400.000 persone. http://youtu.be/zXzpY4uI48U
La loro ultima esibizione risale all'ottobre del 2009 al Madison Square Garden. http://youtu.be/L-JQ1q-13Ek

Pertanto e per molto altro qua non riportato:

OMAGGIO A Simon and Garfunkel !

Ed una caro saluto a tutti da parte mia.

Carlo
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da robertoguido » venerdì 29 agosto 2014, 0:19

E ci stava proprio bene il "suono del silenzio" visto che tutto tace :mrgreen:

Ben ricordati e omaggiati anche i due "ragazzi"!
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da jojo61 » venerdì 29 agosto 2014, 16:17

Questa volta .... non mi hai convinto... :( :o L'esecuzione è impeccabile come sempre e la registrazione è ottima, ma l'arrangiamento della base (di ottima qualità audio peraltro) non si addice al pezzo che lo fa sembrare una "canzonettucola" cose che questo capolavoro non merita. Forse è per questo che la annoveri tra la "musica leggera" :o , no, no musica leggera è albanoeromina, totocutugno ecc. ecc. ma Simon & Garfunkel proprio no, sono dei capisaldi del folk-rock, al limite pop, nel senso americano del termine dove si annoverano anche Elvis e Sinatra, ma musica leggera noooooo! :shock: Sacrilegio!!! :mrgreen:
Comunque ti faccio ugualmente i complimenti per l'esecuzione, precisa e pulita come nel tuo stile.
Saluti.
PS. Possiedo ancora l'LP di cui hai postato la copertina.
Ciaociao. Gianni.
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da carlodivers » venerdì 29 agosto 2014, 18:47

Un bel brano che forse hai scelto ironicamente per questo " Il silenzio del Forum" ?
Molto piacevole e ben eseguito,forse un po' troppo breve,potevi ripetere
ancora il ritornello principale.
Vuoi dire che tutti stanno preparandosi ai " Concerti " in gran segreto?
Speriamo.
Ci sentiamo...
Grazie e buona serata
Carlodivers
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Marco Benevelli » sabato 30 agosto 2014, 9:57

Ciao Carlo,
per questo brano l'accoppiata tremolo - fisarmonica mi pare particolarmente indicata. Riagganciandomi a quanto detto da Gianni, anche a me la base non sembra molto adatta ma a questo proposito faccio una considerazione generale: io considero sempre i brani che suoniamo come delle "cover" degli originali e come tali interpretate da ciascuno a proprio gusto e secondo la propria inclinazione. Vista così la "non rispondenza" dell'interpretazione all'originale può piacere o meno, ma rimane comunque qualcosa di personale.
Grazie per la tua proposta.
Marco B.
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Manxcat » sabato 30 agosto 2014, 12:05

Marco Benevelli ha scritto:Ciao Carlo,
per questo brano l'accoppiata tremolo - fisarmonica mi pare particolarmente indicata.
Ciao Marco; c'è solo la tremolo, la Hohner Soloist.
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Marco Benevelli » sabato 30 agosto 2014, 12:10

Manxcat ha scritto:
Marco Benevelli ha scritto:Ciao Carlo,
per questo brano l'accoppiata tremolo - fisarmonica mi pare particolarmente indicata.
Ciao Marco; c'è solo la tremolo, la Hohner Soloist.
Prima o poi questo tipo di figuraccia doveva capitarmi; diamo la colpa alla tua bravura nel suonarla, che la fa sembrare una fisarmonica. :D
Chiedo scusa.
Marco B.
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Manxcat » sabato 30 agosto 2014, 16:37

Marco Benevelli ha scritto: Prima o poi questo tipo di figuraccia doveva capitarmi; diamo la colpa alla tua bravura nel suonarla, che la fa sembrare una fisarmonica. :D
No, non hai fatto nessuna figuraccia; il fatto è che quell'armonica, registrata da molto vicino al microfono, per avere un po' di "effetto di prossimità", sembra veramente una fisarmonica!
Buona serata.
Carlo
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da Manxcat » sabato 6 dicembre 2014, 14:40

Questo topic non è morto, è ancora in vita, e proseguirà nel corso del nuovo anno, se Iddio ci darà fiato . . . .

Il fatto è che l'altra sera, credo fosse domenica sera, si sono presentati a "Che tempo che fa", da Fabio Fazio, Francesco De Gregori e Luciano Ligabue, coppia alquanto insolita, ed hanno cantato Alice, di De Gregori, una canzone che fu presentata ad "Un Disco per l'Estate" dal cantautore stesso, nei primi anni '70, e arrivò ultima . .
Ed è così che mi è venuta voglia di suonarla, di provare a vedere cosa usciva fuori dall'armonica. Come sempre in questi casi, i primi approcci li ho fatti con una Seydel Standard, senza valvole, in quanto la mia stanza è piuttosto fredda e quando voglio provare qualcosa non ho tempo di aspettare per riscaldare le armoniche. Ed è stato così che ho poi deciso di finire il tutto con la Seydel, anche per cambiare un po' il sound . . .

Aggiungo pertanto a questa ancor breve lista di grandi della musica Pop internazionale il nostro De Gregori, che ben si inserisce tra i primi posti di coloro che sono entrati ed entreranno a far parte di questa mia selezione.
Per quanto riguarda le note biografiche del personaggio, visto che ci sarebbe da scrivere per settimane, vi rimando alla pagina di Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_De_Gregori

OMAGGIO A FRANCESCO DE GREGORI

Un caro saluto.

Carlo
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Re: OMAGGIO A . . . . .

Messaggio da robertoguido » sabato 6 dicembre 2014, 20:05

Ciao suonatore seriale! Bellissimo brano e, nonostante il tipico sfiato della Standard, il suono è comunque piacevole.
... Sempre ben suonato! :D
Il Meneghin Fuggiasco
Che l'Harp Spirit sia con te!
https://soundcloud.com/roberto-aproma
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