sindrome di Paperino
- trek1972
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sindrome di Paperino
L'avevo già scritto in un altro post, ma lo ribadisco. Ogni volta che mi chiamano a fare uno o due pezzi e magari mi fanno anche cantare, la mia salivazione si azzera, la lingua si incolla al palato e diventa complicato suonare . Qualcuno ha il mio stesso problema? E qualche soluzione? Che so, tipo tenere una caramella sotto la lingua per tutta la serata fino a che non mi chiamano o simili........
P.S: se provo a fare qualcosa in tongue blocking va a finire che rimango con l'armonica incollata alla lingua
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- Glayardt
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Re: sindrome di Paperino
Southern Comfort in inverno e Long Island Iced Tea in estate.
Se poi vuoi fare contento un bartender (di quelli bravi) trovi la ricetta dello Sloe Gin e ne fai un paio di litri: a questo punto ti potranno fare uno splendido Alabama Slammer, così resti in tema.
Se poi vuoi fare contento un bartender (di quelli bravi) trovi la ricetta dello Sloe Gin e ne fai un paio di litri: a questo punto ti potranno fare uno splendido Alabama Slammer, così resti in tema.
Manxcat ha scritto: Cos'è il roaming svedese? E poi Lei, quando parla col Presidente si deve scappellare, capito?
- Mark o' Moon
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Re: sindrome di Paperino
Ciao Trek. Per quel tipo di problema io non salgo su un palco se non ho con me una bottiglietta di acqua (liscia per evitare rischi di sgradevoli "rimbombi"). Ogni tanto cerco di bagnarmi la bocca ed, in genere, non ho problemi.
Saluti
Marco
Saluti
Marco
Re: sindrome di Paperino
...e poi chiudi gli occhi e pensa a Cadillac Records, la scena in cui Little Walter si è "elettrificato" per la prima volta in sala (non una qualunque per di più, ma la sala di Leonard Chess!!! ), e immedesimati!!!!
Fatti portare dai tuoi spettatori, che non sono lì per giudicarti, ma per godere di quello che fai, fosse anche una sola nota!
...e te lo dice uno che quando gli capita, come stasera capiterà, si paralizza!!!!
Tanti saluti a tutti
Soz
Fatti portare dai tuoi spettatori, che non sono lì per giudicarti, ma per godere di quello che fai, fosse anche una sola nota!
...e te lo dice uno che quando gli capita, come stasera capiterà, si paralizza!!!!
Tanti saluti a tutti
Soz
- francesco galtieri
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Re: sindrome di Paperino
Bhe se può interessare a qualcuno stasera in una festa ad un certo punto mi hanno chiamato sul palco a suonare un pò con la band, mi sono divertito però....non so....forse avrei voluto essere un pò più al centro della scena, ma mi rendo conto che io ero uno strumento come gli altri e in quanto tale dovevo fare la mia parte e non di più.
f.g.
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Re: sindrome di Paperino
Beh...a me prende anche un po' di Parkinson...
Al momento ho trovato una buona soluzione: suonando in una Blues Brothers Tribute Band gli occhiali neri sono un ottimo scudo tra me e la platea...
Ciao
Paolo
Al momento ho trovato una buona soluzione: suonando in una Blues Brothers Tribute Band gli occhiali neri sono un ottimo scudo tra me e la platea...
Ciao
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- trek1972
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Re: sindrome di Paperino
Grazia a tutti per le risposte: Ne farò tesoro. Intanto ho già capito che affogarsi di birra per vincere le proprie paure non è un buon metodo per arrivare al meglio sul palco, la birra mi fa venire una sete pazzesca e diventa un circolo vizioso .
Se non altro il sentire che persone più esperte di me possano ancora avere le mie sensazioni e le mie paure mi fa sentire meno solo
Ciao.
Danilo
Se non altro il sentire che persone più esperte di me possano ancora avere le mie sensazioni e le mie paure mi fa sentire meno solo
Ciao.
Danilo
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- Nickblues
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Re: sindrome di Paperino
Ciao Danilo,
come soulzione pratica il consiglio di Mark è senz'altro corretto e sempre da applicare.
Dal punto di vista psicologico (che poi mi pare di capire sia il vero "nodo" da sciogliere), è l'abitudine a trovarsi di fronte ad una platea che fa la differenza.
Se si è abituati, per esempio, a parlare in pubblico anche esibirsi musicalmente non fa differenza.
Credo che il "nodo" si possa sciogliere, quindi, con:
a) fare più esperienza possibile dal vivo;
b) se fai prove con un gruppo, qualche volta invitate amici e/o parenti anche di altri componenti (persone insomma che non conosci). se non hai un gruppo, cerca qualche altro musicista o che ti ascolti e col quale suonare anche occasionalmente;
c) se ti dovesse capitare l'occasione, parla in pubblico (io l'ho fatto per due/tre anni per lavoro e mi ha aiutato moltissimo);
d) registrati quando suoni e/o canti e ascoltati
Ripeto: è l'abitudine a proporsi in pubblico che ti dà la necessaria tranquillità e confidenza.
Da ultimo, comunque, ti consiglio di base di accrescere la stima in te stesso e di essere conscio dei tuoi limiti, ma soprattutto delle tue capacità. Ti servirà non solo come musicista, ma anche e soprattutto come Persona tout-court.
Molte persone che conosco, infatti, sono veramente ottime sia dal punto di vista umano che musicale, ma tendono a sottovalutarsi ed è un peccato perchè non sfruttano appieno le proprie capacità e potenzialità.
Ah dimenticavo....tranquillità sempre! La musica è prima di tutto divertimento quindi sul palco la prossima volta, scollega il cervello (=non ti preoccupare di sbagliare) e lascia che il tuo "io" esca attraverso le note.
In bocca al lupo
come soulzione pratica il consiglio di Mark è senz'altro corretto e sempre da applicare.
Dal punto di vista psicologico (che poi mi pare di capire sia il vero "nodo" da sciogliere), è l'abitudine a trovarsi di fronte ad una platea che fa la differenza.
Se si è abituati, per esempio, a parlare in pubblico anche esibirsi musicalmente non fa differenza.
Credo che il "nodo" si possa sciogliere, quindi, con:
a) fare più esperienza possibile dal vivo;
b) se fai prove con un gruppo, qualche volta invitate amici e/o parenti anche di altri componenti (persone insomma che non conosci). se non hai un gruppo, cerca qualche altro musicista o che ti ascolti e col quale suonare anche occasionalmente;
c) se ti dovesse capitare l'occasione, parla in pubblico (io l'ho fatto per due/tre anni per lavoro e mi ha aiutato moltissimo);
d) registrati quando suoni e/o canti e ascoltati
Ripeto: è l'abitudine a proporsi in pubblico che ti dà la necessaria tranquillità e confidenza.
Da ultimo, comunque, ti consiglio di base di accrescere la stima in te stesso e di essere conscio dei tuoi limiti, ma soprattutto delle tue capacità. Ti servirà non solo come musicista, ma anche e soprattutto come Persona tout-court.
Molte persone che conosco, infatti, sono veramente ottime sia dal punto di vista umano che musicale, ma tendono a sottovalutarsi ed è un peccato perchè non sfruttano appieno le proprie capacità e potenzialità.
Ah dimenticavo....tranquillità sempre! La musica è prima di tutto divertimento quindi sul palco la prossima volta, scollega il cervello (=non ti preoccupare di sbagliare) e lascia che il tuo "io" esca attraverso le note.
In bocca al lupo
Nicola
- Manxcat
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Re: sindrome di Paperino
Giuste riflessioni, Nicola; avrei potuto citare tutto il post, perché sono d'accordo su tutto. Anch'io conosco persone bravissime, ma poco consapevoli del loro talento: un minimo di esibizionismo, unito alla consapevolezza delle proprie capacità, credo siano indispensabili per avere successo nei confronti degli ascoltatori, a tutti i livelli. Offrire qualcosa senza esserne convinti non aiuta, certamente.Nickblues ha scritto: è l'abitudine a proporsi in pubblico che ti dà la necessaria tranquillità e confidenza.
Credo che il tuo post, dopo averlo letto, vada conservato per eventuali prossime consultazioni, come si suol dire.
Saluti.
Carlo
I can resist anything except temptation to buy a new harmonica
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Re: sindrome di Paperino
Grazie Nicola, hai centrato in pieno il problema, dannata autostima!!!!! Dovrò sottopormi a 15-20 anni di terapia psicologica prima di riuscire a acquisire la necessaria tranquillità.
Intanto però sono riuscito a vincere il terrore ed è qualche mese che quando mi chiamano a suonare non dico più di no, è già qualcosa . Il prossimo passo sarà quello di riuscire a suonare in pubblico come quando sono da solo....
Comunque grazie ancora.
Danilo
Intanto però sono riuscito a vincere il terrore ed è qualche mese che quando mi chiamano a suonare non dico più di no, è già qualcosa . Il prossimo passo sarà quello di riuscire a suonare in pubblico come quando sono da solo....
Comunque grazie ancora.
Danilo
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Re: sindrome di Paperino
La sindrome di Paperino (o come la descrivi tu, Danilo, più da Fantozzi, a me mi si intrecciano perfino i diti) è una delle cose più belle che un musicista possa provare. Dico davvero. E' sempilcemente la paura di raccontarsi. Un musicista, qualunque strumento suoni, racconta se stesso. La paura sta nel fatto che temiamo il giudizio dell'altro. E' come se sentissimo il peso degli occhi e delle orecchie di chi ci ascolta su di noi. Basta capire che non c'è nulla di cui vergognarsi nel raccontarsi, che ognuno ha di sicuro qualcosa di buono da dire. E allora quella paura diventa come un fanciullo che prendiamo per mano e portiamo insieme a noi nel racconto della nostra storia e si trasforma in energia buona, che non ci fa più pensare all'errore, alla stonatura. Esce da noi in modo fluido e naturale e chi ascolta, sente. Io provo ogni volta questa paura e voglio che non mi lasci mai. Non voglio suonare con la stessa tranquillità con cui faccio una doccia. Facciamo arte noi, mica bruscolini...
-Michele
-Michele
"...vacci piano col blues, se si appiccica al tuo cuore non si stacca più..." S. Caputo
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Re: sindrome di Paperino
Grazie Michele, hai proprio ragione, se non provassi quella "strizza" prima di salire sul palco me ne starei a casa a suonare davanti al computer. La paura c'è sempre ma ogni volta va meglio perchè sento che sto prendendo confidenza con la situazione, sento che dalle mie armoniche comincia a venire fuori qualcosa di gradevole e vedo nelle facce dei musicisti che mi coinvolgono nelle LORO situazioni la soddisfazione di suonare insieme. Per me è già un grande risultato, solo un anno fa non ci avrei scommesso un centesimo e invece piano piano ci sto riuscendo. Certo ho ancora un oceano da esplorare davanti a me ma almeno ho lasciato il porto......
Fantastica l'ultima frase, arte non bruscolini........
Grazie e ciao.
Danilo
Fantastica l'ultima frase, arte non bruscolini........
Grazie e ciao.
Danilo
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Re: sindrome di Paperino
Welcome the uncle!
Finalmente ti rifai vivo!!! E con un'uscita di gran classe, come sempre d'altronde.
Dov'eri finito Michè?
Ora posso andarmene in vacanza più tranquillo!
Ciao
Paolo
Finalmente ti rifai vivo!!! E con un'uscita di gran classe, come sempre d'altronde.
Dov'eri finito Michè?
Ora posso andarmene in vacanza più tranquillo!
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Re: sindrome di Paperino
Ciao Paolo, purtroppo come ho scritto tempo fa, non ho internet e vado sporadicamente all'internet point. Ho passato dei momenti un po' duri, ma nulla di grave. Ci sono, non mi si vede, ma ci sono. Ti abbraccio,
-Michele
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Re: sindrome di Paperino
Caro Danilo,trek1972 ha scritto: Certo ho ancora un oceano da esplorare davanti a me ma almeno ho lasciato il porto......
Ho avuto la fortuna di incontrare grandi musicisti. Artisti che hanno una carriera lunghissima alle spalle, una discografia importante, ecc. Eppure credimi, quasi tutti mi hanno detto questa frase. Cioè quello che fa di un musicista un uomo vivo è proprio la consapevolezza di quanto ancora c'è da imparare. Anche quelli che per noi sono dei maestri e in teoria dovrebbero aver raggiunto i massimi livelli, sono degli apprendisti. Si cresce sempre e si impara sempre. L'unica condizione è il voler imparare e crescere. Allora non ci sono limiti di età, fisici o altro che lo impediscano.
In bocca al lupo,
-Michele
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