"Musica popolare e armonica"
"Musica popolare e armonica" |
Scritto da Luisiccu on
02-Dic-05, 12:27 PM (GMT)
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Nel comune immaginario la musica popolare evoca la fiera paesana. Gli umori e gli odori che vengono dalla festa campestre. Allegre risate che salgono al palco in piazza dal quale scende la musica dei volenterosi suonatori, spesso improvvisati. Ricorda i primi amori dei giovani contadini e pastori Fa pensare alle vivaci campagnole. Si tratta, ovviamente di una visione georgica e bucolica, distorta e limitata. Ridicola. Nella realtà la “musica popolare” è, soprattutto, una forma d’arte di primissimo piano. Può nascere nei paesetti, nei borghi. Manifestarsi nelle periferie urbane. Può scaturire dalla genialità di uno sconosciuto o di un celebre menestrello. Poi, però, la comunità se ne appropria. L’adotta. La elabora. La trasforma. Diventa musica di tutti. Diventa popolo. Qualche volta rielaborata dal musicista di alta scuola, finisce, non di raro, per far parte della cosiddetta “musica colta”. Per strane vie può ancora tornare quasi irriconoscibile al punto di partenza. Per la musica, si possono inventare tante classificazioni quanti sono gli appassionati. A me piace pensare che la musica sia tutta popolare nella misura in cui è di forte impatto comunicativo. Suonata e cantata, "cun is manus, cun sa conca, cun su coru e cun s’anima" (con le mani, con la testa, con il cuore, con l’anima), come mi diceva un vecchio armonicista. Con il corpo e con tutto il resto. Se ci fa piacere proponiamo pure distinzioni e definizioni: la musica tradizionale italiana, americana, la musica campagnola, il blues, il jazz, spiritual, gospel, il contry, il folk, etnica, pop, ecc.. Dopo un poco ci accorgiamo che in fondo sempre e, in ogni modo, musica popolare è. Si suona con i più svariati strumenti che la tecnica e l’estro consentono. Si canta con la varietà infinita che la voce umana permette. Di straordinaria bellezza se data dall’interprete, con tutta la sensibilità e le capacità da lui possedute. Confesso: mi irrito quando sento contrapporre “musica popolare” e “musica colta” come se fossero incompatibili. Quando si proclamano strumenti musicali nobili e plebei; strumenti sofisticati e meno sofisticati. Come si confronta la nostra armonica con la musica? Come, con la musica “popolare” in particolare? Difficile a dirsi. Certamente non si riesce a scalzare il pregiudizio che in fondo l’armonica è un qualcosa più vicino ad un giocattolo che a uno strumento musicale. Ieri come oggi, se si va nei pochi esercizi commerciali in cui la vendono, la troviamo in un cantuccio. Spesso dimenticata. Eppure è, probabilmente, lo strumento musicale più diffuso al mondo. Quanto a complessità non è certo inferiore ad altri strumenti che hanno trovato maggior accoglienza e considerazione nella musica “colta” e “popolare”. Quanti sono gli strumenti che racchiudono in sé contemporaneamente, il suono a nota singola (addirittura con tre tecniche diverse), il suono con nota singola accompagnamento, il suono ad ottave, il solo accompagnamento? Quando gli artisti che la suonano sono artisti, gli esiti sono straordinari. Gli esempi non mancano. Anche in questo sito. Probabilmente se qualche grande e famoso compositore l’avesse conosciuta e introdotta in qualche capolavoro universale come è capitato al flauto, al clarino, al sassofono, al quartino, all’ottavino, ecc. oggi non staremmo a lamentarci per la scarsa considerazione. E’ la storia del serpente che si morde la coda. Nei conservatori musicali l’armonica non trova alloggio neanche in portineria. Non si studia l’armonica. L’armonica non compare nella musica “colta” e neppure nella musica “popolare”. E… quindi non si studia in conservatorio. E quindi… non è uno strumento musicale degno di attenzione... Mi sento di fare un piccolo appunto ai nostri bravissimi armonicisti italiani. Va bene il blues (stupendo!), Va ben il Jazz (straordinario!). Vanno bene gli altri infiniti generi. Va bene tutto. Mettetemi pure fra i presuntuosi, ma lasciatemi dire che comunque, alla “musica popolare” tutti i generi si rifanno; anche quando sono vestiti da improbabili definizioni colte. La musica vera è universale. Vedo, poi, troppo trascurata la musica italiana ed in particolare la “musica popolare” (chiamiamola, ancora, così!) italiana. E noi siamo italiani. Non sarà che l’erba del vicino è sempre più fresca? Discriminiamo la nostra musica, come la nostra armonica viene discriminata nei confronti degli altri strumenti. Strani noi Italiani. Parliamo in una lingua che non cantiamo ormai più e cantiamo in una lingua che non parliamo (inglese?). Suoniamo e ascoltiamo una musica non nostra, nata d’altro sentire e d’altra cultura. Ed invece dovremmo rivolgerci al nostro enorme patrimonio culturale e musicale. Al nostro DNA. Al nostro paesetto. Alla nostra regione. All’Italia. Senza campanilismi o falsi patriottismi ma solo perché abbiamo tanto da proporre. A noi stessi e a tutto il mondo. Anche con l’armonica. E quando suoniamo l’armonica non fermiamoci alla tecnica della singola nota a labbra corrugate. Nessuno, penso, può contestare la sua validità. Par di capire che, ormai, è la tecnica d’esecuzione che va per la maggiore. Ma perché non riprendere con maggiore attenzione e incentivare le altre tecniche? Forse non sono lontano dal vero se affermo che nel passato sono state addirittura prevalenti. Probabilmente sono tecniche che non consentono la stessa flessibilità di quelle a singola nota a labbra corrugate. Tuttavia hanno altre possibilità che questa non ha. Altre sonorità e infinite combinazioni. Specialmente quando l’armonica viene suonata senza il complemento o il supporto di altri strumenti. Tutt’oggi nella mia regione, la Sardegna, ci sono suonatori che accompagnano da soli il ballo. Danno allo strumento un tale ricchezza di suoni e accordi da trasformarlo in piccola orchestra. E non è un’orchestra da niente. Lo garantisco. Non penso che la Sardegna sia la sola regione a contare su artisti di tale capacità. Quando si suona da soli, e non in un complesso, suonare a singola nota finisce per essere noioso, convenitene. Riuscite ad immaginare un trombettista o un sassofonista che suona da solo? Esclusivamente da solo? La speranza è che qualcuno con il talento, in possesso di una buona tecnica alternativa alla singola nota a labbra corrugate e l’anima giusta si faccia avanti e ci diletti con la sua arte. Specialmente se si rifà alla “musica popolare” italiana (chiamiamola ancora così!), che l’armonica la vuole a tutto tondo. Con tutte le sue potenzialità. Ed allora… suonatori “multitecnica” fattevi avanti. Luisiccu
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Bertrando , 02-Dic-05, (1)
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Luisiccu, 27-Apr-07, (16)
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Messaggi in questo argomento
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1. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da Bertrando on
02-Dic-05, 04:53 PM (GMT)
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Finalmente qualcuno che pone sul tappeto argomenti interessanti!!! Purtroppo così per iscritto e rapidamente non si può dire tutto quello che si vorrebbe, ma spero di risentirti magari anche via mail... Anche io, pur malato cronico grave di blues e innamorato perso senza condizioni e senza "ma", ho senpre ritenuto stupido dividere i generi come si usa fare oggi: la suddivisione è una delle grandi "seghe" del XX secolo, un'operazione tanto artificiosa che ha fatto piacere solo a chi doveva a suo tempo "vendere" e gli faceva comodo dividere tra BLUEGRASS, BLUES, OLD TIME, FOLK e via dicendo. Forse non molti pensano al fatto che il blues e tutti i generi correlati altro non erano che la "musica popolare" degli Stati Uniti, e nella fattispecie, del Sud. Noi oggi vediamo il bues come una cosa a sè stante, quasi sacra, ma in realtà allora il blues era la musica "di quella gente", proprio come da noi abbiamo le nostre cosiddette musiche popolari. Pochi si rendono conto che facendo blues fanno un tipo di musica popolare, diversa certo dalla nostra o da quella irlandese o gitana, ma che sempre di musica popolare si tratta. Una blues di Robert Pete Williams non è meno "popolare" di un canto delle mondine o di una giga nostrana. Due mondi diversi certo, ma basta con le distinzioni snob di sedicenti bluesman che fanno blues come se fossero degli iniziati... Ripeto, io amo il blues che nelle mie passioni è seconda solo... alle belle donne , ma mai mi sono sognato di snobbare le mie musiche (io sono di origini piemontesi) che anzi suono e canto a fianco di un blues di Muddy Waters, senza preoccuparmi di irritare qualcuno che dice: "oddio, ma quello non è blues!" Insomma: suonare l'armonica significa "suonare l'armonica": facciamo blues, facciamo jazz, facciamo le gighe ma non facciamoci delle menate: la musica se è bella musica va bene sia che venga dalla Sardegna, dal Piemonte o dal Mississippi... (Io tra l'altro conosco anche un po' di musica della provenza italiana e mi diletto anche in quel genere.)Passando all'ultimo argomento del tuo intervento, ti posso rispondere iniziando a dire che a Natale (non voglio farmi pubblicità, credimi! è solo per introdurre l'argomento, anche perché ne ho fatte 60 copie... capirai!) uscirà un mio CD di blues per armonica solista stile anni '20-'30, e qui si innesta il problema: effettivamente suonare a note singole da soli diventa noioso sia per chi ascolta ma anche per chi suona. Io, in tutta modestia, s'intende, ho scoperto tempo fa questi pionieri dell'armonica blues e alcune loro registrazioni in cui suonavano e cantavano da soli, usando una tecnica favolosa che mi sono subito impegnato ad imparare, e che consente di usare l'armonica "da sola" a pieno titolo: si tratta certo di usare le tecniche più comuni come sote singole, accordi, ottave, ma anche di utilizzare quello che io chiamo tongue blocking ritmato, che consiste nell'eseguire la melodia col foro di destra, tappando ritmicamente con la lingua i fori di sinistra creando così una sorta di linea di basso, dando l'impressione di suonare quasi un organetto. Era un modo di suonare molto diffuso che però oggi sembra dimenticato come dimeticato sembra quel primo blues che invece risulta fondamentale per lo sviluppo di tutto il blues successivo, anche quello elettrico. E' proprio il problema che poni tu che mi ha spinto a imparare questa tecnica di cui era maestro, tra gli altri, DeFord Bailey. Poi una cosa non nota è che, parlando di musica popolare, un signore che si chiamava Walter Jacobs, da ragazzino suonava su armoniche che non erano necesariamente Marine Band le musiche popolari Cajun della Louisiana, tentando di imitare gli organetti così in voga nella zona. Però queste cose non sono note e diffondono un'idea falsa del blues e del suo mondo, che è tutt'altro che codificato nelle 12 battute e negli schemi così diffusi e pedestremente ricopiati da tante band. Beh, senti, avrei mille altre cose da dire ma mi rendo conto che sarei lungo e farraginoso più di quanto lo sono stato fin'ora. Comunque credo che ci siamo capiti, no? Senza snobismi e senza credere di avere il verbo in mano come tanti fanno... Sentiamoci ancora, magari via mail, cos' ci scambiamo un po' di impressioni e approfondiamo meglio l'argomento. Se appunto mi mandi una mail ti spedisco la presentazione del mio CD...ripeto: sarebbe la pubblicità che sto mandando in giro, ma non ho intenzioni "pelose", ci mancherebbe! E' solo che lìintroduco un po' il disco e spiego anche cose che magari (anzi, probabilmente) sai già, comunque... Se ti va, ho pubblicato qui sul sito tre "miei" pezzi tratti dal mio CD nella sezione "vostri brani". Se ti va... A presto, Bertrando
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2. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da andrea on
05-Dic-05, 05:02 PM (GMT)
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Lusiccu, quanto hai ragione, tocchi tanti argomenti. Vengo dalla puglia, dove c'è un'altra fortissima tradizione popolare, nel gargano e nel salento soprattutto. Ho avuto modod id suonare con qualche vecchio maestro, giù nelle strade, un pò improvvisando, e con molta discrezione, perchè l'armonica non fa parte della tradizione musicale ortodossa...almeno nel gargano; è stato un onore suonare in mezzo a queste persone, maestri di una musica popolare che qualcuno sta tentando di contaminare con basso elettrico, ritmi untz untz indiavolati...Bah. E poi mi è capitato di improvvisare anche nel salento, dove l'armonica fa anche parte della tradizione, ed anche in questo caso è stato un onore. Non sto parlando di tecniche, voglio cogliere l'aspetto del rtichiamo alla musiica popolare. Spesso ascoltiamo tanta musica che non ci appartiene e lasciamo stare la nostra. Difendiamo la musica popolare che ha tanto da dire, e da scoprire. La musica popolare è rock! Chi vuole rendere rock la musica popolare è lento!Eugenio Bennato con la sua musica tamarra, mistificata e artificiale è lentissimo.
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3. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da WAlter on
06-Dic-05, 03:46 PM (GMT)
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Concordo in pieno con tutti. Però vorrei fare un'osservazione. Proprio in questi giorni discutevo con un mio amico sulla musica "popolare" italiana, e in generale europea, e quella americana, vedi country e blues. Al centro della discussione c'erano alcune domande che ci ponevamo sul diverso sviluppo che hanno avuto questi due generi di musica. La musica popolare europea, viene spesso snobbata e relegata a alle piccole manifestazioni folckloristiche locali, mentre il blues ha avuto ed ha un grosso successo in tutto il mondo. E spesso si parla del blues comefonte ispiratrice per buona parte della musica di oggi. Una delle spiegazioni che ci siamo dati è che la musica popolare europea ha sempre convissuto con quella che è stata la musica colta, ovvero la musica classica. Quest'ultima ha sicuramente attinto dalla musica popolare, per esempio quella italiana, assorbendone le qualità migliori. Probabilmente in questo processo la musica popolare europea non aveva mantenuto abbastanza elementi di novità nel periodo in cui la musica comincia a diventare veramente un fenomeno di massa, ovvero agli inizi del novecento. Invece è proprio in quegli anni che il blues raggiunge la sua maturità trovandisi pronto, con tutti la sua originalità, e con tutto il feeling e le sensazioni che portava, a influenzare il panorama della musica mondiale. Ovviamente questa è solo una possibile spiegazione. Voi che ne pensate?PS per Bertrando: Ciao, ho saputo del tuo cd. Anch'io ultimamente sono rimasto molto affascinato dallo stile armonica solista che spesso citi. Per esempio ultimamente mi sto esercitando a suonare Up country blues di De Ford Bailey. Nonostante la linea melodica sia molto semplice, riuscire a riprodurre tutte le sfumature con gli accordi a sottolineare la ritmica è davvero difficile, ma sicuramente dà molte soddisfazioni. Potresti citarmi altri artisti che utilizzano questo tipo di stile? Mi piacerebbe conoscere meglio questo genere ma per adesso non saprei orientarmi con la discografia disponibile! Grazie mille
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4. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da ZIO TOM on
16-Dic-05, 01:48 AM (GMT)
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EVVIVA LA MUSICA POPOLARE E IN PARTICOLARE LA PIZZICA...è MOLTO BELLA ANCHE LA MUSICA POPOLARE BALCANICA,PIENA DI STRUMENTI A FIATO
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5. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da Luisiccu on
23-Gen-06, 09:39 AM (GMT)
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Venuto a conoscenza quasi casualmente, proprio in questa discussione, dell’uscita nei giorni di Natale del CD “Man Trouble Blues” di Bertrando Goio, “Harmonica Bert” per gli amici dell’armonica. Sono prima riuscito a farmi mandare la presentazione e poi a farmi spedire questo lavoro. Dopo averlo a lungo ascoltato mi sento di condividere quanto riportato nella presentazione. E’ la prima volta che mi capita di fare una “recensione”, per giunta non richiesta e chissà… se gradita. Bertrando perdonerà. Poiché non sono un esperto, perdonerete anche voi la presunzione. Non posso fare a meno di dire che a me il lavoro di Bertrando è piaciuto per l’accuratezza della ricerca. Per il risuonare di lontane melodie di un popolo che attraverso la musica esprimeva la gioia e la sofferenza del quotidiano. Senza intermediari: Musica popolare. In questo caso, non italiana. Quindi ancora più difficile da suonare e da interpretare. Bertrando immedesimandosi in questo popolo con la curiosità dello storico e con la partecipazione dell’artista fa gustare il suono dell’armonica pura. Senza accompagnamento di altri strumenti se non quello della sue voce. Lo strumento suona, canta, piange, sbuffa, corre, ride. Molto bello per uno come me, dilettante appassionato, ma penso anche per gli esteti più raffinati e per i fanatici della tecnica e dello stile. Da ascoltare con attenzione con le orecchia, con la testa, con il cuore e da studiare. Il prezzo è, poi, più che ragionevole, tenuto conto dei costi estremamente alti degli studi di registrazione. Specialmente per l’alta incidenza nelle piccole produzioni.
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13. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da vittoria on
28-Nov-06, 06:23 PM (GMT)
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salve, io amo la musica popolare e cerco la tablatura della pizzica. la mia mail è vittoria.di.giacomo@alice.it. contattatemi
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14. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da vittoria on
28-Nov-06, 06:23 PM (GMT)
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salve, io amo la musica popolare e cerco la tablatura della pizzica. la mia mail è vittoria.di.giacomo@alice.it. contattatemi
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17. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da Enzo on
29-Apr-07, 05:40 PM (GMT)
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>Lusiccu, quanto hai ragione, tocchi tanti >argomenti. Vengo dalla puglia, dove >c'è un'altra fortissima tradizione popolare, >nel gargano e nel salento >soprattutto. Ho avuto modod id >suonare con qualche vecchio maestro, >giù nelle strade, un pò >improvvisando, e con molta discrezione, >perchè l'armonica non fa parte >della tradizione musicale ortodossa...almeno nel >gargano; è stato un onore >suonare in mezzo a queste >persone, maestri di una musica >popolare che qualcuno sta tentando >di contaminare con basso elettrico, >ritmi untz untz indiavolati...Bah. >E poi mi è capitato di >improvvisare anche nel salento, dove >l'armonica fa anche parte della >tradizione, ed anche in questo >caso è stato un onore. >Non sto parlando di tecniche, >voglio cogliere l'aspetto del rtichiamo >alla musiica popolare. Spesso ascoltiamo >tanta musica che non ci >appartiene e lasciamo stare la >nostra. Difendiamo la musica popolare >che ha tanto da dire, >e da scoprire. >La musica popolare è rock! >Chi vuole rendere rock la musica >popolare è lento!Eugenio Bennato con >la sua musica tamarra, mistificata >e artificiale è lentissimo. Ciao Andrea,sono un salentino neofita dell'armonica,visto che hai avuto dell'eserienza con la musica popolare salentina mi potresti indicare un'armonica per potermi cimentare con questo tipo di musica?Te ne sarei molto grato.Ti invio cordiali saluti Enzo
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6. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da RAO on
19-Feb-06, 09:47 AM (GMT)
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Credevo che tutto ciò fosse lampante e certo per la vera arte , per l'istinto ed il piacere dell'emozioni. Aggiungo un altro "oltre" confine da abbattere, i citazionismi. La purezza non conosce artificio ma spontaneità, lasciate la vostra storia alle spalle e costruite il vostro presente musicale scordando provenienze e contaminazioni. La storia lasciatela agli storici ed ai critici, leggetela si ma una sola cose rimane oltre il titolo e l'autore, rimane la musica. Questo è il mio pensiero per permettermi di concentrare sulle emozioni musicali al di là del giudizio tutte le energie nell'atto espressivo.
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7. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da Rouge on
20-Mar-06, 09:05 PM (GMT)
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Io mi sono avvicinato da poco all'armonica e propri ograzie a questo sito riesco a suonarla. Per quantro riguarda la questione della musica popolare italiana, bhè, concordo. Io sono id Siena e qui canzoni sul Palio sulle contrade o semplicemente della tradizione cittadina (moltw), regionale (abbastanza) e nazionale (poche, soprattutto alpini)fioccano. La cosa che mi piacerebbe di più sarebbe riuscire a suonare suddette canzoni, ma purtroppo gli spartiti non sono facilmente reperibili e riuscirci ad orecchio è per me molto difficile....so che non è questa la sede ma qualcuno di voi è a conoscenza di qualche sito contenente questi spartiti?
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8. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da Rouge on
20-Mar-06, 09:11 PM (GMT)
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Io mi sono avvicinato da poco all'armonica e propri ograzie a questo sito riesco a suonarla. Per quantro riguarda la questione della musica popolare italiana, bhè, concordo. Io sono id Siena e qui canzoni sul Palio sulle contrade o semplicemente della tradizione cittadina (moltw), regionale (abbastanza) e nazionale (poche, soprattutto alpini)fioccano. La cosa che mi piacerebbe di più sarebbe riuscire a suonare suddette canzoni, ma purtroppo gli spartiti non sono facilmente reperibili e riuscirci ad orecchio è per me molto difficile....so che non è questa la sede ma qualcuno di voi è a conoscenza di qualche sito contenente questi spartiti?
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9. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da Luisiccu on
22-Mar-06, 09:40 AM (GMT)
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Pur conoscendo sommariamente la musica suono l'armonica "ad orecchio". Capisco però il tuo problema. L'approccio è più che buono e logico. Comunque: cosa intendi per "spartiti". Quelli scritti in modo tradizionale o quelli scritti appositamente per armonica (tablature per armonica)? In ogni caso non è facile trovarli. Ancora più difficle trovarli per la musica popolare. Perchè si trova quasi escluisivamente l'ultimo grido e solo in negozi specializzati. Specialmente in quelli ubicati vicino ai Conservatori Musicali. Oppure nei negozi di strumenti musicali quali fisarmoniche e chitarre. Per fortuna c'è Internet. Forse con una ricerca con un buon motore di ricerca troverai ciò che ti serve. Digitando per esempio: "Spartiti musicali" oppure "Tablature per armonica", oppure digitando il nome del brano che ti interessa. Probabilmente troverai il testo del brano ed anche lo spartito da qualche parte. Dovrai aver molta pazienza e soprattutto stare all'erta nel tuo territorio. Troverai prima o poi qualche ottimo suonatore di musica popolare (non necessariamente di armonica) che ti indirizzerà nel modo migliore sui negozi e sui siti dove potrai trovare qualcosa sulla "TUA" musica. Auguroni. Forza Siena e dintorni.
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10. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da Andrew on
27-Mar-06, 04:11 PM (GMT)
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Non vorrei sembrare dissacrante ma ho sempre pensato a quegli artisti che ci hanno lasciato tanta musica "popolare" come agli eredi di una tradizione musicale salottiera e forse, ma non necessariamente, un po' frivola, che animava le serate dell'aristocrazia e successivamente della nascente borghesia imprenditoriale già nei secoli XVIII e XIX. Molte delle opere che noi tutti amiamo ed apprezziamo di autori come John Field, Franz Schubert, Frideryk Chopin, Ferenc Liszt o degli stessi Mozart e Beethoven, nascevano proprio così, con il semplice intento di intrattenere un pubblico sicuramente còlto e sensibile ma che vedeva nella musica un veicolo di socialità prima che una forma d'arte che impegnasse eccessivamente l'ascoltatore. Ovviamente non mi riferisco ad opere sinfoniche o di taglio marcatamente concertistico, che pure erano seguite, ma con tutt'altro spirito, ma a tutte quelle bellissime pagine di gusto assolutamente intimo e salottiero - valzer, notturni, preludi, serenate, mazurche eccetera - che a buon diritto consideriamo Musica Classica al pari di sinfonie, concerti e sonate ma che all'epoca costituivano l'unica alternativa, se così si può dire, all'Hi FI di oggi. Così come, ceteris paribus, non vedo altra sostanziale differenza tra un lied di Schubert, all'epoca cantato magari da Michael Vogl ed una canzone regionale, se non nella tessitura e nello stile vocale differente. A mio avviso gli intenti sono gli stessi. La musica segue il suo tempo. Chi come il sottoscritto è compositore di professione, sa benissimo che la miglior musica "classica" di oggi risponde, quando decide di farlo, a criteri strutturali e formali per lo più lontanissimi dai linguaggi tonali (e, al punto in cui siamo, anche da quelli seriali ormai), ed è giusto che sia così. Furono al loro tempo degli accaniti sperimentalisti anche Gluck, Bach, Mozart e Beethoven, per citarne solo alcuni, gli stessi Chopin e Liszt lo furono, e senza i loro predecessori, e ancor più senza i loro sperimenti, non avremmo nemmeno le sette note come le conosciamo oggi! Ma Per quegli autori, a latere, è sempre esistita, come scelta artistica personale, come momento ludico o come - perchè no - proposta più "commerciabile" magari da dedicare alle aristocratiche mire di allievi ed allieve dotate di gusto artistico ma pur sempre dilettanti, anche un'altra musica, da ascoltare e suonare (a patto di avere comunque una buona tecnica) senza troppi intellettualismi di fondo, quasi sempre bella, almeno in relazione alla penna di chi la scriveva, e di sicura presa emotiva sul pubblico. Oggi questo tipo di musica, leggera ma non troppo, la si chiama "popolare" e continua ad incantare con la sua grazia e la sua semplicità milioni di persone tutt'altro che incolte e tutt'altro che prive di gusto: un motivo ci sarà! E se compositori come Chopin, Schubert, Tchiaikowsky o Borodin ci si sono dedicati pur continuando a comporre anche splendide pagine di musica "classica", e lo hanno fatto con tutta la gioia e l'impegno e la qualità che la creazione artistica comporta quando è realmente tale, trovo assolutamente coerente presentare un programma da concerto che, scevro di ogni preconcetto di tipo ipocritamente intellettualistico, includa, ove ovviamente sia possibile, anche quelle pagine. Ovviamente, in una certa misura questo già si fa, solo che forse non lo si fa abbastanza: e se è vero che gli autori spesso portano nelle sale le loro composizioni, è altrettanto vero che, da parte di altri musicisti vige una sorta di "rifiuto" aprioristico come se l'inserimento di quei brani nel loro repertorio li "degradasse" o non fosse abbastanza all'altezza delle loro possibilità. Niente di più sbagliato! Certo so benissimo anch'io quanto la preparazione di un programma di concerto sia una operazione delicatissima in cui entrano in gioco equilibri molto dificili da ottenere e anche molto precari; forse, anzi, è la fase più importante della esibizione, quella in cui si stabilisce cosa suonare ed in che ordine per tenere l'attenzione del pubblico sempre desta senza stancare con uno sforzo intellettuale eccessivo l'uditorio e senza annoiarlo con scelte banali. Si dà comunque il caso che anche tra le pagine del repertorio classico tradizionale si celi questo rischio e più di quanto non si creda. Altrettanto vero è che la scelta dovrebbe essere operata in base al luogo e al momento programmati e che lo stesso brano potrà avere un successo strepitoso in una sala una data sera ed essere inappropriato altrimenti. Resta tuttavia il fatto che un certo repertorio si ascolta solo "in piazza" o, al massimo in CD (ma anche lì, l' esecutore è spesso il compositore/elaboratore stesso) e che tanta buona musica la si ascolta dal vivo molto meno di quanto sarebbe dovuto. Perfino nei saggi, in cui si propongono ad un pubblico di parenti ed amici fin troppo indulgenti, musicisti in erba, che probabilmente per la maggior parte resteranno giustamente tali, vive questa forma di snobismo, cosa tanto più grave quanto più oggi molta di questa musica non presenta affatto le asperità tecniche di tanto repertorio passato, è insomma, più "facile" da leggere e da memorizzare anche da parte di chi abbia un limitata esperienza o tecnica oppure si stia affacciando adesso sulle prime tavole di palcoscenico. Di chi la colpa? Sicuramente dei maestri che trascurano o disdegnano simili repertori, vuoi per limitata capacità di analisi, vuoi per radicatissimi preconcetti o perchè vittime di mamme rapaci tutte convinte di essere Marianna Mozart almeno fin quando aprono loro i borsellini; ma è anche colpa di chi gestisce ed organizza concerti e stagioni musicali con il solo obbiettivo di riempire la sala e la tasca, senza un minimo di coraggio o di spirito di novità, per cui il concertista professionista sa bene che se vuole suonare in quel teatro, deve presentare sempre gli stessi nomi al botteghino, pena la esclusione dal la stagione, con tutto ciò che comporta in un mondo, quello del concertismo professionistico, tra i più spietati ed affollati dove basta un niente per restare esclusi per molto tempo. Colpa, infine di noi compositori che fin troppo spesso ci vergogniamo di una parte della nostra musica - quella magari scritta in momenti di totale rilassatezza e spensieratezza, nata da ispirazioni melodiche delicate oppure giovanili, e condotta con gusto per le vie dall'armonia tradizionale - e che, vittime e complici a nostra volta di una mentalità intellettualistica e snob oltre ogni dire, boicottiamo noi stessi come se ormai la musica fosse soltanto un esperimento di fisica da svolgere in un'aula universitaria, e non una forma di Arte da dividere con il pubblico in una sala da concerto. Ovviamente, che sia buona musica! Faccio mia per un momento l'affermazione di Robert Schumann presa di peso dalle "Regole di vita musicale", in cui afferma che ogni sforzo deve essere teso a impedire la diffusione della cattiva musica ed al suo oblìo. Sia quindi operata una scelta, e non pensi il semi-dilettante di poter leggere il suo nome sul programma di un concerto classico solo in virtù di un auspicabile recupero di tanta musica popolare e d'ambiente. La qualità per fortuna se la ride della democrazia e delle tessere di partito; la meritocrazia è una legge di natura, fa parte dell'evoluzionismo, da lì non si sfugge se non per brevissimo tempo (e poi la caduta è ancor più rovinosa), Schumann lo aveva capito e additava la via della verità artistica a quanti avessero avuto la forza di seguirla. Ma c'è tanta buona musica popolare che aspetta solo di essere rivalutata...
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11. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da gdfblues58 on
12-Ago-06, 05:22 AM (GMT)
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ciao luiseddu sono anche io sardo come te e condivido molte cose,la differenza è che il blues e sopratutto l armonica blues mi da eozioni e mi tocca l anima e i sensi tutti che la musica popolare tradizionale proprio non mi trasmette e io vado matto per le forti emozioni,una considerazione pero faccio se suonassi musica popolare la mia armonica in sardegna e oltre la conoscerebbero tutti ma siccome suono il blues anche se bene non mi conosce nessuno e non trvo una band con cui suonare aime a sibiri ciao blues on
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12. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da Luisiccu on
09-Ott-06, 10:58 AM (GMT)
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gdfblues58, Se rileggi con attenzione quanto è stato sviluppato in questo argomento del forum coglierai che considero ( non solo io!) anche il Blues una forma di musica popolare. Almeno lo era alle origini. Non è musica popolare italiana. Non è musica popolare sarda. Comunque, sempre musica popolare è. E’ il modo di suonare, di intendere e di godere la musica che trasforma la musica in genere, in musica popolare. Converrai che pur essendoci punti di contatto in tutte le espressioni musicali “popolari” e più facile il sentire come propria la musica della terra in cui uno è nato e cresciuto. A parti rovesciate, pensi che un grande suonatore Blues del profondo sud, degli Stati Uniti, sarebbe capace di “sentire” e interpretare con altrettanta profondità il profondo sud dell’Italla o della Sardegna? Ne dubito. Penso che sarebbe svantaggiato nei confronti si un suonatore locale di pari valore. Vanno a tuo merito e a tuo vantaggio le forti emozioni che il Blues ti suscitano. E’ una grande musica. Sarebbe lo stesso per qualunque genere di musica che tu conoscessi e ti piacesse. Il fatto che diventi preminente rispetto alla musica popolare locale può anche essere dovuto al fatto della scarsa attenzione o conoscenza di questa. Non te la prendere. Non ti voglio fare un rimprovero. Forse sbaglio a pensare che ci dedichi poca attenzione. Forse il tuo interesse meno forte ed il tuo amore tiepido per essa è anche dovuto al modo con cui questa musica ti viene proposta. Riconosco che non è il migliore. Ma chi ama la musica deve fare sempre un piccolo sforzo per avvicinarsi e capire anche i linguaggi che spesso ci sembrano banali e che invece non lo sono. Dopo tutto sono i fondamenti del nostro essere e del nostro sentire. Anche quando le croste buone e meno buone delle altre culture ce lo fanno dimenticare invece che rivalutare. Salui e trigu Luisiccu
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15. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da Luisiccu on
27-Apr-07, 09:01 AM (GMT)
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Finalmente anche sul nostro sito, nella sezione I VOSTRI BRANI è comparsa una grande esecuzione di musica popolare. Di musica popolare sarda, in particolare. Provare per credere, facendo doppio clic sulla riga seguente per lanciare il brano in questione:http://www.doctorharp.it/home/audio/Estonia.mp3 Per informazioni su Michelino Carta potrete invece portarvi sulla sua scheda nel BLOG di questo nostro sito, facendo doppio clic sulla riga seguente http://www.doctorharp.it/blog/post/index/18/Michelino-Carta Permettetemi di riassumere di seguito per estratti, un articolo comparso su “La Nuova Sardegna” di Sassari a firma di Paolo Pillonca (giornalista e cultore di tradizioni popolari) in seguito alla coquista del primo premio parte di Michelino Carta, al concorso di Parmu in Estonia del 28-30 luglio 2006. “Michelino Carta, 53 anni professore di lettere, negli istituti superiori, giornalista pubblicista e provetto suonatore di balli tradizionali con la “spinetta” ha trionfato ieri in Estonia, a Parnu(cittadina di cinquantamila abitanti adagiata sul mar Baltico nella zona sud-ovest del paese), sbaragliando una concorrenza estramamente agguerrita di oltre trenta suonatori, fra cui altri due italiani, tedeschi, serbi, finlandesi, norvegesi, svedesi, americani e naturalmente estoni. Gli altri due italiani erano Gian Luigi Mattavellli di Lomagna (in provincia di Lecco) e Alberto Varaldo di Torino, entrambi nella sezione dell’armonica cromatica… Varaldo è risultato vincitore nella sua sezione. Mattavelli ha vinto in batteria. Vestito con il costume del suo paese e solo con il suo strumento povero, senza alcun accompagnamento di supporto, Michelino Carta ha suonato i tre balli principali di Fonni, i più suggestivi: su ballu torrau, su ballu sartiu e su ballu de tres. “la giuria - dice il professore al telefono da Parnu – è rimasta colpita dall’originalità della nostra musica antica. Un suono che esce dal cuore, l’hanno definito giurati, senza alcuna contaminazione… La vittoria mi fa piacere, non lo nego, ma per me sono più importanti le parole dei giurati. Li ho visti in visibilio. Naturalmente il merito non è mio, ma della suggstione del nostro patrimonio musicale”… … Finora Michelino Carta era noto e apprezzato come docente di materie letterarie, giornalista e studioso delle forme metrico-ritmiche della poesia e del canto in limba, argomento su cui ha anche scritto un bel sagio, con il compianto Antonio Mereu (“la poesia popolare in un metro campione della Barbagia di Ollolai-Fonni pubblicato nel 1982)…” … Ditemi voi: è vero o non è vero che quando si suona, con tutto se stessi e tecnica adeguata, i risultati sono per forza straordinari? E… la nostra musica popolare (non solo quella sarda) è un tesoro inestimabile che aspetta solamente di essere scoperto e proposto. E il nostro strumento e quanto di più adatto per farlo.
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16. "RE: Musica popolare e armonica" |
Scritto da Luisiccu on
27-Apr-07, 09:01 AM (GMT)
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Finalmente anche sul nostro sito, nella sezione I VOSTRI BRANI è comparsa una grande esecuzione di musica popolare. Di musica popolare sarda, in particolare. Provare per credere, facendo doppio clic sulla riga seguente per lanciare il brano in questione:http://www.doctorharp.it/home/audio/Estonia.mp3 Per informazioni su Michelino Carta potrete invece portarvi sulla sua scheda nel BLOG di questo nostro sito, facendo doppio clic sulla riga seguente http://www.doctorharp.it/blog/post/index/18/Michelino-Carta Permettetemi di riassumere di seguito per estratti, un articolo comparso su “La Nuova Sardegna” di Sassari a firma di Paolo Pillonca (giornalista e cultore di tradizioni popolari) in seguito alla coquista del primo premio parte di Michelino Carta, al concorso di Parmu in Estonia del 28-30 luglio 2006. “Michelino Carta, 53 anni professore di lettere, negli istituti superiori, giornalista pubblicista e provetto suonatore di balli tradizionali con la “spinetta” ha trionfato ieri in Estonia, a Parnu(cittadina di cinquantamila abitanti adagiata sul mar Baltico nella zona sud-ovest del paese), sbaragliando una concorrenza estramamente agguerrita di oltre trenta suonatori, fra cui altri due italiani, tedeschi, serbi, finlandesi, norvegesi, svedesi, americani e naturalmente estoni. Gli altri due italiani erano Gian Luigi Mattavellli di Lomagna (in provincia di Lecco) e Alberto Varaldo di Torino, entrambi nella sezione dell’armonica cromatica… Varaldo è risultato vincitore nella sua sezione. Mattavelli ha vinto in batteria. Vestito con il costume del suo paese e solo con il suo strumento povero, senza alcun accompagnamento di supporto, Michelino Carta ha suonato i tre balli principali di Fonni, i più suggestivi: su ballu torrau, su ballu sartiu e su ballu de tres. “la giuria - dice il professore al telefono da Parnu – è rimasta colpita dall’originalità della nostra musica antica. Un suono che esce dal cuore, l’hanno definito giurati, senza alcuna contaminazione… La vittoria mi fa piacere, non lo nego, ma per me sono più importanti le parole dei giurati. Li ho visti in visibilio. Naturalmente il merito non è mio, ma della suggstione del nostro patrimonio musicale”… … Finora Michelino Carta era noto e apprezzato come docente di materie letterarie, giornalista e studioso delle forme metrico-ritmiche della poesia e del canto in limba, argomento su cui ha anche scritto un bel sagio, con il compianto Antonio Mereu (“la poesia popolare in un metro campione della Barbagia di Ollolai-Fonni pubblicato nel 1982)…” … Ditemi voi: è vero o non è vero che quando si suona, con tutto se stessi e tecnica adeguata, i risultati sono per forza straordinari? E… la nostra musica popolare (non solo quella sarda) è un tesoro inestimabile che aspetta solamente di essere scoperto e proposto. E il nostro strumento e quanto di più adatto per farlo.
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