Dalla teoria all'improvvisazione.

Approfondimenti di teoria musicale applicata all'armonica.
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Exogino
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Dalla teoria all'improvvisazione.

Messaggio da Exogino » giovedì 1 dicembre 2011, 16:10

Sera a tutti,

sono ormai alcuni mesi che ho dedicato parte del tempo che prima dedicavo all'armonica per prendere in mano un buon libro di teoria musicale, sbatterci la testa e sperare che qualcosa entri.
Diciamo che qualche risultato c'è, ma solo dal punto di vista teorico, infatti adesso ho piuttosto chiaro il nesso degli accordi con la tonalità del brano, ma onestamente non ho molto chiaro la costruzione di fraseggio (o assolo se preferite), ho provato a fare qualcosa a tavolino prendendo la sequenza degli accordi e suonando esclusivamente le note dall'accordo che sentivo, ma il risultato era decisamente disastroso.
Mi rendo perfettamente conto che un buon fraseggio nasce dall'ispirazione e non da un'anemica sequenza di note prestabilite, ma almeno mi aspettavo che quelle note non avrebbero stonato con l'accompagnamento.
Qualcuno potrebbe gettare un paio di parole e spiegare meglio come nasce un buon fraseggio? non mi aspetto un tema, basta soltanto qualche indicazione per trovare un punto di partenza.

Teorici saluti.
Filippo


Soz
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Re: Dalla teoria all'improvvisazione.

Messaggio da Soz » giovedì 1 dicembre 2011, 16:47

Non so risponderti, ma ritengo che la tua sia una domanda molto molto interessante, alla quale qualcuno del forum saprà senz'altro dare risposta...
Trarrò spunto anch'io dalle considerazioni che verranno fatte per iniziare un percorso che avrei dovuto fare anni fa, e che mi ha condotto a usare sì tanto la "pancia" nei pezzi che provo a interpretare, ma lasciandomi tanti, troppi limiti, limiti che poi vanno a limitare (scusate il gioco di parole) anche la pancia...
Saluti a tutti
Soz
Mumbles
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Re: Dalla teoria all'improvvisazione.

Messaggio da Mumbles » giovedì 1 dicembre 2011, 20:13

dunque la domanda è esistenziale! è uno di quei cardini a cui aggrapparsi per migliorare e cercare di capire la musica che si "fa" sempre più a fondo....!
se ascolti gente come Marcus Tondo, Fabrizio Poggi, Andrea Scagliarini ect.. loro con la pentatonica praticamente parlano, con cinque note SOLO CINQUE NOTE possono ottenere un infinità di fraseggi, per non parlare dei grandi del passato e del presente (little walter, kim wilson, george harmonica smith, norton buffalo...)

La soluzione? oltre a cercare di perfezionarsi tecnicamente, l'armonica è uno strumento a fiato, quindi il cavo orali sino alla trachea, i muscoli e l'apertura della bocca,la postura della schiena,le labbra sono aspetti di cui devi tener conto, anche come muovi le mani e così via.

poi c'è la seconda parte che è la base...! l'ascolto, l'ascolto attento e intelligente, anche ossessivo a volte, tante volte è questa la differenza tra chi ne sa e chi no, per esempio, ascoltare tremila volte il pezzo di jimmy rogers Walking by myself per capire l'ululato sulla tonica di walter horton che è pazzesco e cercare di imitarlo...


questo non vale solo per il blues, se vi andate a sentire Hugo Diaz che interpreta il tango capirete che è una via trasversale ai generi!
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Exogino
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Re: Dalla teoria all'improvvisazione.

Messaggio da Exogino » giovedì 1 dicembre 2011, 21:07

ciao Soz, spero di riuscire a intavolare un bel confronto e magari con un po di brainstorming riusciamo a chiarire il dilemma, sempre se qualcuno non ha già la risposta.

ciao Mumbles, in realtà volevo spostare il discorso su un aspetto strettamente teorico perché la tecnica è piuttosto relativa a mio parere, due note messe bene possono essere perfette, ma il dubbio diventa perché quelle due note si e altre no? e questa domanda può farsela chiunque, sia un armonicista come noi oppure un oboista.
Sicuramente avrete tutti notato che una nota suona bene con certi accordi piuttosto che con altri, quindi viene naturale chiedersi: "va bene il Sol suona bene con l'accordo di Do, ma quali altre note si ci stanno bene per costruire una melodia?".

spero di avere reso l'idea così da indirizzare meglio la conversazione.
Mumbles
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Re: Dalla teoria all'improvvisazione.

Messaggio da Mumbles » giovedì 1 dicembre 2011, 21:17

aaaaaaa... :D ok! bhe allora il discorso cambia, dipende se vuoi lavorare sulla linea melodica, o cercare di rielaborare il classico 12 bars oppure la qualsivoglia progressione...!
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robertoguido
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Re: Dalla teoria all'improvvisazione.

Messaggio da robertoguido » giovedì 1 dicembre 2011, 23:37

Caro Exogino,

la tua domanda trova la risposta nei cardini dell'armonia!
Da alcuni mesi mi sono dedicato allo studio della cromatica e sono supportato dalle lezioni di un maestro armonicista che è però un mago dell'armonia, la risposta al quesito c'è ma non la puoi esaurire in un semplice post perché richiede l'assimilazione di basi teoriche, che anche se semplici vanno comunque assorbite e messe in pratica.

Ti posso consigliare un libro, un "mattone" fondamentale e preziosissimo dove, se avrai tempo e voglia di leggerlo, troverai parecchie risposte:

The Jazz Theory Book di Mark Levine

Esiste anche l'edizione italiana

In ogni caso il consiglio di Mumbles è prezioso: ascolta e ripeti e se sai leggere la musica leggila mentre l'ascolti!

Buon lavoro

Roberto
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Exogino
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Re: Dalla teoria all'improvvisazione.

Messaggio da Exogino » venerdì 2 dicembre 2011, 15:24

Ciao robertoguido,

in effetti sospettavo fosse un argomento più complesso, ma nel dubbio ho preferito chiedere. Quanto al libro non mancherò di cercarlo e studiarmelo, grazie del suggerimento.
Ad ogni modo, te che già ci sei passato, sapresti indicare una sequenza di argomenti da trattare?
Per adesso io sono arrivato a fare: La costruzione delle scale, poi da questa sono passato alla loro armonizzazione, a questo punto inizio a essere meno solido con le sequenza degli accordi. Che altro dovrei affrontare adesso per iniziare a comprendere l'improvvisazione?
Mi rendo conto di suonare tedioso (scusami il gioco di parole), e quindi me ne scuso, ma onestamente la curiosità è forte.

Grazie,
Filippo.
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robertoguido
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Re: Dalla teoria all'improvvisazione.

Messaggio da robertoguido » venerdì 2 dicembre 2011, 15:57

Filippo,

ti posso dare questo piccolo contributo: sto studiando un brano Jazz, uno standard, su cui improvvisare si chiama Stella by Starlight girando su internet alla ricerca di basi e di ascolti ho trovato questo
http://www.jazzitalia.net/lezioni/andre ... zione1.asp

non so che genere musicale ti interessi ma credo che questa lettura sia comunque utile!

Buon lavoro!!!

Roberto
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Re: Dalla teoria all'improvvisazione.

Messaggio da Exogino » martedì 6 dicembre 2011, 11:13

Non ho avuto molto tempo per seguire il forum e quindi rispondo soltanto adesso, comunque grazie del link mi sarà certamente di aiuto. Per il momento mi ritengo decisamente soddisfatto, grazie a tutti.

Buona giornata,
Filippo.
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Re: Dalla teoria all'improvvisazione.

Messaggio da Exogino » mercoledì 4 aprile 2012, 11:30

"clatù verata nicto", (*)

ho resuscitato un vecchio post per non aprirne un'altro.
Ho coninuato a studiare la teoria musicale, e penso di aver trovato risposta alla domanda iniziale. Resta però il dubbio: ho capito bene oppure sto completamente sbagliato strada?
Provo a mettere per iscritto -nel modo più riassuntivo possibile- quello che ho capito. Se qualcuno può darmi conferma o meno mi farebbe molto piacere.

Partiamo dal presupposto di avere una base: scelta la tonica e la scala, ne prendo gli accordi e da questi creo un giro di accordi. Ho quindi ottenuti l'armonia.

Lo strumento solista, può creare dei fraseggi sulla base di diverse scale modali, purché siano coerenti con l'accordo. Esempio:
Su un accordo di settima dominante posso suonarci la misolidia, su una maggiore di settima posso scegliere un locrio o un lidio ecc. Comunque solo modi musicali che contengono all'interno tutte le note dell'accordo.

Fino adesso sono arrivato a questo punto. Quando inizio ad analizzare il blues quanto detto fino adesso non funziona:
Il 12 bar blues è definito come una sequenza di tre accordi di settima dominanti: I7, IV7 e V7. E non conosco nessuna scala che nella sua armonizzazione abbia questi tre accordi dominanti.

Nella speranza di ricevere conferme.

Saluti,
Filippo.



(*) Cit. dall'armata delle tenebre.
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nico71
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Re: Dalla teoria all'improvvisazione.

Messaggio da nico71 » sabato 27 ottobre 2012, 13:03

Caro EXOGINO, il mio modesto consiglio e' di suonare la melodia che e' dentro la tua testa, quando senti la base.

A volte e' necessario mandarla indietro piu' volte o fermarsi su un cambio di accordi, ma secondo me e' un'ottimo approccio sullo strumento e su te stesso.

Penso che cio valga' dall'ululato di Big Walter fino a Charlie Parker...


Chiaramente piu' scale, fraseggi o licks conosci e piu' il solo puo' diventare articolato ,ma non per questo migliore o piu' "soulful" rispetto a due note stirate per il collo........

Buona musica.
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