Eughen ha scritto:
Luigi: questa te la copio al prossimo brano, magari la “trascendo” un po’!
Eughen
Eughen ha scritto:Caro
Luigi, io non ho capito se chiami primizia la tua elaborazione (molto bella!) ed il testo, o il motivo di base, perché con il motivo siamo in pieno “Fiorin Fiorello” di Carlo Buti anni ’30, spero di non averti dato una delusione!
Eugenio
Avevo pensato di farmi ricco con i proventi dei diritti d’autore! Ero persino disposto a versare il relativo obolo allo Stato che ama follemente l’arte, la musica, la letteratura. La cultura, insomma. Non me ne va una bene. Neanche allo Stato.
Per cercare di salvare l’investimento sono disposto a tutto fuorché a pagare i danni ad Eugenio o chi per lui si adopererà per migliorare RICHIAMI. E perderci tempo.
No. Niente “Fiorin Fiorello” di Carlo Buti anni ’30. Proprio nessuna parentela almeno che non trattisi di fecondazione artificiale. Sempre da me detestata. Che si è intrufolata a mia insaputa.
Tra il serio ed il meno serio. Tra il burlesco ed il meno burlesco. Dico semplicemente che non ci ho minimamente pensato. Il brano reso celebre da Buti non l’ho mai suonato neppure per scherzo. La versione da me conosciuta era quella che cantava, bene, mia madre. Solo per noi. Non somiglia per niente a RICHIAMI.
La nascita dei RICHIAMI è ben diversa e lontana anni luce dall’allegro e scanzonato brano di Buti. È piuttosto malinconica. La vicinanza al novembre che mi rimembra sempre tempi, persone, cose, fatti, che sono stati e non sono più. Che potevano essere e non sono stati. Forse è la stagione che cambia. Forse è la ricorrenza della commemorazione dei defunti. Forse è un certo calo di umore. Forse altro ancora.
E’ scaturita nel solito modo: registratorino accesso mentre suonicchio. Canzone scelta che non ne vuole sentire di venire come la vorrei. Intermezzo vagante e infastidito per i cani del vicino che abbaiano e poi… nota dopo nota mi faccio trascinare dall’armonica e dal suo suono. Mi faccio riempire dalle sue vibrazioni. Poi una pacca sulle mani per pulirla. Ancora colloquio intimo o sforbiciata allegra. Chiusura della sezione con armonica riposta nella custodia. Registratorino che riversa il suo contenuto nel computer. Riascolto.
Qualche volta vien fuori uno scarabocchio da ascoltare. Altre volta da cestinare. Non cestino niente perché anche nel banale, negli errori e negli obbrobri è sempre possibile imparare qualcosa.
Nella musica popolare, che prediligo, è normale vederci ripetizioni, imitazioni e plagio. Uno dei motivi fondamentali, secondo me, risiede nel fatto che proprio nella ripetizione persino ossessiva delle frasi musicali sta la bellezza di tale musica. Concetto difficile da accettare ma che sta nelle cose. Basta avere l’opportunità e la pazienza di immergersi, senza preconcetti, in “ambiente popolare”, per rendersene consapevoli.
Non è inusuale in tali situazione assistere a “trance” degli artisti, degli ascoltatori, dei ballerini. In realtà sono i ritmi che si ripetono. Le strumentazioni. Gli accordi. L’armonia. La melodia invece è diversa anche se spesso sembra uguale.
Ovviamente chi inventa, esprime qualcosa che gli vien dentro non in maniera neutra, ma collegata alla sua cultura musicale.
Note e frasi possono rincorrersi in modo che memoria del conosciuto e il nuovo, casualmente possono fondersi, così da sembrare non proprio originali.
A questo non sfuggono grandi compositori o modesti strimpellatori come me.
Per questo spesso premetto che nelle mie favolette potrebbe esserci qualcosa che non è proprio mio ma che il mio io ha fatto suo. E questo discorso vale anche per le celebrità. Fatti salvi i casi di disonesta imitazione per trarre benefici economici.
Ai giochi d’autunno 2011 presentai un brano che mi pareva di avere ascoltato negli anni giovanili ma che non riuscivo a collegare con un artista o un autore. Caterina Valente? Qualche altro cantante melodico?
Fu Roberto Guido a farmi sapere che in parte riecheggiava “Petit montagnard" un brano che Renato Carosone ebbe nel suo repertorio. In realtà come fece notare Roberto il brano poi spaziava nella fantasia dell'improvvisazione su altri lidi. Ma l’abbrivio c’era e probabilmente l’avevo carpito in qualche rapido ascolto di Carosone. Allora non avevo alcun apparecchio radio o simile che mi consentisse di ascoltarlo ripetutamente. Il fugace contatto era però in qualche modo inciso in me.
Permettetemi di ringraziare ancora una volta chi ha la pazienza di ascoltare le mie piccole facezie.
Tali sono.
In particolare coloro che ne fanno oggetto dei loro commenti.
Vorrei ancora confermare a
Lorenzo la mia stima per il suo valore di armonicista. Più alto di quello che lui reputa. Per lo spessore umano che lo spinge a suonare pur di fronte a difficoltà effettive notevoli. Non trascurabile il risultato scientifico di questo suo impegno. Che non è roba da poco.
Grazie a te
Permettetemi pure di lodare coloro che hanno inviato, ultimamente, i loro brani. Questa volta lo posso fare in tempo quasi reale e personalmente.
Complimenti
A
Prellario per il suo pezzo suonato in modo personale ed originale con tecnica sempre più incisiva. Dieci e lode.
Al quasi neo Blues Man
Carlo “Maxcat” Giusti che anche in tale veste non riesce a rinunciare alla pulizia del suo suono e alla fluidità del fraseggio.
A
Dimitri che ha dato una diabolica versione di Oh Susanna. Dopo averlo ascoltato ho pensato che non solo è capace di suonare la diatonica dal dorso (già detto!) ma anche solamente con il pensiero. Strabiliante.
A tutti salutissimi armonici
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Sei un dei mie preferiti a questi giochi!! Un po come ho cercato di fare l'anno scorso, stai spaziando in nuovi generi!( Bello anche il duetto con Roberto e la scelta delle parti!!) Questo brano è a tutti gli effetti un blues!! Elvis l'ha un po rubacchiata e resa sicuramente molto più famosa....come ha fatto con altri blues!! Mi aspettavo l'avresti suonata così....tranne il finale.....e vaiiii!!! 
Però, caro Eugenio, siamo ancora lontani dal plagio perché a parte l'incipit di Fiorin Fiorello il nostro Luisicco ci ha messo tanto del suo 
) Piacevole e ben suonato!
