Curiosità sulla costanza dei risultati

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DeMello
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Curiosità sulla costanza dei risultati

Messaggio da DeMello » venerdì 1 marzo 2019, 19:42

Volevo togliermi un dubbio per capire se sono l'unico a riscontrare questo "problema"; ci sono dei momenti, non proprio semplici da descrivere durante i quali mi ritrovo a suonare "senza pretese", momenti di particolare tranquillità dove il raggiungimento di un'esecuzione decente e piacevole all'ascolto risulta facile, naturale anche se magari il pezzo che sto provando non lo suono da un po' di tempo. È come se la tecnica corretta non richiede particolare attenzione e divento un tutt' uno con la musica (ovviamente rapportato al mio grado di preparazione, insomma pezzi piacevoli ma non certo eccellenti.

Altre volte' soprattutto quando mi fissò nell'ottenere un particolare risultaro a cui tengo particolarmente mi risulta mooolto più difficile, tanto da arrivare ad innerrvosirmi se non riesco ad ottenere un risultato quantomeno decente.

Capita anche a voi? E se si come affrontare questo intoppo che a mio avviso è del tutto psicologico?

Grazie anticipatamente per le eventuali risposte.

Alessio
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Manxcat
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Re: Curiosità sulla costanza dei risultati

Messaggio da Manxcat » venerdì 1 marzo 2019, 23:15

DeMello ha scritto: venerdì 1 marzo 2019, 19:42 Capita anche a voi? E se si come affrontare questo intoppo che a mio avviso è del tutto psicologico?
Sì, certo, credo che capiti un po' a tutti, e che sia uno stato d'animo alquanto normale.
Il fatto è che in ogni disciplina, anche se l'impegno che ciascuno profonde è costantemente al massimo, l'apprendimento ed i risultati che ne conseguono risultano seguire una linea di sviluppo che non è assolutamente regolare, ma che assume accelerazioni e rallentamenti che dipendono da tutta una serie di fattori che costituiscono quelle che sono le nostre potenzialità, il nostro talento, il carattere di ciascuno di noi. A volte, addirittura, dopo che è capitato di essersi compiaciuti di una performance, ci troviamo, la volta successiva, a dover constatare un regresso, un tornare indietro, su qualcosa che credevi ormai definitivamente acquisito.
Insomma, l'indice di miglioramento non è costante, ed ha degli alti e dei bassi che ti portano in certi momenti quasi ad esaltarti ed in altri momenti a deprimerti ed a perderti d'animo.
Da giovane, per esempio, ho praticato molto il tennis, e credo che quello sia uno sport emblematico per la verifica di quanto sopra. A volte ti senti un campione, i colpi ti vengono naturali e spontanei, non sbagli una palla; la volta dopo ti ritrovi punto e a capo con tutti quei difetti che consideravi definitivamente superati, e diventi un altro giocatore.
Ho visto giocatori fortissimi che, di fronte magari ad un avversario che imponeva loro un tipo di gioco non adatto alle loro caratteristiche, ritornavano a dei livelli che non gli appartenevano più da anni.
Dipende dall'adrenalina del momento, dallo stato d'animo, dalla voglia, da quanto si è motivati.

Nei periodi negativi è meglio non insistere: sessioni più frequenti ma brevi, e solo quando se ne ha veramente voglia.

Anche perché non bisogna dimenticare che i momenti di apprendimento non sono solamente quelli in cui uno svolge e si esercita su una determinata disciplina, ma importantissimi ed efficaci allo scopo sono anche i momenti in cui si pensa ad altro e si lascia la nostra mente elaborare in background, inconsciamente, quanto abbiamo fatto ed appreso.
Fai un esercizio decine di volte, e ti sembra di non progredire, di rimanere al palo; ti fermi, lo riprendi il giorno dopo, e ti accorgi che invece, su quell'esercizio, hai fatto notevoli progressi.

Considera inoltre che, a distanza di tempo, le nostre valutazioni possono assumere, e succede spesso, caratteristiche completamente diverse da quelle espresse precedentemente, tanto da portarci quasi a detestare ciò che ci era apparso bello e gratificante e ad apprezzare ciò che ci era apparso come insignificante.

Insomma, ho scritto tutto questo per farti un po' di compagnia: fanne l'uso che ritieni più opportuno; rappresenta parte di ciò che penso io nel merito di quanto hai proposto.

Buon proseguimento di vacanza. :D

Carlo
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Re: Curiosità sulla costanza dei risultati

Messaggio da DeMello » sabato 2 marzo 2019, 10:13

Ciao Carlo, grazie per la risposta.
A volte è davvero frustrante, ma sapere che non sono il solo mi consola.
Effettivamente quando mi accorgo che il momento non è quello giusto, invece di accanirmi fino a ad innervosirmi dovrei fare una pausa e riprendere in un altro momento....ma non è facile...misteri della mia psiche contorta Hahaha

La "vacanza" continua...Che due co.....ni :D :D
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Re: Curiosità sulla costanza dei risultati

Messaggio da Vinicio » domenica 3 marzo 2019, 7:00

Ciao a tutti si certo mi capita giornalmente, sto imparando una canzone ed è gia qualche giornoche sto studiando il primo pezzo e devo dire che spesso mi viene bene con giusta melodia gisto ritmimo note piene, insomma mi sento davvero soddisfatto per come suono. Pero quando provo ad inciderla per farla ascoltare a manxcat mi blocco e non ne esce ne esce meppure una nota, Quindi vedi che sei in buona compagnia
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Re: Curiosità sulla costanza dei risultati

Messaggio da DeMello » domenica 3 marzo 2019, 9:18

Vinicio ha scritto: domenica 3 marzo 2019, 7:00 Ciao a tutti si certo mi capita giornalmente, sto imparando una canzone ed è gia qualche giornoche sto studiando il primo pezzo e devo dire che spesso mi viene bene con giusta melodia gisto ritmimo note piene, insomma mi sento davvero soddisfatto per come suono. Pero quando provo ad inciderla per farla ascoltare a manxcat mi blocco e non ne esce ne esce meppure una nota, Quindi vedi che sei in buona compagnia
Hahaha...si si, anch'io quando registro. Ansia da prestazione :D :mrgreen: :lol:
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Re: Curiosità sulla costanza dei risultati

Messaggio da Stefano Andreotti » lunedì 4 marzo 2019, 13:13

DeMello ha scritto: venerdì 1 marzo 2019, 19:42 ci sono dei momenti [omissis] di particolare tranquillità dove il raggiungimento di un'esecuzione decente e piacevole all'ascolto risulta facile, naturale anche se magari il pezzo che sto provando non lo suono da un po' di tempo.
L'importanza di trovare un ambiente tranquillo, senza distrazioni quando si apprende credo sia fondamentale
DeMello ha scritto: venerdì 1 marzo 2019, 19:42 È come se la tecnica corretta non richiede particolare attenzione e divento un tutt' uno con la musica.
Quello che impariamo suonando sono schemi motori, che iniziamo ad apprendere consciamente, ma poi diventano inconsci (come il legarsi i lacci delle scarpe) e pronti da utilizzare.
Il maestro di karate , risponde colpo su colpo "senza pensare" agli avversari in modo "naturale" perché si è allenato per anni con kata e combattimenti.
Quello che fa è concentrarsi sul momento presente ed attiva quasi in automatico gli schemi motori immagazzinati.

DeMello ha scritto: venerdì 1 marzo 2019, 19:42Altre volte' soprattutto quando mi fissò nell'ottenere un particolare risultaro a cui tengo particolarmente mi risulta mooolto più difficile, tanto da arrivare ad innerrvosirmi se non riesco ad ottenere un risultato quantomeno decente.
Qui credo intervengano almeno due fattori a parte quello psicologico,
della capacità di gestire le emozioni e tranquillizzarsi.
Primo: quando ci si irrigidisce si tende a chiudere la gola e quindi le note diventano certamente meno pulite, con bending involontari
(in particolare sul secondo foro della diatonica) e usando troppa forza per suonare, affaticandosi molto di più.
Secondo: practice makes perfect, la pratica costante rende "perfetti". Prima di diventare "perfetti" però il cervello cercherà di utilizzare vecchi schemi motori per risolvere un certo compito vedi https://medicalxpress.com/news/2018-03- ... ought.html pertanto se l'abbiamo fatto bene una volta e male duecento prima, la prossima volta le connessioni tra neuroni saranno più stabili per il vecchio schema usando ancora la strategia "sbagliata". E' il fenomeno dell'inerzia cognitiva e della capacità addattiva del cervello se per ogni bicchiere (perché è diverso per forma, colore, capacità, materiale, e così dicasi il supporto su cui è appoggiato) dovessimo re-imparare ad alzarlo per bere l'acqua che vi è contenuta in poco tempo passeremo a miglior vita.
Vinicio ha scritto: domenica 3 marzo 2019, 7:00 quando provo ad inciderla per farla ascoltare a manxcat mi blocco e non ne esce ne esce meppure una nota,
Ciò è simile a quando si deve suonare dal vivo la parte emotiva può prendere il sopravvento su quella razionale. Se in sala prove si suona bene 10 volte su 10 un brano dal vivo la nostra resa potrà essere molto inferiore. Si tratta di un altro compito: suonare davanti ad un pubblico. Che magari ha pagato per ascoltarci...

Un secondo aspetto non trascurabile è che suonando ci emozioniamo, e ciò influenza come percepiamo la musica, registrarci ci dirà esattamente come abbiamo suonato. Una soluzione potrebbe essere accordarsi con un amico e farsi registrare a "sorpresa". L'esecuzione verrà fuori più naturale come le foto in cui non ci si mette in posa :)
Ultima modifica di Stefano Andreotti il lunedì 4 marzo 2019, 15:15, modificato 2 volte in totale.
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Re: Curiosità sulla costanza dei risultati

Messaggio da DeMello » lunedì 4 marzo 2019, 14:26

Grazie Stefano :)

Effettivamente ci sono tanti, ma tanti fattori che incidono sulla buona riuscita di un pezzo. C'è davvero molto da lavorare e da imparare.
Mi hai fatto notare un aspetto di cui non avevo tenuto conto ovvero irrigidire il corpo e di conseguenza la qualità del suono cala notevolmente.
Ora farò sicuramente più attenzione.

Quella di farsi "registrare di nascosto" è davvero un'ottima idea :wink:
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