"Poeti dell'armonica"
"Poeti dell'armonica" |
Scritto da Luisiccu on
08-Ott-05, 07:33 AM (GMT)
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“Tieni… vedi un poco, se funziona”. Quanta è bella la fisarmonica! Quella tradizionale, ovviamente. C’è uno strumento più bello, più affascinante? E’ stato il mio primo amore. Mio zio suonava, rigorosamente ad orecchio, quella diatonica (l’organetto). Lo ricordo richiamandolo dalla mia più antica memoria. L’ascoltavo e mi estasiavo. Giurai persino di imparare a suonarla. Non quella dello zio, tenuta e usata come un gioiello. Le grandi occasioni. Le feste paesane e quelle in famiglia. Spergiuro: non ho mai imparato. In compenso la fisarmonica dei miei sogni fa bella mostra di se in casa, regalata a mio figlio dallo zio prima di morire. Prima o poi la suonerà. Suona già la chitarra e l’organo. Quanto è bello il primo amore! E il secondo è più bello ancora. Qual è il secondo amore? Indovina?… Ma l’armonica a bocca, diamine. Ci voleva tanto. Quando si andava alle feste e alle sagre paesane era d’obbligo la sosta alle povere bancarelle dei tempi della mia fanciullezza. I miei cercavano di tenermi alla larga. Ma che festa era se era se non si contemplava l’ostentata esibizione di così prodigiosi(?!) giocatoli. Fra essi non poteva mancare l’armonica. “Su soneteddu de bucca”. Dopo tira e molla accompagnato da pianto ricattatorio finalmente arrivava il favoloso strumento. Il meno impegnativo per il portafoglio giudizioso. Ricordo anche i prezzi. La prima 10 £, poi, anno dopo anno, 20£, 30£, 50£.... Era un’armonica che oggi sarebbe stata ampiamente perdente sulla più scalcinata armonica cinese. Aveva i coperchi in metallo luccicante ma che da qualche parte mostrava già la ruggine incipiente. Babbo prima di comprarla esaminava tutto il disponibile alla ricerca, vana, di quella accettabile. Il corpo era ovviamente in legno, tinto di rosso. La parte più affascinante dello strumento. Il legno aveva un non so che di stopposo. Dopo qualche minuto di soffiate e di aspirazioni. Il rosso declinava verso il rosa. Le labbra assumevano una tonalità rossa accesa e agli angoli della bocca… Neanche gli spaghetti avrebbero ottenuto lo stesso effetto. Mamma se la rideva di santa ragione. E poi… gioia e… ancora gioia a soffiare e aspirare. Tralascio di fare osservazioni sulla precisione delle note e sull’accordatura delle ance. Era necessaria solo la pazienza dei i miei che dovevano sopportare le mie strazianti esibizioni. A me comunque faceva dimenticare la fisarmonica e qualunque altro tipo di strumento. Solo che dopo qualche ora, di solito nel pomeriggio… Saltava fuori il suonatore delle leggendarie launeddas, o di organetto e spesso quello di armonica a bocca. Accompagnavano il canto del “trallalera” o il ballo sardo. L’incanto cresceva a dismisura cucinato dall’allegria generale. La festa raggiungeva il culmine. Secondo me il mio strumento non era adeguato. Quel mago faceva parlare, ridere, piangere, cantare l’armonica. Anche se non era colorata di rosso. Si sa. E’ sempre colpa degli attrezzi e degli altri quando non si riesce a fare una cosa! C’era qualche trucco. Più che uno strumento era un’orchestra. Qualcuno lo diceva anche a voce alta. Il suonatore amicava soddisfatto e raddoppiava il suo impegno e i passaggi arditi. Stavo crescendo e cominciai a osservare con più attenzione gli strumenti esposti e quelli suonati dai “maghi”. Così intorno ai dieci anni chiesi a mio padre di comprarmi la “Bravi Alpini”! della Honher. Il corpo in legno. Peccato che non fosse colorato di rosso. E poi la passione per il colore era passata. La vernice, ieri come oggi, a durata ancora più limitata del rosso carminio anilinico. Ma era un’armonica. I coperchi erano veri coperchi. I fori erano tanti. Due file: 14x2, 24 voci. Un bel suono. Niente a che fare con i giocattoli. Uno strumento musicale. Ci cominciai a provare le canzonette alpine e quelle tradizionali locali. “Vecchio Scarpone” ahi “Vecchio Scarpone”. Maestri? Nessuno. Ieri, come oggi, merce rara, introvabile. Neanche uno, nel piccolo paese, che mi insegnasse anche un rudimento di musica. E così mi sono arrangiato da solo, rigorosamente ad orecchio. A singole note a labbra corrugate. Ma questo l’ho saputo più tardi dal nostro sito. Questa tecnica a me sembrava troppo rudimentale. Confrontandola con quella dei maghi della mia fanciullezza e della prima adolescenza. Con la lingua (tongue blocking). Anche questo lo ho saputo dal nostro sito. Mi piaceva moltissimo. Ascoltavo i “maghi” e mi ripromettevo di diventare bravo come loro. Anche se dopo aver provato a suonare l’armonica con i bassi a sinistra e poi a destra ho finito per scegliere questa seconda posizione. Mi pareva che il suono fosse più rotondo, più bello. Per tanto tempo suonavo sia in un modo che nell’altro. Poi il destro è prevalso sul sinistro. Ancora oggi mi capita di suonare un pezzo per metà in un modo per metà nell’altro. Vedi un poco che bizze! Ma intanto la “Bravi Alpini” che mi aveva fatto scoprire lo strumento musicale, piangeva miseria. Il tremolo era diventato tremarella e le lamentele erano superiori ai suoni. Ai reumatismi non si comanda. Dopo aver subito con stoica resistenza si dette per vinta. Niente armonica, suonatore a riposo. Ma il metà maggio che dai quattordici anni mi portava verso i quindici, mi riservava una sorpresa. Una delle feste principali del paese. La solita bancarella. Ci faccio una capatina, la mattina. Le armoniche erano ormai quasi sparite dall’esposizione. C’era solo un modello. Ancora una “Bravi Alpini”. Quella a doppia imboccatura. Due file di 16 fori, 32 voci. Da una parte e dall’altra. Tonalità A e D. Prezzo £ 1000. Una cifra enorme per i tempi. Anche se… 72,50€ di oggi non sono una bazzecola. Tanti mi sono stati chiesti nei negozi della nostra Cagliari per lo stesso modello. La guardo, richiedo il prezzo e… la riguardo un’ultima volta. Me ne ritorno a casa e mi butto a studiare. All’indomani mi attendono tre interrogazioni decisive per la chiusura dell’anno scolastico. La scuola ultra selettiva, non faceva sconti a nessuno neanche di domenica. La festa è un indistinto sottofondo di suoni e ogni tanto si ode un mortaretto che rinnova l’allegria. Ore e ore. E’ ormai sera. Rientra mio padre. Mi si avvicina in silenzio. Tira fuori dalla tasca una scatola marrone di cartone: “Tieni… vedi un poco, se funziona”. E sì… che funzionava… E dopo quarantacinque anni funziona ancora. E ogni volta che la suono si risvegliano ricordi, sensazioni struggenti. Ogni tanto una pulitina, una ripassatina. Una carezza alle vecchie rughe. Vecchia cara armonica, Che importa se la voce tua non è più cristallina. Se è un poco roca. Il vestito consunto Qua e là macchiato. Non ti è spettato Di essere baciata Dal mago di talento. Non te ne sei mai curata. Non sei gelosa delle tue Amiche più fortunate. Se appena il tuo innamorato ti dà un pizzicotto canti e danzi. Lo fai passare Per principe Cara vecchia armonica. Anche in questi giorni le ho dato un minimo di manutenzione e sto pensando di rifarle la cromatura dei coperchi. Che almeno l’abito le faccia fare bella figura. Le rinnovi l’antico splendore. Dopo qualche anno con i piccoli risparmi messi da parte decisi di acquistare la mia prima armonica senza doverlo chiedere a nessuno. Credevo di aver raggiunto la cifra sufficiente per una nuova Bravi Alpini a doppia imboccatura. Le bancarelle non esponevano più armoniche e la cercai in negozio, a Cagliari. Ma il modello programmato risultò fuori della portata dei sudati risparmi. La più confacente alla scarsa disponibilità di lire risultò essere la Marine Band della Hohner. Resto indeciso. Mi chiedo: sono ritornato ai giocattoli? Chiedo di provarla. Impossibile. Tirano fuori un aggeggio a soffietto su cui fanno scorrere lo strumento. E’ vero: suona. Quindi c’è. Ma che razza di suono sia lo lascio indovinare. Basta, la compro e non vi dico altro. Inizia un’altra storia. Se è piaciuta questa, la racconterò. Altrimenti, amici come prima e niente storia.
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RE: Poeti dell'armonica,
Zampanò, 08-Ott-05, (1)
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Harpit, 08-Ott-05, (2)
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Luisiccu, 22-Ott-05, (8)
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Messaggi in questo argomento
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1. "RE: Poeti dell'armonica" |
Scritto da Zampanò on
08-Ott-05, 10:13 PM (GMT)
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Bravo, bravissimo Luisiccu! Scrivi altre storie come questa, l'armonica, per come la vivo io è lo strumento della gente, del popolo. E' lo strumento più suonato al mondo, diciamolo a chi ci guarda con sufficienza. Che serva a farci il blues o il jazz, la classica o semplici motivetti popolari, è sempre il mezzo più accessibile che ci permette di tirare fuori il piccolo o grande musicista che dorme in noi. Nel tuo racconto non ho potuto fare a meno di ritrovare in versione sarda le atmosfere e le sensazioni raccontate dal vogherese Fabrizio Poggi nel suo "Il violino dei poveri". L'amore per questo strumento è per me anche il desiderio di non far morire la spontanea semplicità in un mondo sempre più confuso e complicato. (In confidenza, il mio pseudonimo è il nome di un personaggio di un film di Fellini (La strada), omaccio violento e miserabile, un "artista" forzuto, giocoliere, comico da strapazzo in un'Italia stracciona ma viva e dignitosamente umana. Buona musica a te, buona musica a tutti.
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2. "RE: Poeti dell'armonica" |
Scritto da Harpit on
08-Ott-05, 10:49 PM (GMT)
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E' bello divagare un poco partendo da "un giocattolino" come l'armonica. Che poi si scopre essere ben altro che un semplice gingillo. In tema di talenti, poichè oltre alla musica abbiamo parlato anche di poesia, avrei una domanda da porre al popolo: La predisposizione individuale verso una data espressione o attività anzichè un'altra, secondo voi è frutto del D.N.A. o proviene dal cielo? Oppure è il risultato della casualità? Scusate la domanda che ha poco di tecnico, ma sarebbe bello sentire alcuni dei vostri pareri. Ciao.
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3. "RE: Poeti dell'armonica" |
Scritto da Zampanò on
09-Ott-05, 01:07 AM (GMT)
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Rispondo ad Harpit: secondo me è essenzialmente frutto delle circostanze esterne.Se vivi in un villaggio dell'Africa nera hai pochissime possibilità di diventare un pianista come Rubinstein. Se hai a disposizione solo uno strumento tradizionale del tuo paese proverai con quello a esprimere i tuoi sentimenti. Credo inoltre che questo discorso non sia solo ristretto alla musica: se fosse nato in altre situazioni e circostanze Louis Armstrong avrebbe potuto giocare a calcio meglio di Pelè, perchè secondo me anche il calcio può essere un mezzo di espressione artistica. Ma non vorrei allargare troppo il discorso, già aspetto le pernacchie per questa mia affermazione, comunque il concetto, in sintesi è questo. Sentiamo gli altri che ne pensano.
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4. "RE: Poeti dell'armonica" |
Scritto da Mark O' Moon on
10-Ott-05, 12:58 PM (GMT)
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Luisiccu, ti faccio i miei complimenti per quello che hai scritto e per come l'hai scritto.Mi hai riproiettato indietro in un tempo che avevo dimenticato, quando in occasione della fiera del paese veniva nel bar di mio nonno "lo zingaro col violino" che al posto di alcune corde aveva freni di bicicletta e suonava brani strani, coinvolgenti e non c'era una spiegazione per i suoni che sentivi, erano una sorta di magia. Mi è venuto in mente un documentario sui Beatles in cui Paul diceva che lui e John, ancora ragazzetti, avevano attraversato Liverpool in tram per andare a trovare un tizio che sapeva "fare" l'accordo di SI7!!!L'armonica si presta a questo spirito, di "virtuoso" che si esibisce con nulla, uno strumento da pochi soldi ma che quando si sente l'annuncio "E' arrivato Zampanò" o oggi "Alessio Carturan mangerà le rane" fa correre a vedere cosa succede. Suono l'armonica da abbastanza tempo e sono grato a questo sito e a molti di quelli che vi partecipano di aver "nobilitato" lo strumento, introducendo la definizione di tecniche come bending, overbending ecc. Quello che mi fa un po’ specie è sentire persone che, in assoluta buona fede, confondono il mezzo con il fine. Dopo 3 giorni di armonica si parla di tecniche “difficili” e magari non ci si è preoccupati di capire come e quando utilizzare queste tecniche e di come fare uscire il suono nitido. Io ho capito dopo un po’ che suonavo e dopo aver scoperto questo sito, che stavo facendo bending, overbending e tongue blocking per suonare insieme ritmica e solo. Nel “Ballo Sardo” che ho ascoltato fra i tuoi demo, usi delle tecniche complesse, che, credo e spero, tu abbia imparato in funzione della musica che volevi riprodurre, magari imitando i maestri che sentivi da ragazzino. Quando ero bambino, d’estate ci mandavano in colonia e lì ho iniziato a suonare i motivetti che ci facevano cantare usando quella che chiamavamo “spinetta”. poi a fine anni 70 ho sentito “Bluesman” di Roberto Ciotti con un magico Claudio Bertolin all’armonica e ne sono stato “folgorato”, ho fatto il servizio militare con Andrea Cocco, altro armonicista che mi ha fatto scoprire i vari Sonny Terry, Sonny Boy Williamson , John Mayall ecc.: ho sempre cercato di suonare quello che suonavano loro . Forse se qualcuno mi avesse insegnato avrei imparato prima e meglio, ma sono convinto che se avessi pensato al solo aspetto tecnico, perdendo di vista il senso del brano musicale, sarei ancora al punto di partenza o, conoscendomi, non avrei più suonato l’armonica. Do pienamente ragione a Zampano’ : ammesso che ci sia tutta una serie di concause che potrebbero fare di una persona un grande armonicista ( io credo che in qualche modo c’entri anche la struttura del cavo orale) se non si trova nel posto giusto o se non gli capita in mano un’armonica non potrà mai diventarlo. Per concludere, caro Luisiccu, devo dirti che in alcuni momenti il tuo racconto mi ha ricordato Jack Kerouac (uno dei miei autori preferiti) e che, quindi, aspetto un tuo prossimo scritto che ci dica cosa è successo tra te e la Marine Band e soprattutto se siete diventati amici !
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5. "RE: Poeti dell'armonica" |
Scritto da Harpit on
11-Ott-05, 01:44 AM (GMT)
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E' nel vissuto di ogni individuo che si intravedono le diverse spigolature e spesso si colgono punti di osservazione mai considerati. Non datemi del matto se vi dico che persino scambiando due parole con il classico "scemo del villaggio" personalmente ho avuto di che riflettere. Non mi voglio spingere oltre per non urtare la sensibilità dei più; dico solo che dovremmo stare molto attenti nel giudicare perchè a volte quelli che sembrano fessi, poi tanto fessi non lo sono. Forse quel che è capitato a me dipende solo dal fatto che diversamente dall'atteggiamento generale, ho dialogato con persone per così dire "limitate" trattandole con rispetto e senza pregiudizi, Ricavandone sorprendenti sottigliezze....... Tornando a noi, a Zampanò dico che forse Armstrong poteva anche diventare un bravo portiere di calcio, chi lo può escludere? Ed è anche vero che le condizioni più o meno favorevoli, come conferma Mark, possono determinare la riuscita o il fallimento di un talento, una certa predisposizione che si ha verso una certa cosa. Per quel che ne sappiamo potrebbe anche esserci stato un'altro genio potenzialmente valido come un Leonardo da Vinci o Mozart o Marconi...incapace di esprimere la propria potenzialità perchè magari figlio maggiore di 8 fratelli orfani di padre.Con un carico così sulle spalle che si può fare? Ma non sempre sono i mezzi a smuovere un talento , come quel suonatore di violino citato da Mark; nella savana, tra le capanne di paglia, un ragazzino batte sui tam tam fatti di otri d'argilla e pelli di capretto, con un ritmo e una velocità che pochi possiedono.E , per finire, talune incisioni rupestri dei nostri antenati farebbero più bella figura di certe tele esposte nelle gallerie d'arte, senza nulla togliere al merito dell'arte contemporanea e dei suo fautori, ovviamente. Concludo con una considerazione personale: nel terreno dell'espressività umana è difficile usare parametri di classificazione e di valutazione. Quel che ai più oggi piace non è ciò che piaceva ieri e non sarà quel che piacerà domani. Fermo restando il prodotto dei cosidetti "mostri sacri" che nel loro genere hanno compiuto l'irripetibile.
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6. "RE: Poeti dell'armonica" |
Scritto da Luisiccu on
13-Ott-05, 11:23 AM (GMT)
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Essere o non essere… Ci eravamo lasciati all’uscita del negozio di strumenti musicali... Essere o non essere, questo è il dilemma: E’ un giocattolo o uno strumento musicale? Mi rigiro fra le mani la Marine Band della Honher chiuso nella mia stanza e non oso metterci bocca. Ho resistito alla tentazione di suonarla dal rivenditore e per strada. E’ un giocattolo o uno strumento musicale? Timidamente cerco le prime note. Non male, non male - mi dico. Non tremola, è vero, ma… il suono è bello… bellissimo. Caldo e nello stesso tempo, squillante, insinuante, provocatorio. E’ uno strumento musicale mi ripeto per farmi coraggio. Attacco “Tom Dooley” e poi…e poi…e poi... Insomma non la smetto più. Riprendo fiato per correre da F. E’ un amico appena più giovane di me che crede di potersi guadagnare da vivere facendo il barbiere. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e… i clienti. Mai troppo numerosi e troppo insistenti. Ampio spazio quindi al mandolino tra un insaponata e l’altra. Voglio fagli vedere il “dieci fori” prodigioso e provare un duetto. I clienti girano al largo e così attacchiamo un fantastico (per noi!) “Fenesta che lucive…”. Ci facciamo i complementi, che… Se aspettiamo quelli degli altri… campa cavallino che l’erba cresce. Poi ricominciamo da capo con altri motivi. E’ stato amore grande con la Marine Band. Grandissimo. Non l’ho mai sentita dura o difficile da suonare. Forse perché venivo da uno strumento, la Bravi Alpini; che quanto a richiesta di fiato e d’altro era piuttosto pretenziosa. Anche suonare a nota singola a labbra corrugate non era più tanto noioso specialmente quando la mancanza di clienti da F. consentiva strabilianti (per noi, ovviamente, per noi! Non scaldarti!) duetti. Vibrati, effetti vari inventati o imitati nell’ascolto dei “maghi”. Attenzione al suono alla respirazione, al moto della lingua e della gola… Ma, presto, F. passa dalle forbici e dal rasoio all’elettronica. E mi riprende l’antico vizio, l’antico ghiribizzo di suonare con la tecnica del tongue blocking e accompagnamento come, l’arcaico vizio di suonare con i bassi a destra. Le esecuzioni diventano di nuovo intime. Unica ascoltatrice mia madre. Che pazienza!!! Che pazienza!!! Mio padre più fortunato, lavorando in campagna, godeva della pace e del silenzio dei campi. Mio fratello e mia sorella ai primi accenni, guadagnavano velocemente l’uscita di casa. La musica, che la mia generazione andava ascoltando e godendo, non era più quella della grande tradizione locale o nazionale. I suonatori di launeddas, di organetto e di armonica, sempre più rari. I pochi rimasti, a vivacchiare con i primi gruppi folkloristici, che timidamente giravano di paese in paese, per le sagre. Arrivava la musica americana, il rock and roll, Elvis Presley… I giradischi o, come si diceva allora, i grammofoni, ancora per pochi privilegiati. Facevano girare i primi quarantacinque giri. Avere un giradischi e un disco appena uscito era come avere l’ultimo modello di telefonino insieme al lettore Mp3 ultimo grido. Il bar del centro, “s’offelleria”, da un grammofono gracchiante trasmetteva gli ultimi arrivi. L’ amplificatore era ancora quello della Geloso con due coni a fungere da casse acustiche ancora da venire. Alta fedeltà? E che era? La storia di un marito estremamente fedele? Comparve la TV in bianco e nero con le finali del Festival di Sanremo e le serate di varietà. Nei cinema i film musicali dei Claudio Villa, Tajoli… a riverdire antiche tradizioni liriche. Si passava l’intero pomeriggio dentro il cinema a risentire quel passaggio di armonica nella scena tal dei tali di quel tale film Western. Comparve il Juke Box. Non più passeggiate avanti e indietro lungo la strada salotto del paese ma assemblea permanente davanti al magico contenitore. Cinquanta lire ad esecuzione. Il portafoglio collettivo che rapidamente virava verso il verde profondo. Le orecchia tese a carpire tutti passaggi. Il cervello a memorizzare e tesorizzare parole e musica. Si cominciava purtroppo a cantare di meno ed ad ascoltare di più. A fare i critici musicali più che i cantanti e i suonatori. A essere meno partecipi e più spettatori. Fenomeno destinato a crescere sempre di più, sino a nostri giorni. E’ sempre più raro il canto spontaneo e popolare e sempre più tutto è costruito e professionalizzato. La Marine mi faceva compagnia nei momenti delle malinconie e delle gioie giovanili. Andavamo insieme alle festicciole fra amici e in campagna. Io ci mettevo il fiato e la buona volontà. Lei ci metteva il suo suono e la sua armonia, il canto. Ci capitò di misurarci con il pastore che suonava in modo straordinario il piffero costruito con le sue mani con la canna del fiume là vicino. Il duetto non fu molto brillante. Ignoravamo la musica e la costruzione super artigianale del flauto, evidentemente non permetteva un’accordatura che consentisse di fare coppia con la mia Marine in C. Insomma ognuno per i fatti suoi e… la musica anche. Ci divertimmo però. Il pastore ci preconizzò un successo travolgente, ma… Era un buontempone. Che importa. Se suoni con il cuore E ti pare di essere un maestro e un poeta. E senti l’ancia vibrare e trasformarsi in canto. E la smorzi come in sussurro e ti pare che palpiti. Che importa Se non sei Un mago. Nonostante il tuo impegno Nonostante il tuo estro Nonostante il tuo sentire Ci parli Ascolti. Suoni l’armonica Questo basta Che importa il resto. La Marine era e resta la mia armonica preferita. Pur consapevole dei suoi limiti e dei suoi difetti. Ma tu non hai difetti? Non strapazzarla troppo perché altrimenti si infuria, si gonfia e ti morde le labbra. Anche se è proprio allora che dà il meglio. Nel frattempo riuscito a coagulare qualche soldo ho provato altre armoniche, comprese la prima con il corpo in plastica, la Golden Melody. Altro suono. Più cupo e nello stesso tempo più delicato con le ance che sembra ti accarezzino. E poi la “piccolo”, un gioiellino, duro da suonare ma magico, date le dimensioni. E poi altre armoniche sempre della Honher. Continuavo a suonare con l’accompagnamento. Del resto se non hai nessuno a farti da spalla e a cui fare da spalla… Alcune note mi erano proibite. Un compagno di studi che suonava la cromatica, mi disse che la dieci fori non consentiva di suonare alcune note. Quelle che nel pianoforte corrispondono ai tasti neri. Conseguenza: non si possono suonare alcuni brani. Nella realtà su questo punto si sbagliava. Ho acquistato la cromatica. Cercavo però di suonarla con la stessa tecnica della diatonica. Ovviamente con scarsi risultati. Ricevuti dall’amico i suggerimenti di base ci provai di nuovo. Fatica inutile. Per me era troppo cerebrale. Non eravamo in sintonia. Torno alle mie armoniche. Torno al mio amore. Torno a Marine. Colpo di fortuna. Incontro finalmente un maestro di musica. E’ un maestro di banda. Mi insegna i fondamentali e a suonare il sassofono. Magnifico strumento. Per esercitarmi devo barricarmi in stanze isolate in campagna. In compenso finisco in banda musicale. Un’esperienza straordinaria. Umanità varia ricca di sfaccettature. Momenti di grande intensità vissuti insieme. Anche grandi strumentisti. Ma il tempo è sempre più tiranno. La giovinezza sfuma verso la maturità. Il sax non si può portare nel taschino e neppure in tasca. E’ poco confidenziale. Necessità di allenamento quotidiano intenso e prolungato… Insomma il sax alto riposto in custodia si ritaglia una posto nell’albo dei ricordi. Perdo anche confidenza con l’armonica. Ci sono impegni pressanti. Lavoro. Famiglia. Non ci sono amici con cui suonare e per cui suonare. Le occasioni sono sempre più rare e fugaci. Anche io tendo a divenire un “ascoltatore”. Qualche nuovo acquisto, sempre più raro. Ogni tanto la manutenzione degli strumenti. Riemergono i ricordi e la voglia di suonare. Sino a quando digitando le parole magiche, “armonica a bocca” su INTERNET finisco in questo sito. Sbalordisco. E’ un sito straordinario. Gestito con passione e amore, e si vede. Porta un metodo gratuito di apprendimento veramente notevole. Ha varie sezioni in cui si hanno notizie, informazioni, suggerimenti di grande spessore. Ci sono i brani di grandi armonicisti. Notizie storiche. Discografia. Istruzioni per la manutenzione dello strumento. Forum. News. Collegamenti con siti nazionali ed internazionali. Pareri sulle armoniche. Insomma una ricchezza persino sfrontata. Soprattutto, come ho occasione di constatare, a disposizione di tutti gli armonicisti. Bravi e meno bravi. Principianti, dilettanti, professionisti, maghi dello strumento. Ne divento un assiduo frequentatore. Mi specchio nelle osservazioni e nei suggerimenti di bravi, anzi ottimi esecutori. Evidenzio le mie pecche, i miei difetti. Scopro che suono l’armonica al rovescio. Scopro che suono ed ho suonato con tecniche diverse senza saperlo. Che quando suonavo e suono con le note singole (poco) a labbra corrugate suonavo e suono le note in bending senza rendermene conto. Scopro che ci sono suonatori e quindi musicisti straordinari. Scopro di essere finito in un sito in cui prevalgono i suonatori Blues ma che non storcono il naso se ci finisce altra musica. Ricomincio a suonare più spesso (non spessissimo). Conosco e comincio a suonare armoniche di altre marche (Tombo, Suzuki, Hering) di grande qualità se non migliori rispetto alle Honher. Ho conferma che il nostro piccolo strumento è grande, grande, grande… grande… e ancora più grande. Ho certezza che ci sono appassionati molto più appassionati di me. Ne sono quasi invidioso… Qualche mese fa bazzicando per un negozio di strumenti musicali ho di chiesto un’armonica economica da portare sempre in macchina. Insieme alla Traveller della Honher con corpo in plastica mi hanno messo sotto il naso la magica Marine Band. Il vecchio modello. Ho fatto l’indifferente e perfidamente me la sono portata via ad un prezzo stracciato…
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7. "RE: Poeti dell'armonica" |
Scritto da Mark O' Moon on
17-Ott-05, 05:15 PM (GMT)
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Devo proprio dire, Luissiccu, che se suoni l'armonica come scrivi sei meglio di Howard Levy!!!! Marco.
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8. "RE: Poeti dell'armonica" |
Scritto da Luisiccu on
22-Ott-05, 08:04 AM (GMT)
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Poeti dell’armonica unitevi… Grazie della stima. E’ difficile dare un giudizio spassionato di se stessi. Per quanto mi riguarda, non mi vedo un grande “scrittore” e un “grande” armonicista. Comunque, grazie. Mi vanto di essere un tifoso sfegatato e un sostenitore fazioso dell’armonica.. Come ho ampiamente (anche troppo!) scritto, confermo che mi piace suonarla e mi piace la musica senza aggettivi. Purché sia di buona qualità. Mi riprometto di profittare più in là dell’ospitalità del sito per parlare di musica “popolare” (chiamiamola così). I talenti, i poeti, nascono ovunque. Hanno in comune, spesso, in vita, di passare inosservati. Hanno il privilegio di essere liberi anche stando in catene. Parlano il linguaggio universale dell’arte, pur con strumenti diversi. Quando il loro valore viene riconosciuto, diventano immortali. Perché un talento cresca e si manifesti ha bisogno di trovarsi al punto giusto al momento giusto ed incontrare le persone giuste. Non basta avere genio e qualità, ci vuole anche passione e lavoro per raggiungere alte vette. “Genio e sregolatezza” senza il supporto dell’applicazione e dell’impegno non conducono lontano. Senza “mestiere”, niente “carriere”. Pur non essendo nel forum specifico (“Prima serata”), un augurio cordiale a Harpit per il suo felice esordio in palcoscenico. Se conserverà l’entusiasmo e la poesia della prima volta farà sempre meglio. Un augurio anche per gli altri. Poeti dell’armonica unitevi!!!!!!!!!!!
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9. "RE: Poeti dell'armonica" |
Scritto da Luisiccu on
05-Ott-06, 06:40 PM (GMT)
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gdfblues58, Eccoti il messaggio nell’argomento giusto “Poeti dell’armonica”d el Forum “Racconta le tue esperienze”, buone o brutte che siano”. L’altro argomento di titolo uguale è stato inserito erroneamente. Mi fa piacere sapere della tua passione dell’armonica. Mi fa piacere che tu sia sardo. Un poco di campanilismo non guasta. Non sono, putroppo, un talento musicale. Sono un appassionato di musica. Sono un dilettante del nostro amato strumento. Un innamorato perso dell’armonica. Putroppo non suono il blues. Suono in genere musica popolare, sarda e non solo sarda. Sulla musica popolare e la nostra armonica puoi leggere come la penso sul forum “Tutto cio che vi va di dire” argomento “Musica popolare e armonica” dove troverai anche altri interventi molto interessanti. Come suono, lo potrai constatare ascoltando i demo presenti in questo sito alla voce “I vostri brani” in alto a sinistra nella Home page del sito. Sono in compagnia di esecutori ben più bravi di me. Potrai confrontarti con essi. Nella stessa sezione potrai chiedere di inserire tue esecuzioni per farle conoscere. Il nostro è un grande sito. Non escludo di poterti incontrare visto che stai a Cagliari. Infatti abito in un paese vicinissimo al nostro capoluogo. Penso comunque tu debba continuare la ricerca di qualcuno dei gruppi Blues che in Sardegna ci sono sicuramente. Forse anche a Cagliari.
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