Notturne Considerazioni sull'amplificazione

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Greyfox
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Notturne Considerazioni sull'amplificazione

Messaggio da Greyfox » venerdì 10 aprile 2015, 1:22

Salve a tutti,
Vi propongo, per chi abbia il piacere di parlarne, una serie di considerazioni- arbitrarie e molto generali- su quella che è la mia- ammetto limitata- esperienza sul suonare amplificato.
Premetto un paio di cose. Suonare amplificato è una cosa completamente diversa dal suonare in acustico. Per molti versi è più complicato, anche perché presuppone tutta una serie di "abilità" che bisogna sviluppare, come un preciso ed attento uso del TB, fare una coppa con il bullet di un certo tipo, imparare a controllare il larsen e gestire l'amplificatore ecc... Non e' infatti errato affermare che l'armonica elettrificata è uno strumento diverso da quella acustica. Sembrerà strano ma è cosi'. Chi suona amplificato da una vita queste cose le sa bene ma spesso chi, come me, ha passato parecchio tempo a suonare in acustico prima di amplificarsi può sottovalutare.
Il mio primo amplificatore è stato proprio il Vht che ancora posseggo. Lo acquistai circa un anno e mezzo fa ed il contenuto di questo post è proprio inerente alla mia esperienza suonando con diverse capsule con questo amplificatore. Specifico che il Vht di cui si parla in questo post non è stock, ma gli è stata cambiato il pre con una 5751, che ha un guadagno un po' minore della 12ax7. Anche se non è una cosa usuale cambiare il pre per il guadagno su un ampli da 6W(perché gli ampli poco potenti danno pochi problemi di larsen) io ho voluto fare la prova, con ottimi risultati. Infatti riesco a tirare un po' di più soprattutto il tono, senza che l'ampli fischi suonando tutto in High con mic in High e nonostante il cambio di valvola (e quindi il minore guadagno) il suono esce bello saturo. Detto questo...
I primi 2-3 mesi che ho suonato col Vht davvero non riuscivo a gestirlo. Il suono che ne usciva era pessimo, senza corpo nè saturazione: insomma non sapeva di niente. Col tempo però mi sono accorto che era tutta ed esclusivamente colpa mia. Il primo microfono con cui ho suonato nel Vht è stato un Fireball V con trasformatore di impedenza acquistato quando ancora non avevo ben in mente che suono volessi davvero. Pentitomi dopo poco tempo dell'acquisto il microfono fini' per essere venduto e acquistai, seguendo la moda, il Bluexlab. Il risultato era soddisfacente. Appena imparati i rudimenti del suonare elettrificato e gestito il larsen riuscì ad ottenere un bel suono. Ma nulla di più.
Dopo poco tempo iniziai ad acquistare una serie di capsule vintage, soprattutto Shure CR e CM. L'intenzione era quella di riuscire a riprodurre un suono saturo e vintage ma altresì ricco di bassi che tanto era in voga negli anni 50 e 60: Il Chicago. La prima capsula vintage Shure acquistata fu una CM doppia impedenza 99S556, quella presente nel Shure 520D per intenderci. Davvero una ottima capsula con un ottima dinamica. Fino a poco tempo fa è proprio con questa capsula che sono riuscito a tirare fuori il suono migliore. La regolazione più convincente con questa capsula era il mic in Low e l'ampli in High senza boost. Il risultato? Un ottimo Chicago Tone molto saturo senza nemmeno attivare il boost, che, tra parentesi, io non ho mai avuto bisogno di usarlo per ottenere un bel suono saturo. Qualche mese fa poi acquistai, per prova, una Mc151 sicuramente in ottimo stato e subito feci la prova con il Vht. Il risultato non mi piacqua per nulla. Inserendo il mic in Low e l'ampli in high il suono era meno saturo della Shure e alzando il tono oltre le ore 12 (quindi aumentando i medi e gli alti) iniziava ad avere un suono assolutamente troppo scarico di bassi e troppo "sottile". Seguendo il dogma che le capsule a cristallo suonano meglio con gli alti guadagni provai la capsula nell'ingresso High ma il risultato non fu comunque all'altezza del suono ottenuto con la Shure. Sicuramente questo è dovuto anche dal fatto che le capsule che saturo di più e con un suono più aggressivo sono proprio le Shure e viceversa quelle a cristallo hanno generalmente un suono più pulito. Il verdetto comunque era chiaro. Il Chicago tone (IO) riuscivo ad ottenerlo sul Vht esclusivamente con la Shure. E che TONE!
A riprova di questo poco tempo fa mi è arrivata un altro elemento Shure, un vintage a tre fori Cm 99T556 USA. Il risultato è pressoché simile alla 99S556 di cui ho parlato prima. Un bellissimo suono che sprizza Old Style da tutti i pori. Veramente soddisfattissimo.
La conclusione di questo discorso potrebbe essere presto detta: Il VHT tira fuori il meglio di sé soprattutto con le capsule Shure, che in generale saturano di più e sono quindi adatte ancor di più per riprodurre il suono che tanto piace a noi armonicisti blues.
Chiaramente non è così. Non solo perché, se pur vero che loro usavano ampli oggi considerati vintage, moltissimi armonicisti del passato e appartenenti alla corrente Chicago usavano i Jt30, quindi a cristallo, ma anche perché sicuramente il Vht può essere fatto suonare bene con la capsule a cristallo, solo che io non ci sono mai riuscito :(.
Smanettando coi controlli e gli ingressi di questo piccolo e bello ampli (che è hand wired come un costoso ampli di boutique) si può fare davvero di tutto, fatto sta che io personalmente mi sono trovato benissimo con le capsule Shure, che, in generale, nella maggior parte dei settaggi, tirano fuori un tono eccellente e Chicago, a differenza delle capsule a cristallo (nel mio caso).
Vi chiedo: qual e' stata la vostra esperienza col vht? Con quali capsule lo usate e con quali risultati? Con quali settaggi ottenete un suono vecchio stile?
Aspetto commenti e considerazioni.
Vittorio
Ultima modifica di Greyfox il lunedì 25 maggio 2015, 2:21, modificato 1 volta in totale.


Lucky73
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Re: Notturne Considerazioni sull'amplificazione

Messaggio da Lucky73 » venerdì 10 aprile 2015, 11:01

Buongiorno,
Ho letto il tred e volevo fare una considerazione non inierente il vht che non posseggo ma in generale sul tono.
Da quando ho iniziato a suonare l'armonica mi è subito venuto il pallino dell'amplificazione, del tono e della parte tecnica e ho rischiato anche io di entrare nel vortice "acquisti" per raggiungere il famoso chicaco style tone. Poi ho partecipato a un workshop di Steve Baker e abbiamo discusso un po di micrfoni, ampli ecc. Mi ha aperto un mondo e mi ha salvato facendomi uscire dal tunnel :D
Il bluexlab ? Carinisissimo ma quando ho imparato a suonare (io suono 98% tongue blocking da quando ho iniziato a studiare) ho scoperto che il tono è tutto nella testa e nella bocca del musicista. Niente più trimmer degli acuti tutto sui bassi, niente più ricerca di tencologia vintage o moderna che sia. Si può suonare nella cassa di un karaoke tenendo sotto l'armonica un microfono dinamico da 10 euro e la tua figura la fai ugualmente. Le persone ascoltano la musica e battono le mani se hai trasmesso loro qualcosa. A nessuno interessa se tu hai speso 1000 euro per avere un suono la cui differenza è solo del 10% e spesso impercettibile ai più.
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ginogatt
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Re: Notturne Considerazioni sull'amplificazione

Messaggio da ginogatt » venerdì 10 aprile 2015, 11:50

:o Aiutoooooo
Non ho capito niente, nemmeno che linguaggio tecnico state usando.
Mi sa che non mi amplificherò mai
Mumbles
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Re: Notturne Considerazioni sull'amplificazione

Messaggio da Mumbles » venerdì 10 aprile 2015, 11:59

dunque, ci sono alcuni errori che potrebbero portarti a considerare la cosa in maniera sbagliata, e crearti problemi in futuro.

1. il suono amplificato deriva direttamente dal suono acustico, una persona che ha un "buon"suono acustico, difficilmente farà male in elettrico, tutte le questioni come TB etc sono ESSENZIALI per sviluppare un tuono suono a prescindere dal amplificazione. se trascuri quest'aspetto rischi di fare la fine di molti suonatori di armonica. questo per esperienza personale è molto pericoloso....


2. Chicago "Tone", cosa vuol dire? bho, il 95 % delle persone che ne parlano non lo sanno, e non lo sanno riconoscere, sono d'accordo con quella che ha detto lucky sulla spese e le ricerche di sacro graal, c'è da dire che se vuoi avere un suono molto vicino all'originale a mio avviso l'unico modo è utilizzare strumentazione vintage, ma bisogna imparare anche il feeling e il modo di costruire i pezzi altrimenti è uno spreco di soldi e di tante altre cose.


a prescindere da questo il VHT a mio avviso è il miglior amplificatore per fare blues elettrico, rapporto qualità/prezzo con i simili irraggiungibile, già pronto out of box.
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Re: Notturne Considerazioni sull'amplificazione

Messaggio da Greyfox » venerdì 10 aprile 2015, 12:01

E' sicuramente vero che il suono lo fa al 90% il musicista. Questo lo sanno tutti. Ma la strumentazione aiuta. Ma soprattutto aiuta chi come me non e' di lungo corso su discorso del suonare amplificato. Diciamocela tutta, e' un po' difficile avere il suono distorto ed aggressivo tipico del Chicago che, ad esempio, si può udire in un album tra i più belli per il blues come Fathers and Sons di Muddy Waters magari con un transistor di moderna produzione accoppiato ad un microfono da voce... Proprio in quest'album fantastico c'è il classicissimo tono Chicago e il classicissimo modo di suonare in Chicago Style. Gente come James Cotton oggi suona con l'Sm58 brani tipicamente Chicagoniani ottenendo comunque un buon risultato soprattutto perché suona nello stile di Chicago. Ma qui parliamo di Cotton ed almeno io sono molto distante dall'essere paragonato a lui :).
Per ottenere un tono ottimo (e saturo) ritengo bastino tre fattori: Un basilarissimo (Vol e tono) ampli valvolare, un buon microfono ma soprattutto una ottima tecnica.
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Re: Notturne Considerazioni sull'amplificazione

Messaggio da Greyfox » venerdì 10 aprile 2015, 12:03

@Mumbles
Su una cosa non sono d'accordo. E cioè sul fatto che chi ha un ottimo tono in acustico ce l'ha anche in elettrico. Secondo me sono due modi di suonare completamente diversi. L'ho sperimentato sulla mia pelle. Io sapevo fare tutti gli effetti più conosciuti e usavo diligentemente il Tb in acustico ma quando ti metti davanti all'armonica un microfono e' tutto diverso. Devi stare qualche tempo a combattere con l'ampli e sviluppare una coppa che ti prevenga il Larsen e che contemporaneamente ti permetta, tenendo il mic in in certo modo, di avere un suono, più che altro, molto profondo e molto forte. E'tutta questione di diaframma... A chi si scoraggia nel suonare amplificato posso dire che ne vale la pena. Quando riesci a tirar fuori il suono che davvero piace a te dall'ampli e' soddisfazione allo stato puro... Nel mio caso c'è voluto un po' ma da quando ci sono riuscito sul vht il suonare acustico (che comunque rimane un suono che adoro) me lo scordo :)
Ultima modifica di Greyfox il venerdì 10 aprile 2015, 12:15, modificato 1 volta in totale.
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Re: Notturne Considerazioni sull'amplificazione

Messaggio da Mumbles » venerdì 10 aprile 2015, 12:11

se vuoi suonare chicago, sia che sia in elettrico o acustico, poco cambia, ascolta i fraseggi sono simili. se provi a suonare sonny terry ci credo che non esce. sono d'accordo con te per il pensiero finale, basta poco per intraprendere questa strada all'inizio.

magari cerca un vero album chicago per capire meglio, father and son è un pò troppo in là...
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Re: Notturne Considerazioni sull'amplificazione

Messaggio da Greyfox » venerdì 10 aprile 2015, 12:23

Be' e' chiaro che il Chicago si può trovare soprattutto nei primi anni '50. Se proprio si deve risalire alle origini poi anche fine anni '40. Io fathers and sons lo adoro perché e' un riassunto dello stile di blues elettrico sull'armonica che davvero piace a me... Considera che comunque in Fathers and Sons ci sono molti brani vecchi (Forty days and forty night, Walking thru the Park, Blow Wind blow ecc riproposti quindi sempre dei classici di Muddy parliamo. Sono versioni un po' più "rock", passatemi il termine, poiché eravamo nel 1969 e il blues di Chicago delle origini era già storia...)
Lucky73
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Re: Notturne Considerazioni sull'amplificazione

Messaggio da Lucky73 » venerdì 10 aprile 2015, 12:42

@ Grey, ti auguro che nessun profano ti dica "bello, però l'armonica era distorta....
Greyfox
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Re: Notturne Considerazioni sull'amplificazione

Messaggio da Greyfox » venerdì 10 aprile 2015, 12:47

In che senso?
kwnkuaj
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Re: Notturne Considerazioni sull'amplificazione

Messaggio da kwnkuaj » venerdì 10 aprile 2015, 13:12

Ciao a tutti, premettendo che sono un chitarrista (suono nel gruppo di Mumbles) e che di armonica sono solo appassionato, intervengo su quest'aspetto sia perché penso di conoscere abbastanza bene il Chicago blues delle origini (non quello di fathers & sons), sia perché nel suonare la chitarra blues anni '4O e '50 si utilizzano tecniche di amplificazione simili a quelle usate nell'harp.

I problemi principali che sorgono, secondo me, nell'affrontare questo genere sono:

0 - Prima di tutto bisogna ascoltare tanto tanto tanto gli originali, perché lo stile, il suono e i fraseggi li impari a conoscere col tempo e non al primo ascolto. E' un genere lontano sia per luogo che per epoca quindi bisogna entrarci pian piano, bisogna essere proprio appassionati.

1- L'ottenere un determinato suono ("simile" all'originale) non dipende soltanto dal fattore "strumentazione". Quello che basta per ottenere un suono più che decente adatto all'early electric blues é un amplificatore valvolare di bassa potenza (da 5 a 12-15 watt) e un microfono (o un pickup su una chitarra nel mio caso) che siano "coerenti" con lo stile ricercato. Mi spiego meglio: meglio un VHT da 5 watt o il champion 600, che hanno uno stile di funzionamento di un classico valvolare, rispetto a un ibanez valbee da 5 watt (stesso vattaggio) che però é fatto per avere il suono rock anni '80. Poi ovviamente come dice Mumbles il TOP é avere la strumentazione più coerente possibile con lo stile, quindi il vintage. Ma il fatto é che, anche se prendi un Premier strafigo degli anni '50 ma non hai le idee chiare su come ottenere un bel suono prima in acustico e poi sul vht da 150 euro, non otterrai mai un bel suono sul Premier solo perché l'ampli é più simile a quelli usati ai tempi di Little Walter.

2 - I settaggi dell'amplificazione, soprattutto per ottenere al punto giusto la "saturazione" tipica del genere, non sono fissi. Dipendono da un sacco di fattori (stanza in cui si suona, microfono, potenza del fiato, valvola utilizzata, strumenti da cui sei accompagnato ecc ecc.). Per questo ho capito che é meglio imparare ad avere una procedura di ottenimento del suono (ad esempio inizi a girare il volume da metà corsa finché satura e poi successivamente regoli alti e bassi), piuttosto che avere dei settaggi fissi che magari nella sala in cui suoni una certa sera non danno il risultato sperato. La regola generale é che l'ampli deve "saturare" (gli americani dicono che deve fare "break up"), cioé il volume deve essere alzato oltre il punto in cui l'ampli "sopporta" il segnale di entrata, punto in cui inizia quindi a distorcere il suono pulito.

3 - Continuare a cambiare strumentazione alla ricerca del sacro graal é controproducente perché toglie attenzione e tempo all'ascolto e all'apprendimento delle tecniche per regolare il proprio suono. Meglio concentrarsi su quello che si ha per imparare ad usarlo al meglio. Quello che succede spesso é che si tende a dare la colpa di un suono spento e di un fraseggio mediocre alla strumentazione, quando invece il problema é la poca esperienza e le idee confuse sul genere che si vuole suonare.

4 - Teniamo presente che le tecniche di registrazione di allora coloravano moltissimo il suono, quindi ottenere live il suono di una registrazione del 1947 é impossibile.

Spero che il mio intervento possa essere d'aiuto.
Vi lascio con un video che mi dia un poco di credito :)
https://www.youtube.com/watch?v=fWoeWN2Bjy4
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Re: Notturne Considerazioni sull'amplificazione

Messaggio da Greyfox » venerdì 10 aprile 2015, 13:33

Rispondo volentieri.
1. Ottenere preciso il suono che avevano loro e' SICURAMENTE impossibile, per diversi motivi. Uno dei quali, ma mi sembra il più importate, e' che non solo di solito non abbiamo gli stessi ampli (i microfoni magari li abbiamo) ma che il suono che sentiamo noi e' chiaramente stato registrato e quindi filtrato attraverso i mixer ma soprattutto attraverso i microfoni che si usavano per registrare all'epoca. Quindi a meno di non avere gli stessi ampli, gli stessi microfoni, gli stessi mixer, gli stessi microfoni per registrare, gli stessi fonici, la stessa stanza ecc ecc ecc il suono non sarà mai pari pari al loro. La situazione oggi rispetto ad allora e' ovviamente troppo diversa. Al massimo quello che si può fare oggi e' avere una tecnica come la loro (già di per se difficile da realizzare) e avere un buon valvolare e un buon microfono. E ci si avvicina. Un poco.
2. Ritengo che per imparare bene uno stile, dal progressive rock al blues al jazz ecetera comunque e' necessario ore e ore di profondo ed attento ascolto. I fraseggi tipici sono quelli. Poi ne blues ancor di più che in altri generi sono spesso ripetuti e "tipicizzati" e tipici di un certo genere. Cosa sarebbe il Chicago senza cross Harp?
3. Sul discorso della saturazione basta dire che gli ampi (soprattutto i valvolari) iniziano a suonare bene quando vengono tirati al massimo. Anche i transistor di cui non ci occupiamo per questioni legate alla risonanza del cabinet, del cono ecc suonano meglio a pieno volume.
4. Bisogna conoscere la propria strumentazione. Nel dettaglio. Sapere come settare l'ampli in base al contesto e' un arte. E si impara suonando. Suonando. Suonando. E poi, infine, anche Suonando:)
5. Circa la strumentazione vintage non sono d'accordo sul fatto che cambiarla spesso può essere fuorviante. Anzi aiuta a capire meglio. E' pura sperimentazione. Io li compro perché li colleziono. E perché vado matto per il vintage. Ma alla fine mi ritrovo sempre a suonare con losl stesso microfono. Se si suona bene si suona bene anche col microfono da voce cinese. Ma e' meglio avere, per avvicinarsi il più possibile, un microfono serio no?
Spero che ci saranno altri interventi.
Sta iniziando a diventare interessante questo topic.
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Re: Notturne Considerazioni sull'amplificazione

Messaggio da Greyfox » venerdì 10 aprile 2015, 15:40

@Kevin
Ho visto il video e ho ascoltato il pezzo. Perché non canti sempre tu nei vostri pezzi invece di far cantare Lorenzo? :) :) Scherzo ;)
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Re: Notturne Considerazioni sull'amplificazione

Messaggio da Mumbles » lunedì 13 aprile 2015, 19:28

da prendere in considerazione Kevin, che a volte mi stanco troppo!!
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